Sam Cassell potrà dare un aiuto importante, ora che iniziano i playoff.
Tre vittorie tranquille per i Celtics che li accompagnano dolcemente alla vigilia dei play-off, dove è come se iniziasse una nuova stagione, del tutto differente rispetto a quella vissuta da novembre ad aprile. Da ora in poi si fa la storia, se dalla parte giusta o sbagliata dipenderà solo da loro.
Risultati
Boston Celtics @ Atlanta Hawks W 99-89
Boston Celtics @ New York Knicks W 99-93
New Jersey Nets @ Boston Celtics W 94-105
Commento
66 vittorie, 16 sconfitte, primi in classifica generale, terza migliore prestazione in assoluto dei Celtics dopo la stagione 1972-73 (68 vittorie) e 1985-86 (67 vittorie), miglior incremento della storia NBA tra una stagione e la successiva con 42 vittorie stracciando il precedente record degli Spurs.
Non occorre aggiungere altro, il dominio dei Celtics è stato completo, la sensazione che stanno lasciando è devastante e le avversarie tremano quando sanno di dover incontrare i biancoverdi.
Esagerazione? No, non lo è, perchè è capitato più volte (Golden State su tutte) che gli avversari non cercassero neanche di vincere la partita, rivolgendo il pensiero alle successive partite, dando per scontato che la vittoria semplicemente non fosse possibile. È questo il segnale più evidente di dominio che ha sorpreso un po' tutti, soprattutto per l'entità , visto che davano tutti per scontata una stagione positiva, ma non in questi termini così elevati.
Ray Allen è stata un'ottima addizione, ma i Celtics non sarebbero stati quelli attuali senza Kevin Garnett, il quale ha cambiato la cultura dei Boston Celtics, da perdente a vincente, e non è facile effettuare questo cambiamento, che in genere necessita molto tempo, ma Kevin è riuscito a rivoluzionare la franchigia il tempo di un'estate, perché fin dalle prime partite amichevoli già la sensazione positiva era palpabile.
Parlare delle partite di questa settimana è abbastanza inutile, il livello della avversarie era troppo basso per poterle analizzare con tranquillità , così contro New York il PGA Tour al completo non ha giocato e nell'ultima è stato assente Rondo. Nessun problema fisico o disciplinare, semplicemente si è voluto lasciare a riposo i giocatori, cercare di rallentare il ritmo per arrivare al meglio ai play-off. Il desiderio comune per queste ultime partite era, più che il risultato positivo, evitare che qualcuno di facesse male, e questo non è successo, quindi l'obiettivo è stato raggiunto e tutti sono pronti per la serie contro gli Atlanta Hawks, che verrà trattata in modo approfondito in altri articoli.
In settimana Mike Fratello, che ha allenato il Doc Rivers giocatore tra il 1983 ed il 1990, è convinto che il riconoscimento come allenatore dell'anno va attribuito proprio a Rivers. "Che cosa deve fare di più?" si chiede Fratello. In effetti si sente nominare poco il nome di Rivers come allenatore dell'anno ed obiettivamente gli andrebbe riconosciuto il gran lavoro che sta facendo a Boston. Rincara la dose Pierce: "ho guardato ESPN e letto articoli in cui parlavano di alcuni allenatori, ma non è stato menzionato (Doc Rivers) come allenatore dell'anno. La gente non capisce la difficoltà nel mettere assieme una nuova squadra e dosare gli ego dei giocatori. La gente crede che quando hai Kevin Garnett, Paul Pierce e Ray Allen significhi essere (automaticamente) una grande squadra". Probabilmente pesa per Doc anche il passato non proprio esente da errori, ma questo non ha creato problemi per attribuire il riconoscimento ad altri allenatori in passato con trascorsi simili.
Si è già parlato, e se ne parlerà anche in futuro, di Garnett, di Pierce e di Allen, e di come questi tre giocatori possano essere comparati con i grandi Celtics del passato. Al riguardo Robert Parish, indimenticato membro dell'ultimo "Big Three" assieme a Bird e McHale, ha le idee chiare: "non ci sarà nessun paragone finché non vinceranno qualcosa". Il grande Parish ha centrato esattamente il punto, finchè non alzeranno al cielo almeno un trofeo delle Finals e verrà innalzato il diciassettesimo banner sulle volte del Garden, ogni paragone non ha motivo d'esserci.
"Non vado alle Finals da 13 anni ed ora ho l'opportunità di tornarci", non sta nella pelle Sam Cassell, contentissimo di essere approdato ai Celtics proprio perché ci sono buone possibilità di giocare la finale NBA. Le prime settimane sono servite al giocatore per adattarsi agli schemi, all'ambiente, ai compagni di squadra, ma ora è pronto per contribuire alla causa biancoverde e nelle ultime partite ha avuto molti minuti a disposizione per integrarsi al meglio con i compagni. Anche se è successo più di una decade fa, Sam sarà molto utile a Boston perché sa come vincere, essendo l'unico assieme a Posey che può vantare almeno un anello, e lui ne possiede ben 2.
Alla domanda che Cassell si stava facendo qualche settimana fa sul fatto di proseguire a giocare anche l'anno prossimo oppure iniziare ad allenare, sembra che abbia deciso, vuole tornare a giocare, e vuole farlo ancora ai Celtics, indipendentemente dal risultato finale di questa stagione. Quando gli hanno chiesto se accetterà un contratto al minimo salariale (che per la sua anzianità nell'NBA equivale a 1,26 milioni di dollari) il giocatore non si fa problemi "lo sto considerando, Ci sarebbero altre squadre che mi offrono di più, ma (a Boston) avrei un'altra possibilità per lottare per un altro anello, perché no?". Ad un'altra domanda sul fatto di non aver paura di non essere rifirmato da Boston ha risposto così: "se riescono a trovare un play di riserva al mio livello, mi piacerebbe proprio vedere chi è". Come al solito Sam ha le idee ben chiare in testa e sa come esprimerle senza fraintendimenti.
Infortuni
Il PGA Tour non ha giocato contro New York, ma mentre Garnett ed Allen avrebbero potuto scendere tranquillamente in campo, Paul Pierce probabilmente non l'avremo in ogni caso visto a causa di una contusione al polso sinistro, evidenziato da una fasciatura alla mano. Il problema è nato durante la partita contro Atlanta e per precauzione sono stati eseguiti dei raggi, ma non è risultato nulla di grave e Pierce è potuto scendere tranquillamente in campo nell'ultima partita di regular season.
Tre partite di assenza per Eddie House è la conseguenza di un problema ai muscoli adduttori della gamba destra, ma è stato risolto ed anche lui è potuto rientrare per l'ultima partita stagionale.
Leon Powe invece ha saltato la quartultima e la terzultima partita della regular season per un dolore al piede destro, ma neanche in questo caso il problema è risultato grave, visto che il Leone ha concluso alla grande la stagione.
Curiosità
Kevin Garnett ha ricevuto il riconoscimento come miglior giocatore della settimana per l'Eastern Conference per la terza volta in questa stagione. Nel periodo considerato il giocatore biancoverde ha segnato 19,8 punti per gara, 7,8 rimbalzi, 3,3 assist e 1,3 rubate in soli 25,8 minuti di media. Nella stessa settimana Doc Rivers ha vinto il premio di allenatore dell'anno: complimenti ad entrambi.
Il migliore della settimana
Nonostante l'ottima prova di Rondo contro i Knicks, l'assenza all'ultima partita e la non esaltante prestazione contro Atlanta non lo fa ritenere meritevole della nomination, quindi per l'ultima settimana di stagione regolare due sono stati i giocatori non-PGA Tour a farsi notare: Cassell e Powe. Mentre il primo ha sopperito al minutaggio decisamente basso se non alla mancanza del PGA con prove balistiche di tutto rispetto, il secondo ha proseguito a lottare come un leone (il riferimento al suo nome di battesimo è voluto) anche se l'importanza dell'incontro non era ai massimi livelli. Significativo il massimo in carriera in punti con 27 conseguito proprio all'ultima giornata.
Dopo un'attenta valutazione riteniamo che sia Leon Powe il giocatore meritevole di conseguire il riconoscimento. La sua carica agonistica è elevatissima, sa che deve lottare ogni volta che entra in campo per rimanere nell'NBA e non si fa mai sfuggire l'occasione di dimostrare che merita ogni minuto trascorso sul parquet. Un vero giocatore da Celtic.
Questa sezione del report proseguirà anche nei play-off e verrà decretato il migliore non-PGA Tour alla fine di ogni serie.
Classifica aggiornata:
7 Rajon Rondo
4 Kendrick Perkins
3 James Posey
2 Eddie House
1 Tony Allen
1 Glen Davis
1 Leon Powe
1 Sam Cassell
I minuti del PGA Tour
Delle tre partite settimanali il PGA Tour ha giocato soltanto la prima e la terza. I minutaggi sono decisamente bassi, 22 minuti di media per Pierce e Garnett, 1 minuto in più per Ray Allen.
Il conteggio finale della regular season vede Pierce ed Allen appaiati a 35,9 minuti di media, mentre Garnett è decisamente più basso, a 32,8 minuti. Se ad inizio campionato avevamo timore che il PGA sarebbe stato impiegato troppo, ora abbiamo ricevuto una piacevole smentita, la soglia di rischio dei 40 minuti a sera è molto distante e la media è decisamente più vicina alla soglia di sicurezza di 35 minuti, Garnett ne è addirittura molto più basso.
Primo record NBA, fattore campo in tutte le serie, ora possiamo aggiungerci anche che il PGA Tour è fresco e riposato, pronto a fari valere ai play-off, la parte più importante della stagione non potrebbe partire meglio.
Per questa stagione questa sezione chiude, ai play-off non verrà aggiornata perché non avrebbe senso, bisogna vincere le partite, non centellinare i minuti, però ci è servita per seguire da vicino i minutaggi del PGA Tour, speriamo che sia stata utile a molti lettori.
Appuntamenti
La prossima serie di partite verrà giocata, come noto, contro gli Atlanta Hawks. Boston ha il fattore campo per tutti i playoff, quindi contro Atlanta avrà le prime due gare in casa il 20 e 23 aprile, mentre le successive due in trasferta si giocheranno il 26 ed il 28 aprile. Solo per la cronaca, visto che non pensiamo che serviranno, le successive tre partite sono in programma il 30 aprile ed il 2 e 4 maggio.
Poiché il report non va mai in vacanza, in occasione dei playoff la cadenza cambia da settimanale a fine serie, ovvero alla fine di ogni serie e prima della (eventuale) successiva.
A risentirci.