Nowitzki, prende in spalla i Mavs
Dopo l'inizio shock con le prime quattro partite di regular season perse, tutti avevano dati quasi per morti i Dallas Mavericks, la squadra di coach Avery Johnson, infatti, non somigliava minimamente a quella della stagione scorsa, irriconoscibile tanto in difesa quanto in attacco; inoltre sembrava che i giocatori risentissero ancora della "sbornia" post finale e non si fossero ripresi da quelle quattro partite perse in fila con Miami; Terry e Howard non davano una mano alla stella, Nowitzki, che a sua volta latitava nei momenti caldi delle partite, il supporting cast non forniva quanto richiesto a giocatori di quel calibro, e i nuovi acquisti non erano riusciti ancora ad integrarsi col resto della squadra.
Un inizio da cancellare, ma forse non del tutto, perché ai ragazzi di Cuban questa serie di sconfitte è servita per fare un bagno d'umiltà e rendersi conto che ripetere l'impresa dell'anno passato, con l'arrivo alla finale Nba, non sarà così facile quest'anno. Da quel momento in poi, però, i Mavs hanno cambiato registro, portando a casa 18 vittorie e 2 sconfitte nelle successive diciannove partite disputate, piazzandosi tra le prime posizioni della Western Conference assieme ai Jazz, agli Spurs e ai Suns.
Le dodici vittorie consecutive conseguite dopo l'inizio disastroso, sono state un monito per tutta l'Nba, attraverso il quale i Mavs hanno scacciato tutte le preoccupazioni nate attorno al loro gioco ed ai loro risultati, e attraverso il quale hanno fatto sentire anche la loro voce per quel titolo tanto agognato. Johnson dopo le 4 sconfitte e le 12 vittorie, ha voluto una squadra maggiormente bilanciata ed equilibrata, che riuscisse a restare in partita con la testa per tutta la durata della partita, e non solo, com'era avvenuto anche in alcune vittorie, per i primi quarti di gioco.
Nowitzki è riuscito a ritornare ai livelli che l'anno scorso l'avevano fatto arrivare secondo nella classifica del Mvp, dietro all'amico Nash, ma non sono tanto i numeri i dati importanti, 24 punti, quasi 10 rimbalzi e 3 assist di media a partita, per lui finora, ma quanto il fatto che riesce a caricarsi la squadra sulle spalle nei momenti più difficili, diventando un vero leader, e facendo crescere il livello anche degli altri; il tedesco rimane comunque uno dei peggiori difensori della lega, elemento da non sottovalutare, quando la temperatura sarà più calda.
Howard e Terry, per quanto non riescano ad essere troppo continui, hanno aiutato la squadra, dando una risposta a chi li criticava di aver ricevuto l'allungamento del contratto e di essersi di conseguenza adagiati; contribuendo con 34 punti, 8 rimbalzi e quasi 6 assist a partita, si stanno rivelando una delle coppie più forti a fianco di una stella del calibro di Nowitzki.
Il supporting cast è riuscito, finalmente, a fare il proprio dovere: Dampier, Harris, Diop e Stackhouse alternando le loro buone prestazioni, permettono ai "Big three" di tirare il fiato in alcuni frangenti della partita; Dampier, soprattutto, si è rivelato l'uomo in più nelle vittorie dei texani, con 9 punti e 8 rimbalzi di media, ha dato ad Avery Johnson, un'ulteriore carta da giocare, aggiungendola al suo mazzo già ben fornito, e permettendo agli altri giocatori maggiori libertà in attacco.
Per quanto riguarda i nuovi acquisti, Anthony Johnson, Buckner e George hanno circa lo stesso minutaggio e anche più o meno lo stesso impatto offensivo, numericamente parlando. La loro importanza, però, sarà da valutare soprattutto durante i playoff, vero motivo della loro acquisizione, per questo coach Johnson deve riuscire a farli integrare al meglio all'interno della struttura di gioco, cosa non sempre facile, in una squadra obbligata a vincere anche durante la regular season.
Il vero cambiamento occorso, tra le partite perse d'inizio stagione, e quelle vinte da quel momento, è stato nel bilanciamento delle due fasi di gioco.
Offensivamente, si sa, Dallas è una delle migliori squadre della Nba, in difesa, invece, l'attitudine di alcuni giocatori, tra cui la stella Nowitzki, in alcuni momenti è di molto sotto lo standard richiesto da una lega piena di talenti come questa. Johnson è riuscito ad inculcare nella testa dei suoi giocatori, l'idea che senza difesa non si vince un anello, così che gente come Howard, Harris, Dampier, Diop e Buckner hanno alzato il volume della radio difensivamente, coprendo anche i buchi lasciati dagli altri.
Attenzione però, come inizialmente i Mavs non erano in crisi, ora non hanno già vinto l'anello. In moltissimi casi, infatti, si riscontra una vena autolesionista, che permette alle avversarie di fare letteralmente quello che vogliono durante una partita.
Se Johnson e Cuban, che ha dovuto abbandonare l'idea di aggiungere Iverson al suo roster, riusciranno a far diventare più continua la loro squadra, la vittoria del titolo non sarà impossibile, altrimenti, i valori visti in gioco in quest'inizio di stagione, dicono che saranno altre squadre a trionfare.