I Cavs pareggiano la serie

Quasi impossibile stoppare Lebron James, anche per Kevin Garnett

E così la storia si ripete, e la serie va sul 2 a 2, in pareggio.
Già  al primo turno i Celtics, i dominatori della stagione regolare, i favoriti d'obbligo per la vittoria finale, i componenti della squadra da tutti considerata in missione, si erano trovati in una situazione simile con gli Atlanta Hawks, guadagnando due vittorie in casa e poi facendosi raggiungere in Georgia, per poi prevalere in gara 7 a Boston.

Ma attenzione: i Cavaliers già  hanno vissuto una storia simile lo scorso anno con la squadra che aveva il miglior record dell'est, una squadra con una difesa eccellente, nella finale dell'est contro i Detroit Pistons; due a zero Pistons a Detroit, serie che sembrava chiusa, poi pareggio con due vittorie dei Cavaliers a Cleveland… meglio non ricordare ai tifosi dei Celtics come andò a finire.

La partita stavolta è stata molto combattuta per tre quarti, contrariamente a gara 3, in cui James e soci alla fine del primo quarto avevano già  un vantaggio rassicurante; stavolta il quarto decisivo è iniziato sul 68 a 65 per Cleveland, frutto di una partita dura, come sempre dominata dalle difese, in cui Garnett stava giganteggiando, ma i tiratori dei Celtics faticavano, come pure Lebron James, nei Cavs West era tornato nei ranghi ma stavano andando discretamente Gibson e Szczerbiak, nel pitturato Smith ed Ilgauskas erano leggermente sotto i loro standard di questa serie, ma in compenso Varejao e Wallace stavano rendendo meglio in fase offensiva.

In ogni caso la fatica che i giocatori facevano nell'ottenere un tiro accettabilmente agevole era palpabile, vuoi per la grande pressione difensiva, vuoi per la difficoltà  di chi avrebbe dovuto provare a procurarsi un tiro in isolamento, vuoi per le difficoltà  nella circolazione di palla delle due squadre, che portavano pochissimi tiri piazzati, pochi palloni puliti sottocanestro e tantissimi tiri con il difensore addosso e pochi secondi sul cronometro.

L'inizio del quarto quarto sembrava ricalcare l'andamento dei primi tre, fino agli ultimi due minuti e mezzo. Sul 76 a 73 per i Cavaliers, accadeva l'imprevisto per entrambe le squadre. O meglio, per i Cavaliers è accaduto quel che si attendeva da quasi quattro gare: Lebron James si è svegliato ed in due minuti ha messo due canestri ed ha servito due assist, il tutto difendendo come un ossesso, un Gibson che sta trovando la mano migliore ha messo una tripla fondamentale, proprio su assist del prescelto, il timore che James dava alla difesa dei Celtics ha portato ad un eccessivo utilizzo del raddoppio difensivo, permettendo a Varejao di realizzare due canestri comodi, uno su assist dello stesso James ed uno su assist di Boobie Gibson, tornato giocatore dei punti decisivi.

Nel frattempo il nervosismo e l'apprensione si facevano strada nelle menti e nei cuori dei giocatori dei Celtics, e quei due minuti finali sono iniziati con una scena incredibile, con Pierce che ha scagliato un tiraccio, Garnett, ancora una volta il migliore, ha arpionato il pallone scagliando però il più classico degli airball, la palla è finita a Ray Allen il quale, solidale con le altre due stelle della squadra, ha pensato bene di pasticciare anche lui sbagliando il tiro.

Negli ultimi otto minuti i Celtics hanno messo tre soli canestri, uno di PJ Brown e due di Pierce, impensabile per una squadra che ammassi tanto talento in un finale giocato sul filo dei punti. Forse che inizi a pesare il fatto che nella rosa dei Celtics gli unici anelli siano al dito di Cassel, e fra gli altri solo Allen abbia vinto e solo con la nazionale a stelle e strisce?

Nel frattempo vanno notate due curiosità  riguardanti il prescelto: una è la giocata da leggenda, con cui King James è sfuggito a Pierce e Posey, ha lasciato su una finta il fresco vincitore del premio di difensore dell'anno (uno dei premi meno contestati degli ultimi anni!), Kevin Garnett, ed ha schiacciato con potenza ed eleganza.

"Sa schiacciare ed è potente. Se lo lasci partire, poi c'è poco che puoi fare" ha commentato Doc Rivers.

C'è bisogno di scrivere i commenti dei compagni? Proprio bisogno?
In precedenza però il prescelto stava tentando un'altra schiacciata e Paul Pierce, preso da ammirazione ed affetto, ha deciso di abbracciarlo in volo.

I due si sono spiegati immediatamente, ma le spiegazioni non hanno evidentemente soddisfatto Gloria James, mamma del prescelto, che è scesa nel parquet intimando a Pierce di rispettare il suo celebre rampollo. Lebron si è premurato di calmare l'augusta genitrice e farla rimettere a sedere, ma pare che le parole che ha usato non siano fra quelle più in voga nelle lezioni universitarie ad Oxford.

"Per fortuna la festa della mamma era già  trascorsa!" ha commentato King James.
Ed ora si torna a Boston. La sensazione è che i Cavaliers, guidati da un sottovalutatissimo Brown, abbiano sistemato alcune delle loro lacune, anche se non tutte; in primo luogo quando Lebron James è raddoppiato scarica sempre e sembra che i suoi compagni abbiano aggiustato la mira da fuori e che Ilgauskas non sia più il solo a sfruttare gli spazi nel pitturato.

I Celtics invece trovano difficoltà  contro la difesa dei Cavaliers, che pur essendo molto aggressiva effettua i raddoppi di marcatura il meno possibile, non lascia mai tiri semplici sugli scarichi e difficilmente va in inferiorità  numerica in area; gli unici a provare a mettere palla a terra e penetrare, l'unico modo per attirare i raddoppi, sono Garnett e Pierce, ma il primo riceve palla quando è troppo lontano dal canestro o in situazioni in cui è difficile tentare qualcosa, il secondo non ha ancora trovato la chiave giusta. In casa i verdi di Boston probabilmente miglioreranno il rendimento e restano i favoriti per il passaggio del turno, ma a questo punto dovranno fare veramente molta attenzione in una serie che si sta rivelando molto equilibrata.

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