Chris Webber (maglia numero 4) durante un allenamento. C-Webb è pronto a scendere in campo.
I Golden State Warriors archiviano il primo mese del 2008 con 9 vittorie e 6 sconfitte, in linea con il loro attutale record 29-19 (pari al 60.4%).
La squadra di coach Don Nelson continua ad occupare l'ultimo posto (l'ottavo) della Western Conference.
Ad Ovest la concorrenza è sempre maggiore e Golden State dovrà fare un ulteriore salto di qualità per tenere il passo degli avversari e conquistare i playoff.
Ai Warriors, infatti, manca quella continuità di rendimento che caratterizza le grandi squadre della Lega, quelle che formano l'elite della NBA.
"¢ Nota
In questa Regular Season 2007/08, la striscia di vittorie più lunga di Golden State è di 6 incontri (tra il 23 novembre e il 2 dicembre 2007).
Hanno fatto meglio dei Warriors: Portland (13), Detroit (11), Utah (10), Boston (9), New Orleans (9), Phoenix (8), Dallas (7) e LA Lakers (7).
A parte i Trail Blazers, tutte le altre squadre hanno un record migliore di quello di Golden State.
Ad essere onesti, però, questa mancanza di continuità non a che vedere solo ed esclusivamente con le vittorie e con le sconfitte.
"¢ Nota
Guardando la storia (recente e passata) non si può negare che i Warriors stiano disputando un'ottima stagione:
* l'anno scorso dopo 48 partite il record era 22-26 (45.8%);
* l'ultima volta che Golden State è stata 10 gare sopra il 50% di vittorie è avvenuto durante la Regular Season 1993/94 (finita con un record di 50-32);
* l'ultima volta che i Warriors hanno avuto 29 W in 48 incontri risale alla stagione 1971/72 (annata chiusa con 51 vittorie).
Gli alti e i bassi durante la stagione – ma anche all'interno di un singolo incontro - riguardano soprattutto aspetti mentali e del gioco.
Troppe volte Golden State ha iniziato le partite in sordina (quasi fosse un peso scendere in campo), dimostrando una scarsa attitudine a concentrarsi. Tanto che Nelson ha richiamato più volte i suoi giocatori affinché affrontassero le partite con cattiveria agonistica fin da subito (e, in alcune circostanze, i Warriors hanno disputato dei primi periodi in grado di annichilire completamente gli avversari).
Troppe volte i Warriors hanno "spento la luce" durante un match rischiando di comprometterlo. Capita spesso alla formazione californiana si subire parziali pesanti, non sempre facili da recuperare. Nellie sta lavorando per invertire questa tendenza negativa: sa bene che nei playoff certi strappi potrebbero essere davvero difficili da ricucire. E allora meglio correre subito ai ripari.
Troppe volte Golden State ha mostrato una difesa "molle" in balia degli avversari. E troppe volte, in attacco, i Warriors hanno esagerato con soluzioni individuali "azzardate", mostrando una certa fretta nella selezione delle conclusioni.
Tutti problemi noti allo staff tecnico che sta cercando di risolverli in vista della seconda (caldissima) parte della Regular Season.
A questo punto della stagione si aprono tre possibili scenari sul futuro prossimo della franchigia della Baia.
1) Continuando con la discontinuità attuale Golden State potrebbe vincere 48/50 partite (sicuramente un bel risultato ed un miglioramento rispetto all'anno passato). Questo, però, potrebbe non essere sufficiente, nell'agguerrita e competitiva Western Conference, per guadagnarsi i playoff.
2) Lavorando sulle attuali carenze – sia mentali (approccio alla partita ed intensità durante tutto l'arco della stessa) che di gioco (maggiore aggressività in difesa e migliore selezione delle conclusioni in attacco) - i Warriors potrebbero fare un bel salto di qualità , incrementare la loro percentuale di vittorie dal 60% al 70%, e vincere 55 partite (che "garantiscono" i playoff).
3) Oppure – nello scenario meno ottimistico (e forse meno realistico) – la squadra di coach Don Nelson potrebbe "perdersi" nelle sue lacune più grandi ed involversi al punto da non poter competere con le forti formazioni dell'Ovest.
Non avendo la sfera di cristallo, è difficile (impossibile?) pronosticare come andrà a finire.
Mi limito a sottolineare quei fattori, quegli elementi, quei segnali (magari anche fuorvianti), che mi inducono a pensare che la truppa di Nellie possa progredire ancora un po', salire un altro gradino ed avvicinarsi allo scenario «numero 2».
"¢ Dopo lo 0-6 iniziale, i Warriors sono 29-13 (69.1% di vittorie).
Se escludessimo il pessimo avvio di stagione, con questa percentuale di vittorie, Golden State sarebbe al 2° posto della Western Confernce, dietro a Phoenix e davanti a Dallas e New Orleans. Le 55 W sarebbero "alla porta di mano".
"¢ A differenza dello scorso anno , c'è stato un netto miglioramento delle partite disputate lontano dalla «Oracle Arena» di Oakland.
Nel 2006/07 le vittorie in trasferta sono state 12 a fronte di ben 29 sconfitte (tra i peggiori dell'intera Lega). In questa stagione i Warriors hanno vinto 15 partite sulle 26 giocate fuori casa.
Meglio di Golden State solo Orlando (17), Detroit (17), Phoenix (17), New Orleans (16) e Boston (16)… non proprio le ultime arrivate!
"¢ L'attacco è una garanzia (tranne in quelle circostanze dove ognuno sembra giocare per se stesso).
Guardando una partita dei Warriors, capita di sorprendersi (arrabbiarsi) quando un giocatore si alza al tiro da fuori (spesso da oltre l'arco dei tre punti) dopo pochi secondi dall'inizio dell'azione, incurante che la difesa sia schierata, i suoi compagni siano "fuori posizione", non ci sia nessuno pronto a lottare per il rimbalzo offensivo o a chiudere un eventuale contropiede avversario. Tanto che verrebbe da urlare «ma cavolo, giocala con calma! non buttarla via così!».
Molti di voi avranno visto - il 21 gennaio in diretta televisiva su SKY - la partita tra Golden State e Minnesota (ho sentito e letto molti commenti negativi sull'infelice prestazione dei Guerrieri). Il gioco dei padroni di casa, a tratti, era veramente irritante e privo di ogni logica.
Ebbene sì, questo succede ed è già successo durante la stagione. E non c'è esempio migliore per ribadire la svogliatezza con cui sono scesi in campo, la mancanza di intensità con cui hanno giocato e la sconsideratezza di alcune conclusione insensate più che estemporanee.
Però (c'è sempre un però), attenzione! Molte volte quella "sconsideratezza" è un punto di forza di questa formazione. Quando le conclusione (anche le più scellerate) entrano nel canestro invece che sbattere sul ferro del canestro, la potenza di fuoco dei Warriors è veramente impressionante.
Basta pensare alla vittoria del 24 gennaio (pochi giorni dopo la figuraccia contro i Timberwolves) contro i New Jersey Nets, quando Golden State è stata capace di un parziale di 22-0 in 4 minuti dal -9 (85-94) al +13 (107-94).
* 109.6 punti ad uscita fanno dei Warriors l'attacco più prolifico della NBA;
* Golden State è la squadra che segna più punti in contropiede (20.59);
* secondi nella Lega per punti realizzati nel pitturato (45.7);
* secondi (dietro a Phoenix) per canestri segnati dal campo con 40.3 a partita;
* i Warriors sono la squadra che tira di più dal campo (88.4 conclusioni ad uscita);
* californiani primi anche per triple realizzate (9.8) oltre che per triple tentate (27.6);
* in generale, si può tranquillamente affermare che Golden State ha uno dei cinque migliori attacchi della Lega.
"¢ Ormai è un dato di fatto: la difesa non è sicuramente in punto di forza di questi Warriors.
Golden State non è una squadra che applica una costante pressione difensiva. Anche nella sua metà campo, la squadra della Baia vive di "folate": alterna momenti di aggressività e di intensità agonistica a periodi di totale apatia e passività . Ma anche in difesa ci sono stati dei miglioramenti e potrebbero essercene altri.
Don Nelson è contento quando…
* i suoi ragazzi sporcano le linee di passaggio, perché impedisco agli avversari di sviluppare il gioco come vorrebbero;
* la squadra intercetta passaggi o ruba palloni dal palleggio, perché permette di correre subito in contropiede (la specialità della casa);
* i giocatori riescono a costringere gli avversari a conclusioni affrettate o fuori equilibrio, sempre perché questo permette di ripartire più velocemente verso la metà campo offensiva;
* tutti contribuiscono a rimbalzo difensivo, dalle guardie alle ali, perché Golden State soffre tantissimo e non può permettersi di cedere completamente il pitturato e il dominio dei tabelloni agli avversari (gli Utah Jazz, squadra potente fisicamente, ha sempre "banchettato" nell'area dei Warriors).
Non è un caso che, dopo il giovane centro lettone Biedrins (9.7 rimbalzi a partita), ci siano ben sei giocatori tra i 4.1 e i 5.3 rimbalzi di media (Harrington, Barnes, Davis, Ellis, Jackson e Azubuike).
La squadra di Nellie è:
* terza nella Lega per palloni recuperati (8.94);
* prima per palloni persi dagli avversari (16.4);
* seconda per punti segnati su palloni persi dagli avversari (19.6);
* undicesima per punti segnati su seconda chance (13.8).
"¢ È vero. Lo abbiamo detto e ripetuto: spesso i Warriors "staccano la spina" nel corso della partita e vanno sotto nel punteggio. Ma altrettanto spesso hanno la capacità di recuperare, rimettersi in carreggiata e portare a casa il match.
In 11 delle 29 vittorie stagionali i Warriors hanno recuperato un passivo di almeno 10 punti durante l'incontro. In più: hanno vinto ben 6 partite in cui avevano almeno 5 punti di passivo all'inizio del quarto periodo di gioco.
Questo dimostra senza dubbio una cosa: che bel carattere che hanno i ragazzi di Nellie! Mai dare per vinti il Barone, Jax, Ellis e compagni…
"¢ Un altro elemento che induce a pensare che i Warrriors possano ancora migliorare è il tentativo di allungare la squadra con gli inserimenti di C.J. Watson e nientepopodimenoche Chris Webber!
Il primo è un giovane playmaker di 23 anni proveniente dai Rio Grande Valley Vipers dalla NBDL (NBA Development League) con un passaggio anche in Italia a Reggio Emilia.
Il secondo è quel Chris Webber che giocò (alla grande) la sua stagione da rookie proprio con i Golden State Warriors nel 1993/94; quel Chris Webber che non legò (meglio dire: che litigò) con Don Nelson allora coach proprio dei Golden State Warriors; quel Chris Webber che se ne andò dopo una sola stagione, spezzando le rosee prospettive della squadra californiana; quel Chris Webber che fece grandi cose con l'altra squadra del Nord della California, i "cugini" di Sacramento.
Dopo 14 anni le strade di C-Webb e Nellie si incrociano nuovamente.
Siccome non è nostra intenzione fare del gossip o rivangare storie accadute diversi anni fa, meglio restare concentrati sul presente dei Warriors e cercare di analizzare che impatto potrebbe avere l'arrivo - ops, il ritorno… – di Chris Webber nella Baia.
* Contro
Webber ha quasi 35 anni, ha subito diversi infortuni, le sue ginocchia sono traballanti e non gioca dalla primavera scorsa (in maglia Pistons).
Sarà capace di adattarsi allo stilo di gioco run and gun dei Warriors? Sarà in grado di marcare giocatori più veloci di lui? Come sarà il suo rapporto con Nelson dopo il terremoto del passato? Riuscirà a scaldare il cuore dei tifosi della Baia ancora scottati dai fatti del 1994?
* Pro
Webber ha le qualità tecniche per adattarsi al gioco dei Warriors: ha mano educata e sa tirare da fuori, ha un'eccellente visione di gioco e sa passare molto bene il pallone. Nellie intende schierarlo come power forward o come centro, nel tentativo di utilizzarlo come fulcro del gioco at the top of the key per creare spazio ai tiratori (ha "preso in prestito" alcuni giochi che utilizzavano i Kings per Webber). Inoltre, il coach spera che Webber possa garantire un maggior impatto fisico in difesa sui lunghi avversari, catturando rimbalzi.
Alla domanda su come abbia trovato Webber dopo 14 anni, il coach ha risposto così: «older and smarter». Lapidario e sarcastico come sempre.
Una curiosità : Nelson ha affermato che il "nostro" Marco Belinelli sarà uno di quei giocatori che beneficerà dell'arrivo di C-Webb.
«A differenza di Brandan Wright, che quest'anno non avrà la possibilità di contribuire alla causa, penso che Marco abbia le qualità e la possibilità di giocare, soprattutto qualora ci fossero infortuni.
Marco si muove davvero bene senza palla. E Chris può aiutare giocatori come lui e come Monta e chiunque si muova senza palla. Ci sono giocatori che dovresti forzare a muoversi senza palla come Baron.»
"¢ Un ultimo fattore da non sottovalutare: il calendario. Nel mese di febbraio Golden State giocherà 9 partite in casa ed una sola in trasferta (il 19 in casa dei Jazz). Sicuramente una ghiotta occasione per dare una scossa alla classifica.
Anche perché - parlando di partite giocate in casa di fronte al pubblico amico (e che pubblico: rumoroso e numeroso) – dopo un inizio in salita, i Warriors hanno vinto 14 delle ultime 18 partite disputate alla «Oracle Arena».