Ben Wallace con la sua vecchia maglia
I Detroit Pistons senza Ben Wallace non riusciranno mai a ripetere le buone stagioni passate: questo era il mantra dell'estate, quando si parlava dei Pistons e della loro mancata firma di Big Ben. D'altronde se ad andarsene è il miglior difensore delle ultime stagioni, un dubbio sulla condizione della squadra del Michigan senza di lui può sorgere spontaneo; ma se il giocatore in questione, negli ultimi playoff, gioca contro il proprio allenatore, reo di non dargli responsabilità offensive, allora, forse, la mancata ri-firma ad un prezzo esagerato, può non essere così un male.
Ben Wallace forniva, in 35 minuti d'impiego, 7 punti, 11 rimbalzi, 2 stoppate e quasi 2 recuperi, numeri di tutto rispetto, soprattutto nella fase a lui prediletta, quella difensiva; in attacco però faceva solo tappezzeria, se si escludono i rimbalzi offensivi, rendendo facile la vita alle difese avversarie, che potevano permettersi un giocatore staccatissimo dal suo uomo, pronto per raddoppiare la palla in qualunque momento; proprio a causa di questo, Saunders ha utilizzato Antonio McDyess per la maggior parte dei momenti delicati, piazzando l'altro Wallace da centro.
Lo stesso sta succedendo quest'anno a Chicago, dove coach Skiles, preferisce andare col quintetto piccolo ma più pericoloso offensivamente; certo è che, se a Ben non vengono concessi alcuni possessi in attacco, poi anche in difesa si astiene completamente, e la differenza si vede, e di molto. La differenza si è vista anche quest'anno a Detroit, dove, soprattutto all'inizio della stagione, i Pistons hanno fatto fatica, incappando in alcune sconfitte, dovute più che altro alla supponenza d'essere superiori agli avversari.
Il sostituto di Big Ben acquisito sul mercato è Nazr Mohammed, che in quest'inizio di stagione sta cercando di ambientarsi con i nuovi compagni, ma soprattutto con la nuova mentalità dei giocatori del Michigan, molto diversa da quella inculcata al giocatore di Kentucky da parte di Popovich, agli Spurs. Il gioco a ritmo controllato effettuato dalla squadra di Saunders nei primi quarti, non era contemplata dal punto di vista del gioco di San Antonio, per questo Mohammed ha finora giocato quasi 20 minuti a partita, fatturando 7 punti, quasi 6 rimbalzi e una stoppata di media.
Se in difesa Nazr non è nemmeno comparabile con Ben, sia per intensità che per posizionamento, in attacco permette una maggiore varietà di soluzioni, ma soprattutto costringe il proprio difensore a non staccarsi troppo per aiutare sugli altri giocatori, donando maggiori spazi per le "zingarate" di Billups e Hamilton e i post bassi di Rasheed e Prince. Adattandosi al nuovo stile di gioco Nba, vale a dire un lungo e quattro esterni, Saunders sta donando molto spazio a Flip Murray, capace di cambiare la partita in attacco, sia nel bene che nel male (è considerato uno dei migliori play breaker della lega).
Per tentare di mantenere il miglior record della lega, ottenuto l'anno passato, i Pistons non si sono praticamente mossi sul mercato, tranne che per la firma di Ronald "Flip" Murray, svincolato dai Cleveland Cavs. Murray è stato firmato per cercare di dare più profondità ad una panchina che, come si è visto nei passati playoff, è sembrata troppo corta e con poco talento; così, a Hunter e a Delfino, nel reparto piccoli, è stato aggiunto un giocatore che in attacco può fare la differenza, mentre in difesa cerca di arrangiarsi come può.
Per quanto riguarda la front-line, invece, a Totò McDyess sarà richiesto uno sforzo maggiore, per ricoprire la posizione di ala grande per maggior tempo, ai danni di Mohammed, rispetto l'anno scorso (25 minuti, 5 punti e 6 rimbalzi in queste prime partite); Joe Dumars e la società , inoltre, si aspettano una maturazione anche da Jason Maxiell (10 minuti e 4 punti nelle dieci partite da lui finora disputate), che al secondo anno in Nba è atteso al salto che potrebbe portarlo anche nelle rotazioni di Saunders, ipotesi tutt'altro che da scartare, soprattutto se il redivivo Dale Davis, continuerà ad avere problemi con la legge o a non dare granché quando chiamato in causa.
Attenzione quindi a dire che i Pistons non riusciranno a fare granché: soprattutto nell'annacquato est di questa stagione, dove basta il 40% di vittorie per qualificarsi ai playoff, infatti, Detroit non dovrebbe avere grossi problemi ad ottenere il miglior record della conference; se poi, i giocatori chiave dei Pistons, vedi Billups e Rasheed Wallace, riusciranno a mantenere alta la concentrazione, Miami, Chicago, Indiana e Cleveland non sembrano impossibili da battere.