La migliore stagione di Mike Dunleavy…sempre più determinante
I Pacers, approfittando anche di un calendario non molto complicato, scavalcano finalmente quota 50%, vincendo tre delle ultime quattro partite e piazzandosi momentaneamente nella quinta posizione della griglia della Eastern Conference.
“La squadra sta cominciando ad apprendere il nuovo stile di gioco e a giocare duramente per coach O'Brien, stiamo cominciando a capire entrambe le fasi del gioco, attacco e difesa. Il coach ha fatto un grande lavoro a creare fiducia alla squadra e ai singoli“. Ha detto Jermaine O'Neal sul momento poitivo dei Pacers. “Ci sentiamo come se avessimo un record migliore, considerando che alcune gare le abbiamo perse sul finire dopo avere avuto vantaggi in doppia cifra. Al momento è quello che è, ma pensiamo di poterlo migliorare“.
La vittoria abbastanza netta per 119-92 al Madison Square Garden di New York apriva le danze per i Pacers portandoli una gara sopra il 50%, dove un grande Mike Dunleavy dominava la scena stile Reggie Miller realizzando ben 36 punti, di cui 27 nel secondo tempo.
“Difficile da spiegare questa prestazione – diceva Dunleavy a fine gara – i miei compagni hanno fatto un gran lavoro per trovarmi nelle giuste situazioni, ho messo qualche tiro e abbiamo vinto facilmente“.
Anche Jermaine O'Neal, che dopo un inizio complicato sta ritrovando la migliore condizione e una buona continuità , era decisivo con 22 punti in appena 27 minuti frutto di un ottimo 11-18 al tiro, prima di uscire per raggiunto limite di falli. "Stiamo giocando da grande squadra, muoviamo bene la palla in attacco e giochiamo bene in difesa". Diceva O'Neal.
"Una gara fantastica. Abbiamo avuto qualche problema ma Dunleavy ci ha trascinati, sta avendo un anno fantastico per noi, l'anno di una carriera. Gli abbiamo affidato la palla in mano". Commentava a fine gara il coach Jim O'Brien. "Jermaine ci ha guidati nel primo tempo e Mike nel terzo quarto".
Anche Troy Murphy con 17 punti, grazie anche ad un fantastico 5-8 nelle triple, contribuiva alla vittoria.
Nella vittoria seguente, in casa contro i Sixers per 102-85, l'assenza di Jamaal Tinsley veniva ricambiata da una grande serata da parte di Marquis Daniels, vestitosi per l'occasione da eroe. L'ex Dallas Mavericks giocava tanti minuti da point guard segnando 26 punti con addirittura un ottimo 3-4 da 3 da sempre suo tallone di achille, meritandosi il soprannome “Quisy for threezy” datogli da alcuni commentari delle partite dei Pacers.
Un Daniels che aveva detto espressamente al coach di voler partire dalla panchina, nonostante sia diventata ormai la vera e propria point guard di ricambio. “Ho detto a Jim di cominciare dalla panchina perché dalla panchina posso avere una buona prospettiva della gara in entrambe le metà campo, per sapere cosa fare". Diceva Daniels.”Gli ho chiesto se volesse cominciare dal primo minuto - diceva invece il coach – a lui interessava finirla la gara, non importava chi cominciasse“.
Il posto in quintetto base veniva afferrato da Andre Owens, che nella sua carriera NBA solo due volte lo aveva fatto, con la maglia dei Jazz nel 2005. Finiva con 5 punti, 3 assists, 2 rubate e neanche una palla persa in 18 minuti di impiego prima di uscire anticipatamente dalla gara per un taglio ad un dito della mano destra.
“Jamaal è la nostra fonte di gioco, ma anche in passato altri lo hanno saputo sostituire, come hanno fatto Andre (Owens) e Marquis (Daniels) oggi – diceva O'Neal – e quando abbiamo un grande contributo dalla panchina diventiamo una squadra difficile da avere a che fare“.
Era una gara particolare per coach O'Brien, visto che ritrovava i suoi ex Sixers che lo licenziarono dopo una stagione vincente culminata con l'accesso nei playoffs. "Volevamo vincere anche per lui". Commentava Daniels.
Ad intervallare un momento molto positivo, una bruciante sconfitta in casa dei Minnesota Timberwolwes per 131-119 (al momento la peggiore squadra della lega, avevano vinto solamente 3 delle 24 partite giocate) faceva tornare con i piedi per terra i Pacers. Quest'ultimi riuscivano a sprecare 21 punti di vantaggio guadagnati nel primo quarto e a subire ben 111 punti nei 36 minuti rimanenti, il tutto anche con l'ennesima gara superlativa di Dunleavy, autore di 30 punti. Era la quinta volta che i Pacers perdevano una partita dopo aver avuo un vantaggio in doppia cifra.
25 punti di Danny Granger conducevano i Pacers alla vittoria per 93-85 sui Wizards, facendo finire il team con una vittoria prima di Natale, anche se la squadra della capitale doveva fare a meno di Butler e Arenas più altri giocatori importanti. “Non dobbiamo dare importanza se le altre squadre hanno tutti i giocatori o nessuno, noi dobbiamo vincere". Il commento del coach.
Una partita che incoronava ancora una volta Kareem Rush, divenuto ormai il primo cambio dalla panchina, finiva con 15 punti in 22 di impiego. “Kareem sta veramente giocando bene – ha detto O'Brien – basta guardare le sue ultime 5 o 10 gare, sta tirando ad altissime percentuali, da 2 e da 3 e ha avuto un grande impatto dalla panchina anche questa volta“.
Per Rush le cifre parlano chiaro: 11.6 punti nelle precedente 7 gare, tirando col 53% dal campo, compreso un 50% nelle triple, mentre il 31%, col 26% da 3 punti nelle sue prime 19 gare. Una metamorfosi radicale.
Che Rush sapesse tirare lo sapeva anche Larry Bird quando in estate lo rispedì nella NBA dopo una stagione in Lituania, ma all'inizio ci sono stati problemi non solo al tiro, ma anche in difesa. Negli ultimi tempi però il giocatore ha ritrovato il suo tiro e si è sacrificato in difesa.
“E' la favola della nostra squadra – ha detto su di lui Jermaine O'Neal – abbiamo ora un giocatore in grado di creare gioco e mettere buoni tiri“.
O'Brien dice che di Rush è migliorato il gioco senza palla. Addirittura nella fase difensiva, quando Granger è in panchina O'Brien gli ha affidato l'esterno più pericoloso della squadra avversaria, sintomo di grande fiducia. “Sta facendo buone cose in difesa – ha detto O'Brien – ha capito i nostri schemi e ha una buona intelligenza cestistica“.
Rush per quanto riguarda la fase offensiva non vuole essere considerato un giocatore monodimensionale. “Non voglio essere solamente un tiratore, voglio essere un giocatore all-around – ha detto Rush – cerco di aiutare la squadra in tanti aspetti e nelle cose che il coach ama“.
Se da una parte c'è grande entusiasmo per la riscoperta di Rush, dall'altra sta perdente molto credito l'ala Shawne Williams, che ha giocato appena 25 minuti in totale nelle precedenti cinque uscite. Ma anche il rientro di Ike Diogu contro Minnesota dopo un mese e mezzo di stop (10 punti in altrettanti minuti di impiego) ha peggiorato le cose per l'ex Memphis al secondo anno in NBA.
“E' dura per me – ha detto O'Brien – ho parlato a lungo con Shawne su questo, non c'è niente che stia facendo male…penso che quando abbiamo tutti i lunghi a disposizione lui può tornare a giocare come ala piccola, il ruolo più naturale per lui, ma al momento i ragazzi che stanno uscendo dalla panchina stanno giocando a grandi livelli. Il momento di Williams tornerà “.
Non tutti i giocatori sono però a disposizione del coach. David Harrison infatti si è nuovamente infortunato e ne avrà per almeno 15 giorni. “Sto seriamente pensando che qualcuno abbia utilizzato una bambola voodoo contro di me“. Il commento scherzoso del pivot.
Non fa più notizia ormai, ma il centro Courtney Sims è stato nuovamente tagliato dopo essere stato rifirmato, un tira e molla giunto al terzo capitolo che sembra però aver trovato fine nonostante l'infortunio di Harrison, visto il rientro e pieno regime di Diogu.
Scontro diretto per la quarta posizione nella Eastern Conference contro Atlanta, trasferta a Detroit che poi ricambierà giocando alla Conseco Fieldhouse. Questi i prossimi appuntamenti dei Pacers.
A risentirci al prossimo report, l'ultimo dell'anno.