Rockets, partenza a… razzo

Tracy McGrady schiaccia nel canestro dei Lakers nell'opener.

Sono diversi gli strascichi che gara 7 del primo turno di playoffs della Western Conference del 2007 ha lasciato, specialmente in casa degli Houston Rockets, i quali stanno vivendo questo particolare momento di grazia con la coscienza di chi sa di essere forte e di esserlo stato, ma non ancora abbastanza da dimostrare di essere una garanzia quando arriva il mese di maggio.

Sono ripartiti da molte certezze questi texani, appartenenti ad un triangolo delle Bermuda che comprende pure i cugini di San Antonio e Dallas, trittico di squadre appartenenti alla stessa zona che costituisce un blocco di assoluto livello per chi, come Phoenix e Utah, vorrà  riprovare la scalata al titolo ad Ovest, che fino a quando il campo non dirà  il contrario sarà  a piena portata di una delle appartenenti alla terra dei cowboys.

I Rockets sanno che di questo magnifico trio sono probabilmente la squadra più debole, o meglio quella che ha meno esperienza da offrire in postseason: gli Spurs ed il loro curriculum di argenteria fanno capitolo a sé, ed è utile non farsi tradire dalla clamorosa uscita di Dallas contro Golden State e pensare invece che il nucleo che ha fatto la Finale contro gli Heat è pressoché intatto, e che le motivazioni date dalla precoce eliminazione appena menzionata non possono che essere forti.

Si riparte quindi da un più che discreto 6-1, valido a trarre qualche indicazione sommaria in attesa che la competizione si faccia feroce, ma pur sempre consono per capire che qualcosa, nella città  della Nasa, è cambiato.

"Top of his game"

In una recentissima intervista rilasciata alla Espn, Tracy McGrady si è indicato quale giocatore al top della carriera, ovvero quel punto dove l'esperienza di gioco e la maturazione della persona si incrociano e consentono di elevare le proprie prestazioni con picchi mai toccati prima.

In queste prime uscite è stato chiaro un fatto: mettiamola come vogliamo, è vero che l'attacco ha una fluidità  completamente diversa grazie al nuovo sistema di Rick Adelman, è vero che i realizzatori presi nella offseason stanno dando ognuno il proprio contributo, ed è vero che la granitica difesa che predicava Van Gundy dodici mesi fa ha perso qualcosina (ma è comunque la terza Nba per punti concessi), ma la verità  che scaturisce da tutto ciò è una ed inequivocabile. Senza T-Mac gli Houston Rockets non sono da competizione.

Sebbene sia prestissimo per sbilanciarci su un'impropria analisi psicologica di quanto accaduto nei playoffs durante la sua carriera, tutto sommato dobbiamo perlomeno provare a credere che qualcosa sia cambiato nella testa di McGrady.

Già  nel campionato scorso diede diversi motivi di pensarlo, spendendo la sua leadership per coprire le evidenti lacune dei compagni, prendendosi la squadra interamente sulle spalle quando la maledizione degli infortuni colpì uno Yao Ming di livelli Mvp, quando si dichiarò davanti ai microfoni completamente colpevole dell'eliminazione dei Rockets nonostante le colpe, che anche lui in parte aveva, fossero da attribuire a molti compagni che tradirono nel momento della verità , oltre che ad un attacco che dipendeva troppo dalla sua stessa inventiva.

Nel presente torneo McGrady è partito direttamente in quinta, provvedendo a risultare determinante in tutte le prime uscite dei Rockets, in una salsa o nell'altra: contrariamente all'editto-Van Gundy secondo il quale l'attacco doveva passare anzitutto dal post, T-Mac, reso libero dalle catene offensive del vecchio coach, si è dato da fare con 27 punti a partita (terzo marcatore Nba), dando spettacolo nella sfida diretta contro Kobe Bryant nella serata di apertura (45-30 per Jellybean junior, ma vittoria texana), prendendosi la prima piccola rivincita personale in casa dei Jazz, sotterrati dai suoi 47 punti con il 63% al tiro, diventando all'occorrenza altruista quando la situazione gli richiedeva di segnare meno e di creare maggiori opportunità  ai compagni come dimostrato dai 40 assist smazzati in 7 partite, senza per questo dimenticarsi di dare una preziosa mano a rimbalzo (5.9 la media).

La continuità  con cui Houston va a canestro nasce e muore con lui, che senza i tormenti della schiena è tecnicamente uno dei primi quattro giocatori di tutta la lega.

1-2 punch

E' un mostro a due teste quello di cui si sta parlando, nel senso che se McGrady è quello che fa girare gli ingranaggi, è altrettanto vero che nessuno oggi dispone di un big man dotato della tecnica e dei centimetri di Yao Ming.

Adelman ha risposto correttamente a chi gli faceva notare che i palloni giocati in post basso non erano poi così tanti nelle prime partite, e che per far giocare al meglio il cinese era necessario coinvolgerlo presto, offensivamente parlando.

A giudicare dai 30 punti di media delle ultime 3 gare, il messaggio è stato recepito. Le medie generali, invece, raccontano di 24 punti e più di 10 rimbalzi a partita uniti ai provvisori massimi in carriera di assist e stoppate, il che fa pensare che siamo forse pronti a rivedere in azione il sontuoso giocatore che prima di infortunarsi aveva fatto scintille.

Ming ha ancora margini di miglioramento, il suo gioco è diventato un pelo più aggressivo che in passato, sta andando a rimbalzo abbastanza bene ed i problemi di turnovers (4 a gara) non sono ancora stati risolti.

Il passo avanti più significativo, per il momento, è stato da lui compiuto in termini di scelte, aspetto di non poca rilevanza del nuovo sistema di gioco, nel senso che Yao è migliorato nel riconoscere l'arrivo del raddoppio smistando di conseguenza la palla ad un compagno libero (ecco motivati gli assist), soluzione che consente alla fase offensiva di cercare un ulteriore passaggio verso il tiratore smarcato, nonché di cercare il re-post o addirittura un pick'n'roll.

Il cinese è salito agli onori di cronaca proprio in questi giorni, in quanto l'attesissima sfida con il connazionale Yi Jianlan ha catalizzato l'attenzione dei media.

E' stato stimato che in Cina vi fossero più di 200 milioni di spettatori pronti a testimoniare lo storico evento, il primo scontro tra i due migliori talenti della nazione all'interno del campionato più bello del mondo, sfida vinta dal più navigato ed esperto Yao, che davanti ai microfoni ha dimostrato senso dell'umorismo (non vorrà  mica passare davanti a Shaq anche qui"vero?), rispondendo alla domanda "Pensi che Yi diventerà  un migliore giocatore rispetto a te?" con un semplice "Mi pare logico, io sono più vecchio di lui""

Cast is supporting

Se i Rockets vincono, lo si deve anche alle risposte delle seconde linee.
Shane Battier, oltre che fornire la solita puntuale difesa contro l'elemento avversario più pericoloso è stato il risolutore della sfida contro i Lakers mettendo il canestro della vittoria da oltre l'arco dei tre punti, ed è un giocatore più importante di quello che il suo scarso coinvolgimento offensivo dica, Rafer Alston è per il momento la point guard titolare il cui incarico è semplicemente quello di fare meno disastri possibili, Bonzi Wells è il miglior non acquisto della offseason in quanto la cura "Adelman parte seconda" sta dando frutti inaspettati.

Una delle chiavi di volta delle gare di Houston è infatti l'ingresso in campo di Bonzi, che spesso coincide con quello di un altro elemento caldo della panchina, Mike James: Adelman preferisce utilizzarli a partita iniziata per cambiare ritmo, cercando possibilmente di squilibrare a proprio favore le marcature tramite l'inserimento di due ulteriori realizzatori, sfruttando i punti istantanei delle mani di James (molto discontinuo al tiro, comunque) ed il rinnovato vigore del precedentemente disperso Wells, già  responsabile di un bel 14+15 (rispettivamente punti e rimbalzi) contro San Antonio, numeri che ricordano i suoi giorni migliori.

La fase difensiva è aiutata inoltre dalle presenze di Chuck Hayes e Luis Scola, ali che fanno dell'attività  la loro caratteristica principale. Hayes è il miglior investimento qualità /prezzo che la franchigia poteva fare in estate, dato che con la pancia piena dopo la firma del nuovo contratto non ha perso un grammo dell'intensità  che mette tutte le sere in campo, continua ad anteporre la sua figura massiccia e limitata in statura contro corpi più possenti del suo senza paura e con discreti risultati, l'apporto di rimbalzi, 7.5 in 24 minuti medi, è molto buono.

Scola è un moto perpetuo, non si tira indietro se c'è da accettare un cambio difensivo ed è lesto a rientrare sul suo uomo quando la difesa lo richiede: il suo contributo offensivo non è certo esaltante, come non lo è il minutaggio, ma le piccole cose che è in grado di fare possono cambiare una partita in positivo senza necessariamente andare a referto; un giocatore navigato come lui, rookie di 27 anni, deve pur pagare uno scotto entrando nella Nba, e le cose non possono che migliorare.

Cosa andrebbe migliorato in questo quadro così roseo? Diciamo che lavorare sulla mentalità  di squadra nel quarto periodo, quando si tende a subire delle mini rimonte, è in cima alla lista, così come urge migliorare la 22ma percentuale della lega nelle conclusioni, e sensibilizzare il roster nell'avere cura del pallone visto l'alto numero di turnovers che i Rockets hanno commesso.

Non va certo migliorata, ma ad essa va prestata attenzione, la gestione di Luther Head e Steve Francis.

Head, miglioratissimo nella transizione tra il 2006 ed il 2007 ed importante sesto uomo nel campionato scorso ha perso diversi minuti per la presenza di James, ha segnato solamente 13 punti totali e nonostante Houston abbia appena esteso il suo contratto da rookie come consentito dai regolamenti non è detto che prima o poi non debba fare i conti con una sua potenziale insoddisfazione.

Stesso discorso per The Franchise, alla sua seconda avventura in maglia biancorossa, finora inutilizzato e costretto a guardare gli altri giocare: nonostante la positività  delle sue dichiarazioni alla stampa, alla quale ha detto di essere pronto a soffrire e di essere contento del supporto del pubblico che lo acclama, il suo passato di testa calda fa sì che l'organizzazione debba prestare la massima attenzione a tutte le situazioni di spogliatoio, perché il rischio di rovinare un così bel giocattolo è decisamente troppo alto e costoso per chi, come T-Mac e Ming, ha una sola cosa in testa.

Escludendo le vittorie contro Milwaukee, Charlotte e Portland, squadre che non hanno fatto i playoffs l'anno scorso, si può dire che questo inizio di campionato abbia portato davvero dei cambiamenti in seno alla terza potenza del Texas, ovviamente considerato che la strada da fare è lunghissima: intanto sono arrivate importanti affermazioni contro i Lakers di Bryant, la cui sola presenza in campo rende imprevedibile il risultato finale di una singola gara, e contro Utah in trasferta dopo un inizio in salita.

Ci riesce difficile comprendere l'accanimento di qualche giornale dopo la sconfitta di Dallas, sicuramente dura da digerire perché maturata dopo aver controllato l'intera gara ed aver bucato il quarto periodo, soprattutto dopo che la squadra ha reagito sconfiggendo l'avversario che soffre maggiormente, gli Spurs campioni in carica.

E' pur vero che chi vuole il titolo deve vincere le partite che contano, ma sono considerazioni che non sembrano consone a questo momento iniziale della stagione.

I Rockets versione 2007/2008 sono sicuramente una squadra da playoffs, possono giocarsela con chiunque in singola partita e daranno fastidio alle super potenze di una Southwest Division sempre più dura, nella quale anche gli Hornets iniziano a fare la voce grossa, fatto che rende una competizione già  alta ancor più serrata.

Sono anche una squadra in grado di fare strada nei playoffs? Presto per dirlo, lo sapremo solo al momento della verità , ma se le indicazioni sono queste, le premesse non possono che essere buone.

Chi ben comincia"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Informativa cookie

Per far funzionare bene questo sito, a volte installiamo sul tuo dispositivo dei piccoli file di dati che si chiamano "cookies". Anche la maggior parte dei grandi siti fanno lo stesso.

Cosa sono i cookies?

Un cookie è un piccolo file di testo che i siti salvano sul tuo computer o dispositivo mobile mentre li visiti. Grazie ai cookies il sito ricorda le tue azioni e preferenze (per es. login, lingua, dimensioni dei caratteri e altre impostazioni di visualizzazione) in modo che tu non debba reinserirle quando torni sul sito o navighi da una pagina all'altra.

Come utilizziamo i cookies?

In alcune pagine utilizziamo i cookies per ricordare:

  • le preferenze di visualizzazione, per es. le impostazioni del contrasto o le dimensioni dei caratteri
  • se hai già risposto a un sondaggio pop-up sull'utilità dei contenuti trovati, per evitare di riproportelo
  • se hai autorizzato l'uso dei cookies sul sito.

Inoltre, alcuni video inseriti nelle nostre pagine utilizzano un cookie per elaborare statistiche, in modo anonimo, su come sei arrivato sulla pagina e quali video hai visto. Non è necessario abilitare i cookies perché il sito funzioni, ma farlo migliora la navigazione. è possibile cancellare o bloccare i cookies, però in questo caso alcune funzioni del sito potrebbero non funzionare correttamente. Le informazioni riguardanti i cookies non sono utilizzate per identificare gli utenti e i dati di navigazione restano sempre sotto il nostro controllo. Questi cookies servono esclusivamente per i fini qui descritti.

Che tipo di cookie utilizziamo?

Cookie tecnici: Sono cookie necessari al corretto funzionamento del sito. Come quelli che gestiscono l'autenticazione dell'utente sul forum.

Cookie analitici: Servono a collezionare informazioni sull'uso del sito. Questa tipologia di cookie raccoglie dati in forma anonima sull'attività dell'utenza. I cookie analitici sono inviati dal sito stesso o da siti di terze parti.

Quali sono i Cookie di analisi di servizi di terze parti?

Widget Video Youtube (Google Inc.)
Youtube è un servizio di visualizzazione di contenuti video gestito da Google Inc. che permette a questa Applicazione di integrare tali contenuti all'interno delle proprie pagine. Dati personali raccolti: Cookie e Dati di utilizzo. Privacy policy

Pulsante Mi Piace e widget sociali di Facebook (Facebook, Inc.)
Il pulsante "Mi Piace" e i widget sociali di Facebook sono servizi di interazione con il social network Facebook, forniti da Facebook, Inc. Dati personali raccolti: Cookie e Dati di utilizzo. Privacy policy

Pulsante +1 e widget sociali di Google+ (Google Inc.)
Il pulsante +1 e i widget sociali di Google+ sono servizi di interazione con il social network Google+, forniti da Google Inc. Dati personali raccolti: Cookie e Dati di utilizzo. Privacy policy

Pulsante Tweet e widget sociali di Twitter (Twitter, Inc.)
Il pulsante Tweet e i widget sociali di Twitter sono servizi di interazione con il social network Twitter, forniti da Twitter, Inc. Privacy policy

Come controllare i cookies?

Puoi controllare e/o verificare i cookies come vuoi - per saperne di più, vai su aboutcookies.org. Puoi cancellare i cookies già presenti nel computer e impostare quasi tutti i browser in modo da bloccarne l'installazione. Se scegli questa opzione, dovrai però modificare manualmente alcune preferenze ogni volta che visiti il sito ed è possibile che alcuni servizi o determinate funzioni non siano disponibili.

Chiudi