I Nets imparano a vincere

La panchina esulta per il canestro decisivo di Cliffy

La reazione è arrivata. Forte, netta e inequivocabile.
I dubbi che la sconfitta di Minnesota aveva creato sui Nets, sulla loro solidità  difensiva e sul loro carattere, lasciano spazio a limpidissime certezze.

La squadra è prima nell'Atlantic Division, ha un bilancio di nuovo in pareggio dopo essersi inabissata ad 11-20, e sa come si vince. Unico problema: la gestione del vantaggio.

Numbers

Nets - Pacers 105 - 95
Bobcats - Nets 85 - 92
Knicks - Nets 100 - 101
Nets - Magic 101 – 94

Flashback

La settimana inizia dal Martin Luther King Day, quando alla Continental Airlines Arena si ripropone la sfida del primo turno dei Playoff 2006 contro i Pacers, reduci da una cocente sconfitta contro Dallas.

Per l'occasione coach Frank ha caricato i suoi giocatori citando loro un celebre aforisma del reverendo di Atlanta: «La vera misura di un uomo non si vede nei suoi momenti di comodità  e convenienza, bensì tutte quelle volte in cui affronta le controversie e le sfide».

L'effetto MLK si sente sul parquet quasi immediatamente, giusto il tempo di prendere qualche contromisura a rimbalzo, per non concedere troppi extra-possessi a Jermaine O'Neal e compagni, giusto il tempo per Vince Carter di aggiustare la mira dopo un imbarazzante airball e ricordarsi che gioca in casa, dove tira con il 38,6 % dall'arco.

Terminato il rodaggio infatti i Nets iniziano a giocare nel modo che prediligono: transizioni veloci e tiri ad alta percentuale, e per alta si intende 77%, registrato a 5 minuti dal termine della prima frazione, sul punteggio di 22 - 16 per i padroni di casa. Carter segna, ma è bravo anche nel coinvolgere i compagni, soprattutto Mikki Moore beneficia della vena altruista di VC, che servito sotto canestro non si fa pregare a schiacciare energicamente in faccia al malcapitato Stephen Jackson.

Sul finire del quarto, con il vantaggio stabilizzato sulla doppia cifra e la resistenza di Indiana che sembra già  abbondantemente soverchiata, Frank, come al solito, pesca dalla panchina il suo gioiellino Williams, Nachbar e Boone, che tengono bene il campo concludono i primi 12' sul 35 - 24.

La UCONNection Williams – Boone, con le staffilate di House e la saggezza cestistica di Robinson, guida la squadra al +19. A questo punto inizia il walzer di quintetti inediti, che culmina con uno smallball dantoniano composto da Williams, Kidd, Jefferson, Carter e Collins.

Si va all'intervallo lungo sul 59 - 40, con la partita che sembra archiviata per quanto concerne il risultato, data la scarsa vena della lineup dei Pacers, ma che serve ai Nets per riprendere fiducia, come si evince dai numeri. 58% al tiro e 2 sole palle perse nel primo tempo.

Nella seconda metà  la concentrazione dei Nets cala e aumentano gli errori, ma i Pacers non ne approfittano, così quando Vincredible infila la bomba dell' 86 - 59, può lasciarsi andare ad un'esultanza particolare, mimando un tiro al bowling, uno dei suoi passatempi preferiti.

Nell'ultimo quarto si respira aria di altri tempi, aria di vecchio continente, perché per i Pacers sono in campo, insieme, Maceo Baston e Saras Jasikevicius, compagni di tante vittorie in Europa col Maccabi Tel Aviv. E in seguito all'alley oop alzato dal lituano, che Baston conclude schiacciando a due mani, coach Frank comincia a spazientirsi, chiama timeout e schiarisce le idee al suo quintetto, che anche se sul +20, sembra non avere più voglia di giocare.

Sono le triple di Jasikevicius ad impensierire di più i Nets, che vedono il loro margine diminuire fino al 95 - 80 a 6 minuti dalla conclusione della partita. Troppo presto per mollare, perciò starting five di nuovo in campo, e Moore a fare la voce grossa, siglando 5 punti in un amen e riconquistando un pallone subendo lo sfondamento di Granger.

Nel garbage time Indiana si avvicina di nuovo, ma questa volta il tempo a disposizione dei ragazzi di Rick Carlisle non è davvero sufficiente.

Alla fine è Carter il miglior realizzatore del match con 31 a referto, e un convincente 5/8 da 3. Kidd, che per la 33° volta in carriera finisce ad un solo rimbalzo dalla tripla doppia, collezionando 19 punti e 10 assist, vede in Mikki Moore un protagonista del 17° successo stagionale:" Lui non è molto pesante, però comprende bene il suo ruolo e si è rivelato un valore aggiunto per noi ".

Cambia il palcoscenico, ma non la musica suonata da New Jersey, che mercoledì è di scena in North Carolina, in casa dei Bobcats, per ottenere la seconda vittoria consecutiva.

La giovane squadra di Bernie Bickerstaff non permette subito la fuga ai Nets, che faticano a trovare comode soluzioni in attacco, vengono costretti a tiri dalla distanza e non riescono a produrre recuperi e giochi veloci per allentare le maglie difensive di Charlotte.

Il primo quarto vede i Nets in vantaggio 18 - 20, ma è nel secondo che gli equilibri vengono sconvolti.

E' una schiacciata di Carter, il suo quarto punto, a scuotere il match. Nei 6:30 minuti finali della seconda frazione New Jersey lascia 5 punti agli avversari, realizzandone 18 e tornando in spogliatoio in vantaggio di 19 lunghezze. Ce n'è abbastanza per fare esplodere Bickerstaff, che proprio poco prima della sirena si fa espellere per proteste molto accese nei confronti dei direttori di gara.

Il tiro da 3, fatto insolito in trasferta, premia la squadra di coach Frank, che fa registrare un ottimo 7/13. Al contrario i Bobcats tribolano in attacco, ma è di nuovo un calo di tensione, e un abbondante, ma doveroso, utilizzo delle seconde linee a far rientrare in partita Charlotte.

Dopo il 39 - 62 firmato Carter, che fa suo il ferro con una spettacolare bimane, infatti, il ritmo scema, e di spettacolare rimane ben poco. I Bobcats, grazie a qualche eccessiva forzatura di Williams, guadagnano terreno, e si riportano a - 14 alla fine del terzo quarto.

Il quarto periodo comincia all'insegna della pressione a tutto campo per i padroni di casa, che ci credono, ma devono fare i conti con la serata storta di Adam Morrison. Si affidano al grintoso Carroll che limita al meglio Carter in attacco e grazie ad alcune iniziative personali tiene viva la speranza della rimonta.

Dopo che Nachbar porta il risultato sul 63 - 83 realizzando il suo decimo - e ultimo - punto, inizia il calvario dell'attacco dei Nets, che per ben 5 minuti netti non riesce a perforare la retina di Charlotte. Okafor è una presenza dominante sotto le plance, va a rimbalzo quasi incontrastato e Felton è lucido nel guidare l'attacco e in grado di colpire anche da fuori. Quando Hollins, a quasi 6 minuti dal termine dell'incontro, sigla il layup del -7, Frank rimanda in campo i titolari, richiamando Robinson, autore di un'infelice 2/7 dal campo, e chiedendo a Collins di contenere lo strapotere a rimbalzo di Okafor.

E Collins esegue, solo che con la partita in bilico e un margine tra le due squadre tra i 12 e i 7 punti, Charlotte sceglie il fallo sistematico proprio sul numero 35. Forse il prodotto di Stanford è talmente lusingato dal trattamento riservatogli, una versione moderna dell' Hack-a-Shaq, che si lascia tradire dalla propria mano e nel quarto quarto, con 5 viaggi in lunetta, manda a bersaglio solo 3 tiri, per un totale di 3/12. Questa volta è la difesa a regalare la vittoria ai Nets, che limitano bene Morrison nel finale.

E' ancora Carter il miglior realizzatore, con 26 punti, ma la sua prestazione si offusca nel quarto quarto, quando conclude più volte forzando, commettendo errori e anche uno sfondamento.
Un dato poco confortante viene dai rimbalzi, dove New Jersey è sotto 53 - 41, e ne lascia 21 al solo Okafor, mentre è positivo il saldo perse - recuperate, chiave dei parziali che New Jersey infligge ai Bobcats.

Alla domanda su come mai la sua squadra sembri addormentarsi in alcuni frangenti, coach Frank risponde:"Anche le altre squadre vogliono vincere, e cercano di metterci in difficoltà . Noi dobbiamo desiderare la vittoria più dei nostri avversari". Carter, nel dopo partita è tranquillo e fiducioso per il futuro: "Abbiamo capito come si vince", sentenzia sorridente.

Quale migliore vetrina del Garden, e del derby con i Knicks, per dimostrare ancora che VC non si sbaglia. La vigilia in casa Nets è tutta per Eddy Curry. Il big man di Calumet City, il migliore dell'Atlantic Division, è nei pensieri di Collins e Moore, che ne esaltano le doti fisiche e realizzative. In particolare Moore, che gli rende circa 70 libbre, indica nella difesa di squadra il metodo giusto per ostacolarlo.

Dopo la palla a due quindi si assiste a raddoppi sistematici su di lui, che gli impediscono sicuramente di essere efficace come suo solito, ma aprono anche il campo per le incursioni di Marbury, che non si fa pregare e attacca il ferro con la sua terrificante velocità .

Per New Jersey è invece il terzetto Carter - Kidd - Moore a rendersi più pericoloso, contribuendo con 18 punti nel primo quarto, nel quale il match è in sostanziale equilibrio.

Un primo solco New Jersey lo scava ad inizio secondo quarto, concedendo a New York un solo canestro su azione nei primi 7 minuti, raggiungendo il massimo vantaggio di 29 - 40.
E' Starbury a spezzare l'incantesimo e ad ispirare la rimonta, ben supportato dal sophomore Frye, da Crofford e Q Rich - 10 i punti per lui in questa frazione.

Si va dunque al riposo con il tabellone che indica un vantaggio di 6 lunghezze per New Jersey, che conduce negli assist per 9 - 16, e perde meno palloni, 4 contro i 9 dei Knicks.

Isiah Thomas sceglie la difesa a zona per limitare le capacità  in transizione offensiva di Kidd, ma anche per sfidare i Nets al tiro da fuori, soluzione che scelgono volentieri, ma che li penalizza fortemente. Solo Jefferson sembra avere le energie necessarie per penetrare e concludere sotto canestro.

Nell'altra area Curry viene contenuto con i falli e va spesso in lunetta, dove sbaglia però la metà  dei suoi tentativi. Il pitturato è presidiato dai lunghi di Lawrence Frank, che concedono agli avversari, abituati ad una media di 49, solo 22 punti da sotto canestro.

Per ovviare al quarto fallo di Collins, riconoscendo che Moore o Robinson da soli non possono contenere Curry, anche Frank passa alla difesa a zona, congelando il vantaggio sugli 8 - 10 punti.
In attacco la palla gira bene, e RJ è sempre il più pronto a tagliare la difesa con le sue incursioni.

Il risultato finale sembra già  scritto quando a 3:43 dal termine Carter raccoglie un rimbalzo in difesa e fa correre Jefferson, che dopo un paio di palleggi serve Kidd sotto canestro pronto a depositare 2 punti e subire il fallo di frustrazione di Richardson: 83 – 95.

Un minuto più tardi, dopo i liberi di Kidd per l' 89 - 99, succede l'impensabile. New Jersey non è più capace di segnare. I consueti giochi di isolamento per Carter non sono per nulla sfruttati da VC, che si prende jumper fuori equilibrio, triple fuori ritmo, o falli che non concretizza dalla linea, con un tondo 0/2 ad 1:22 dal termine.

Sulle disgrazie offensive dei cugini campeggia Marbury, scatenato nei minuti finali, che mette a referto 7 punti e trascina tutto il Madison Square Garden all'ultimo possesso, sotto di uno, con i Nets che proprio non riescono a valicare il muro dei 100.

Per l'ultima azione lo specialista è Jamal Crawford, che in questa stagione ha già  dimostrato di poter fare male nei momenti caldi. Stavolta però il suo jumper è fuori, ma un'infausta rotazione difensiva porta Collins a dover tagliare fuori Lee e Curry insieme. Non proprio il compito più semplice del mondo. Così il giovane David arpiona il rimbalzo e infila il +1 quando il cronometro lascia 9 secondi a Carter per trovare finalmente un canestro.

VC contro Jeffries sceglie la soluzione di forza e il suo tiro è impreciso, ma Robinson, mal controllato da Curry, riesce a rubare a tutti il tempo e correggere per i due punti che valgono la quinta vittoria consecutiva dei Nets al Madison. Tra lo sconforto generale ovviamente Robinson va verso la panchina trionfante, perché a 38 anni suonati riesce ancora ad essere decisivo, e in 29 minuti sul parquet colleziona 11 punti e 6 rimbalzi.

"In realtà  stavo aspettando che Vince me la passasse nell'angolo", rivela Cliffy, "Ha preso una buona iniziativa, ma non è riuscito a realizzare. Tutta la difesa è collassata intorno al canestro, così io sono riuscito ad avvicinarmi e a metterci una mano".

Il segreto dell'eterna giovinezza di Robinson?
"Con lui mai parlare di età , crede ancora di avere 30 anni" scherza coach Frank.
"Siamo una banda di veterani. C'era ancora tempo, e siamo felici che Cliff fosse al posto giusto nel momento giusto", sono le parole di Kidd, dopo l'ennesima prestazione granitica con 23 punti, 7 rimbalzi e 9 assist.

Per l'ultima gara settimanale si torna a East Rutherford, dove i Magic, sorpresa ad Est del primo mese di regular season, sono decisi ad interrompere la striscia positiva dei Nets anche se privi di Grant Hill. Coach Bob Hill schiera subito i suoi a zona, atteggiamento tattico che manterrà  per buona parte della gara, e che nel primo tempo costringe New Jersey ad un compromettente 13/38 totale.

Jameer Nelson ha un inizio strepitoso: tira, passa, palleggia tra le gambe di Jefferson e con 5 punti consecutivi porta Orlando sul 13 - 15. Se da una parte i Nets non trovano canestri da lontano, dall'altra però i Magic non possono contare su Howard, tallonato da Collins, che lo intimidisce non poco, costringendolo alla peggior prestazione in carriera.

Il testa a testa del primo quarto si interrompe quando Marcus Williams – galvanizzato da una penetrazione conclusa in layup in faccia a Howard e Milicic che gli frutta anche un aggiuntivo – nel secondo quarto si perde in passaggi spettacolari o forzature nei primi secondi dell'azione. Dopo 3 turnover filati coach Frank lo fa riaccomodare in panchina, ma Orlando è già  a +8. Sono le triple di JJ Redick e le parabole perfette di Turkoglu a spingere i Magic, che sopperiscono all'inefficienza di Howard con il 58,3% da 3.

Per i Nets invece è buio pesto. Carter e House litigano col ferro, mentre le poche volte che i due provano a scardinare la zona col palleggio, trovano sempre dei buoni scarichi sulla linea di fondo per RJ che è lesto nel realizzare. L'half time è provvidenziale per i padroni di casa, sotto di 10 punti.

Ma il secondo tempo non inizia affatto bene per la squadra di Lawrence Frank. Il quarto fallo di un irriconoscibile Howard fa rientrare in campo Darko Milicic, che vede meglio il canestro rispetto al suo collega di reparto, e oltre a segnare si procura anche molti falli. E' ancora Turkoglu, con un notevolissimo step back jumper in faccia a Jefferson, a far volare Orlando sul 41 - 56.

A questo punto viene fuori il carattere di New Jersey. Carter, che nei primi 6 minuti del terzo quarto manda a bersaglio una sola tripla nonostante le svariate iniziative personali, scuote la Continental Airlines Arena con un layup rovesciato sulla linea di fondo, volando da una parte all'altra del canestro. E' l'highlight della serata, è l'azione che restituisce fiducia all'attacco dei Nets.

Se fino a quel momento il contributo dei giocatori alzatisi dalla panchina è stato minimo, da qui in poi diventa fondamentale. Nachbar ha una fiammata di 6 punti in 28 secondi che riportano i suoi sul 56 - 59, e il gap viene annullato sul finire della terza frazione quando prima House imbeccato da Jefferson segna il suo primo canestro su 7 tentativi, e successivamente è lo stesso RJ a concretizzare l'alley oop di Kidd, per il 69 - 68.

L'intensità  del match non diminuisce nell'ultimo periodo, che vede Howard abbandonare il campo con un solo punto a referto, 6 falli e 0/6 al tiro. E' Eddy House invece a dare la svolta alla partita. Con 15 punti sui 32 di squadra spezza la difesa a zona dei Magic e crea anche spazio per le soluzioni in avvicinamento. E' Orlando adesso a non segnare più, e sono solo 7 i punti in 8 minuti, contro i 20 di New Jersey, che difendono forte sui tiratori, costringendo anche Turkoglu all'errore.

Una volta raggiunto il massimo vantaggio con la bimane di Carter, per i Nets tornano in campo Williams, Boone e Adams, che non gestiscono al meglio il vantaggio, precipitato pericolosamente sui 5 punti, ma che non guasta il risultato finale e permette allo starting five di conservare preziose energie in vista del tour a ovest.

Come gridano i cronisti di YES: "The roof is on fire for Eddy House!"
E' lui l'eroe del match, bravo nel non demoralizzarsi dopo i primi 6 errori consecutivi.
"Devi continuare a provarci" dice il numero 50 a fine incontro. "Ero a 0/6, poi ho fatto 6/9. Non sai mai quando entri in ritmo. Tiravamo sempre smarcati, era solo questione di tempo, dovevamo aspettare che cominciassero ad entrare".

Coach Frank, molto soddisfatto della difesa su Howard, commenta così la serata altalenante al tiro:"Dobbiamo dare grande merito ad Orlando per aver scelto di difendere a zona, e noi all'inizio non abbiamo messo i nostri tiri. L'importante è restare fiduciosi".

Dopo la quarta W consecutiva, record stagionale per i Nets, Vince Carter esalta la sua squadra: "Siamo diversi adesso. Siamo quelli che ci aspettavamo di essere". Ora c'è la vetta dell'Atlantic Division, e anche il 50% di vittorie.

Main Character of The Week

Mikki Moore sta vivendo un sogno, una stagione così bella probabilmente non poteva aspettarsela nemmeno lui. Nel 2007 produce 10,8 punti e 7,8 rimbalzi in più di 31 minuti a partita.

Non si è mai espresso a questi livelli, ma lui pensa solo a migliorare: "I miei numeri non sono esattamente quelli che vorrei. So di dovere ancora migliorare molto" dice Moore. "Commetto ancora molti errori quando gioco, mentalmente e fisicamente".

La sua tenacia in campo è contagiosa, più volte in questa settimana è entrato deciso ad aiutare la sua squadra in tutti i modi possibili, con punti, rimbalzi e recuperi. Senza contare l'enorme esperienza che porta con sé. Dopo aver giocato a livello di college per Nebraska, Moore si è presentato al training camp dei Timberwolves per cercare di entrare in squadra, ma è stato tagliato. Così, dopo due anni in CBA e una stagione in Grecia, è tornato in patria: 4 stagioni con i Pistons ma anche esperienze in NBDL, poi Celtics, Hawks, Nets, Jazz, Clippers e Sonics.

Forse non ha mai trovato il suo ruolo, forse non gli è stata mai concessa un'occasione, ma non ha mai smesso di impegnarsi in allenamento. Una tradizione che vuole il giocatore più migliorato della lega con un profilo giovane e inesperto al suo primo anno di impatto non lo preoccupa: "Se dovessi ottenere questo riconoscimento non mi offenderei, ne sarei onorato" sintetizza con modestia.

Salvo poi invitare 26 tra amici e parenti da Orangeburg, South Carolina, alla partita di Charlotte, per mostrare loro cosa sa fare. Energico, esuberante ma affidabile.

Next Week

22/1 Kings - Nets
24/1 Warriors - Nets
25/1 Clippers - Nets
27/1 Nuggets - Nets

Preview

Il viaggio ad Ovest dei Nets inizia con una brutta notizia. Jefferson ha deciso di sottoporsi ad una operazione chirurgica per rimuovere dei frammenti cartilaginei che gli stanno provocando molti fastidi. La possibilità  che RJ scegliesse questa soluzione era nell'aria da diverso tempo, tanto che volta per volta lo staff medico doveva valutare le condizioni della sua caviglia.

La sua assenza stravolgerà  non poco l'assetto tecnico tattico di New Jersey, che nel suo ruolo può schierare Nachbar, più tiratore, ma meno incursore e rimbalzista. Se coach Frank non saprà  sopperire a questa seconda grande defezione - la prima è Krstic -, pescando l'ennesimo jolly (Adams?) dalla panchina, le buone prestazioni di questa settimana resteranno inutili.

Bonus Tracks

Nel 2009 i Nets si trasferiranno a Brooklyn, e il nuovo impianto si chiamerà  Barclays Center. La banca inglese pagherà  400 milioni in 20 anni per ottenere tale diritto.

Jason Collins, durante un'intervista nella giornata successiva alla partita contro i Bobcats, è stato bersagliato dagli scherzi dei compagni sulla figuraccia ai liberi nell'ultimo quarto. Antoine Wright lo ha addirittura apostrofato con il soprannome "Diesel"… il riferimento è chiaro.

Con i 5 punti segnati contro Orlando, Cliff Robinson diventa il 33° marcatore assoluto della lega, con 19.464 punti, superando Terry Cummings, a quota 19.460.

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