Steve Nash, in una gara d'altri tempi, ha vinto il confronto con Jason Kidd
Con la vittoria di martedì notte contro i Toronto Raptors, la quindicesima consecutiva, i Phoenix Suns battono il record della franchigia in vittoria consecutive (14) che apparteneva a Charles Barkley, Kevin Johnson e compagnia bella dall'ormai lontana stagione 92/93. Ma andiamo ad analizzare più in dettaglio le ultime partite della squadra, a partire dal Road Trip nella costa orientale degli Stati Uniti.
L'ultima trasferta ad Est dei Suns era stata la stagione scorsa a cavallo tra Marzo ed Aprile, un "Road Trip" decisamente accidentato con le due umiliazioni a Milwaukee (110-132) e a New Jersey (72-110) dove Nash non segnò nemmeno un punto e Stoudemire diede l'addio definitivo alla stagione tornando a Phoenix per operarsi l'altro ginocchio.
Il panorama dopo quest'ultimo Road Trip è totalmente diverso. Cinque vittorie su cinque partite, Stoudemire sembra ogni giorno di più quello della stagione in cui dominò contro gli Spurs ai playoff e Nash si è anche ripreso la rivincita contro Kidd e i Nets in una partita a dir poco folle: 161-157 (quarta partita con più punti della storia della NBA) dopo due overtime.
"È il tipo di partita che la NBA vorrebbe vedere più spesso", affermava Nash seguito a ruota dal suo allenatore: "Penso che se andate a casa e mettete NBA Classics lo potete già vedere lì. È stata una partita incredibile, la migliore che abbia mai visto. Sia Steve che Kidd non volevano assolutamente perdere".
Sì, nessuno dei due voleva perdere in effetti, e hanno fatto davvero di tutto per vincere. Nash ha segnato 42 punti (6 su 7 da tre, compresa la tripla alla fine dell'ultimo quarto per pareggiare la partita) e distribuito 13 assist. Jason Kidd invece ha presentato questi numeri: 38-14-14, un'altra tripla doppia, la numero 78, per andare a pareggiare nientemeno che Wilt Chamberlain.
"Quando gli altoparlanti annunciavano l'evento - dichiarava il suo ex-compagno Steve Nash - sono andato a dargli una pacca sulla spalle e gli ho detto che ne aveva solo 75 in più di me".
Certo, Nash avrà meno triple doppie ma di sicuramente è più versatile del suo vecchio mentore Jason Kidd. Se contro i Nets, Nash ha segnato 42 punti, solo un paio di notti prima aveva smistato 20 assist. Dimostrazione inequivocabile che Nash sa sempre cosa fare e ha un controllo totale della partita. Quando deve segnare, segna. Quando deve passarla, la passa. E come abbiamo già detto, è sempre decisivo nei momenti importanti, infatti nelle ultime due partite finite agli overtime Nash ha segnato o fatto l'assist in 16 dei 18 punti dei Suns.
Un altro che ha dimostrato di essere decisivo è Diaw, che dava segni della sua rinascita contribuendo in modo decisivo nei supplementari contro i Nets quando sia Bell che Stoudemire erano fuori per falli. "Boris ha fatto alcune grandi giocate" dichiarava D'Antoni che non ha smesso di difenderlo sin dalle prime critiche, che ormai sono molto rare dopo le ottime prestazioni in questa striscia positiva e soprattutto la gran partita contro i Golden State Warriors, nella quale il francese ha messo a referto la quinta tripla doppia della sua carriera: 21-14-10.
"Ha fatto una partita maestosa", la lode era, ovviamente, del suo allenatore. E con un Boris Diaw così, il limite è il cielo, non ci stancheremo mai di dirlo: è lui la chiave di questa squadra, lui e la sua convivenza con Stoudemire. Di certo in questa vittoria ai supplementari contro i Nets si sono fatti passi avanti.
Già , quest'anno i Suns hanno imparato a vincere ai supplementari (ricordate invece l'anno scorso? Per esempio i "maledetti" tripli overtime?) e anche a vincere partite che si giocano fino all'ultimo. Come la notte successiva all'orgia di punti, a Boston. Dove i Celtics si sono trovati a dominare per quasi tutta la partita dei Suns molto stanchi.
"Mentalmente eravamo affaticati - affermava il capitano Nash - ma abbiamo lottato fino alla fine". "È così che fanno le squadre che vogliono essere campioni - rincalzava Raja Bell - è stata una gran dimostrazione di carattere". O come nella partita contro i Warriors in casa, dove dopo una rimonta ad inizio ultimo quarto i Suns hanno chiuso i conti con una buona difesa nell'ultimo minuto e un alley-oop di Marion (su passaggio di Nash) a sette secondi dalla fine.
La verità è che uno dei motivi di questo cambio di tendenza nei finali al cardiopalma potrebbe essere Amaré Stoudemire. L'anno scorso la sua assenza costringeva i Suns nei minuti finali di partita ad affidarsi troppo al tiro esteriore e allo stesso tempo la difesa avversaria, non avendo nessun giocatore pericoloso in post da difendere, si concentrava nell'evitare triple o lontani tiri da due. Di qui il penoso bilancio in partite decise a cinque o meno punti: 0-7.
"Il nostro obbiettivo è vincere l'anello - affermava convinto lo stesso "STAT" - se continuo a migliorare sento che abbiamo ancora più possibilità di vincere".
"Non pensavo davvero sarebbe arrivato a questo livello così velocemente", parola di Mike dopo la vittoria ad Orlando, che prima della partita aveva il miglior record della Eastern Conference. Una partita in cui Stoudemire ha segnato 30 punti, vincendo la battaglia contro Howard (4 punti limitato da falli) e dimostrando alla "Nike Team Stat" (una squadra amatoriale di ragazzi sponsorizzata dalla Nike e lo stesso Amaré) come si fa ad essere grandi.
"È vero - affermava - lo ammetto, ero specialmente motivato. Volevo dimostrare ai miei ragazzi di cosa c'è bisogno per arrivare in alto. Sono sicuro che hanno preso appunti".
Chi dovrebbe prendere appunti sono i team rivali. "Non siamo più una squadra di soli tiratori - avvertiva l'allenatore italo-americano - non muoriamo e viviamo di tiri da tre. Siamo diversi dall'anno scorso". Anche la difesa sembra diversa, anche se già la scorsa stagione c'era stato un miglioramente prima dell'infortunio di Thomas. Ora anche gli avversari si complimentano per il loro gioco quando si tratta di evitare punti: "Sono molto meglio di quanto si dice in difesa" affermava Grant Hill, sulla falsariga delle dichiarazioni che riportavamo nello scorso Report di Van Gundy.
Anche Pat Riley aveva elogi in serbo per la squadra dell'Arizona dopo la sconfitta in casa senza Shaq e Wade, una vittoria sofferta dai Suns con ennesimo vantaggio sprecato, ma stavolta, almeno, non è costato la vittoria. "Ha portato un sistema alla NBA che non avevo mai visto. Ora tutti parlano di emularlo, di giocare come loro. Ma non è così facile. Devi davvero credere nel sistema. Mike e vuole che i suoi giochino a un ritmo frenetico, gli dà molta libertà e fiducia e ci riesce perché sia lui che tutti nella squadra credono alla cieca nel sistema di gioco".
Sembra che invece D'Antoni abbia perso la fiducia in Marcus Banks e Jalen Rose, entrambi stanno vedendo le ultime partite dalla panchina. Il rovescio della medaglia è che adesso la rotazione è consolidata con Barbosa, Thomas e James Jones dalla panchina a supporto del quintetto base: Nash, Bell, Marion, Diaw e Stoudemire. Un quintetto che, tra l'altro, è ancora imbattuto
Da Miami gli uomini di D'Antoni sono volati indietro nel West, dove hanno battuto (come già accennato) Warriors e successivamente i Kings, tenendoli sotto il 40% al tiro, rendendo inutile il vantaggio di Sacramento a rimbalzo (45-34) e tirando sopra il 50%. Percentuale che sta diventando ormai una costante dato che la media stagionale attualmente è 49,4.
Se i Suns riuscissero a finire la stagione oltre il 50% sarebbero la prima squadra a farlo da quando lo fecero i Jazz nella stagione 96/97. Questa vittoria contro i Kings era la quattordicesima di fila, che significava raggiungere i Suns di Barkley. "È un onore pareggiare il record - sosteneva Bell dopo la vittoria contro la squadra di Artest - ma vorremmo superarlo, non solo eguagliarlo".
Detto, fatto. Allo US Airways Center, contro la squadra del nostro Bargnani, architettata dall'ex Bryan Colangelo il record è stato battuto. Per Mitchell la spiegazione della sconfitta era semplicemente questa: "Ogni volta che tu sbagli un tiro, loro non lo sbagliano". Un'affermazione che può rendere l'idea della frustrazione degli allenatori avversari quando devono affrontare questi Suns da record.
Un record che può ancora essere esteso stanotte, contro i Wizards guidati da Arenas. Ricordiamo che "Agent Zero" (come lo chiamano adesso) ha promesso di segnare 100 punti ai Suns nelle due partite stagionali, quando ha accusato D'Antoni di essere la principale causa della sua esclusione dal Team USA. La partita contro Denver di giovedì invece, è stata cancellata a causa di neve e non è ancora sicuro quando sarà recuperata.
Around the Valley
La prima chicca della nostra rubrica ce la dà nientemeno che Rasheed Wallace. Cosa c'entra lui, direte? Quasi nulla in effetti, ma il caso ha voluto che, dopo la fine della partita tra i Pistons e i Mavericks, "Sheed" stesse in sala stampa mentre le televisioni trasmettevano la partita tra i Nets e i Suns. "Lawrence Frank non sarà contento di segnare 157 punti e perdere" affermava convinto. Poco prima, dopo una serie infinita di giocate concluse a canestro da una parte e dall'altra l'ex Blazer esclamava: "Is anybody going to play any f*****g defense in this game?” (questa abbiamo deciso di non tradurla, rende meglio in lingua originale).
Restando alla partita dei Nets, da segnalare la fantastica coppia di telecronisti della televisione "Yes" che trasmette le partite delle squadre dell'area metropolitana di New York: Ian Eagle e l'ex giocatore Mark Jackson. I due, infatti, hanno dimostrato una gran capacità di intrattenere con battute e scambi di questo tipo:
-Mark: "Ian, ma ci pagano per il doppio Overtime?"
-Mark: "Pizzicami che non ci credo" (Dopo la tripla di Nash). "Comunque mi sento in colpa per essere a questa partita per lavoro, senza dover pagare". Ian: "A me spiace averti pizzicato, pensavo dicessi sul serio".
La nuova iniziativa dei Suns per questa stagione, dopo quella dell'anno scorso di regalare "bobblehead" (pupazzi con la testa grossa, per capirci) dei giocatori, è quella di regalare "mini armadietti" dei giocatori che hanno una foto e una maglia rimuovibile.
La prima partita in cui è stata presentata questa iniziativa è stata quella contro i Raptors dove venivano regalati "mini-armadietti" di Stoudemire ai primi 9000 fan ad entrare nell'arena. Il 21 Gennaio sarà il turno di Marion, il 9 Febbraio quello di Bell, il 7 Marzo quello di Diaw e si concluderà il 30 Marzo con Nash. Quindi, se vi capita di essere a Phoenix in quelle date, cercate di arrivare presto allo US Airways Center.
Come tutti saprete, i Suns in casa vestono di bianco normalmente e, fuori casa, erano soliti usare la maglia viola. Ma ultimamente, come avrete notato, si sono viste solo maglie arancioni lontano da Phoenix. La ragione? Con la maglia viola il bilancio è stato di 0-4 ad inizio stagione, così si è deciso di cambiare e con quella arancione il bilancio è 9-0. Sono gli stessi giocatori ad aver chiesto alla società di usarle di più, dato che prima la arancione era solo la terza maglia.
Un'altra superstizione è quella di cui è "vittima" Aaron Nelson. Reo di aver chiesto in prestito una giacca a Nash prima della vittoria contro Milwaukee. Sean Marks, dopo la partita gli ha detto che doveva continuare a portarla e a non lavarla. "Non posso più togliermela ormai" dichiarava l'interessato.
Anche per stavolta è tutto! Buone feste a tutti!