Boston, opportunità  sprecata

Solidità , intelligenza, reattività : sono queste le caratteristiche di un sorprendente Ryan Gomes

I Celtics gettano alle ortiche la possibilità  di dare una sterzata al proprio record chiudendo negativamente una settimana nella quale poteva arraffare tutto il banco.

Risultati

Boston Celtics @ New York Knicks 122-118
Boston Celtics @ Charlotte Hornets 83-92
New York Knicks @ Boston Celtics 77-101

Commento

La settimana era iniziata bene, con la terza vittoria consecutiva che non arrivava da almeno un anno e mezzo ai danni di New York ed un ritrovato entusiasmo. Sembrava l'inizio della risalita, invece sono arrivate le docce fredde di Charlotte e la rivincita di New York a ripiombare la posizione in classifica ed il morale a terra.

Com'è possibile un capovolgimento così radicale in neanche una settimana? Un primo motivo è da ricercarsi nel forte attaccamento dell'ambiente (tifosi, dirigenza, media) alle sorti della franchigia. Questo è un bene in linea teorica, ma quando raggiunge livelli troppo elevati allora è controproducente. È noto che a Boston la pressione è inferiore solo a New York e forse a Los Angeles, e questo rende estreme anche le reazioni alle vicissitudini della franchigia bostoniana.

Se questa ragione è sempre valida, non lo è la lista infortunati di questa settimana. Nella sezione Infortuni è possibile consultare una lunga lista di giocatori con problemi più o meno gravi che hanno di certo limitato le possibilità  di poter ottenere dei risultati positivi.

Tutto qui dunque? Nemmeno per sogno. Noi ci aspettavamo una stagione chiarificatrice sulle reali capacità  dei principali componenti del roster ed invece le partite fino ad ora giocate hanno decretato che l'attesa dev'essere ancora prolungata. Ulteriore ritardo nel progetto, la dura realtà  è questa signori, prendere o lasciare.

A dire il vero sono arrivate delle risposte, o meglio solo una, esattamente da Ryan Gomes. Cos'ha questo personaggio di diverso dagli altri? Forse la prima tripla doppia ottenuta da un giocatore diverso da Pierce e Walker dagli anni Novanta? Si certo, ma non solo. È un giocatore che al secondo anno ha confermato due cose molto importanti: è costante e, sebbene ora sia conosciuto dalle difese NBA, continua ad offrire performance di tutto rilievo. In un'ipotetica squadra da titolo lui sarebbe un elemento fondamentale del roster, non necessariamente come titolare (dovrebbe ulteriormente elevare il suo livello di gioco), ma di certo la sua presenza sarebbe d'obbligo.

Il resto? Buio pesto, con qualche spiraglio di luce (leggere West e Jefferson) che però non permette di prendere delle posizioni certe come con Gomes. In questo scenario aggiungiamoci pure una certa incostanza delle due stelle della squadra, cosa normale in una stagione lunga e frenetica come quella NBA, ma che creano un rendimento estremamente incostante se aggiunto alle poche certezze che arrivano dai giovani, incostanti per definizione fino alla loro maturazione.

Nel frattempo sono già  arrivati i cori poco amichevoli dal TD BankNorth Garden di Boston dello scorso venerdì, tra l'altro ancora una volta tutto esaurito, che invitavano la dirigenza a licenziare l'allenatore, accompagnati dai cartelli "Fire Doc". Ad essere sinceri non hanno tutti i torti, come tutti i torti non li ha l'allenatore, infatti era evidente l'apatia e l'arrendevolezza dei giocatori di fronte ad un andamento di partita decisamente negativo e senza nessuna possibilità  e voglia di poterla e volerla ribaltare. "Stanno puntando il dito al Doc, ma lui non gioca le partite, abbiamo perso noi come squadra. Noi abbiamo perso la partita, è semplice, non avevamo energie" afferma con onestà  Perkins. Anche West difende l'allenatore, segno che Doc si fa benvolere, ma un allenatore prima di tutto deve allenare e far vincere la squadra, non essere esperto in pubbliche relazioni, e non è certo che ci riesca o ci possa riuscire in futuro.

Degna di nota la prima partita di Sebastian Telfair a New York con la maglia biancoverde. Bassy ha avuto una buona serata con 19 punti, 6 rimbalzi, 4 assist e 2 sole palle perse con un 50% dal campo. Il giocatore sentiva molto questa partita ed è stata sua intenzione giocarla al meglio, peccato che potrebbe mettere la stessa intensità  anche in tutti gli altri incontri stagionali. È fuori di dubbio però che il processo d'integrazione all'interno della squadra stia procedendo a piccoli ma costanti passi ed anche lui sta migliorando lentamente. Vale la pena di attenderlo.

Una caratteristica di Gerald Green è indubbiamente l'affondata a canestro, ma allora come si motiva uno strepitoso 52% da tre con un deludente 27% da 2 punti? Che Gerald sia sempre stato bravo nel tiro dalla lunga distanza non è un mistero per nessuno, ma nel tiro dalla corta e media distanza deve ancora trovare una costanza che lo porterebbe ad essere pericoloso per ogni difesa. Doc è chiaro con lui "non voglio che cerchi e si fissi a tirare da tre, ha molto di più da offrire". Anche per lui bisogna solo attendere.

Infortuni

Per qualche momento durante la settimana coach Doc Rivers, girandosi in panchina, temeva di non vedere nessuno, tanti sono stati i problemi fisici dei giocatori in roster, e per fortuna che era molto affollato ad inizio stagione, altrimenti la situazione sarebbe stata tragica. In allenamento è capitato di giocare 4 contro 4, un fatto più unico che raro. Ma vediamo nel dettaglio tutti gli infortunati.

Al Jefferson doveva stare a riposo ancora per qualche giorno e ad inizio settimana sarebbe stato un miracolo poterlo vedere in campo contro i Knicks venerdì, ma il suo recupero veloce e le numerose assenze di lunghi ha costretto la dirigenza ad accelerare il suo rientro contro gli Hornets. Le due gare giocate non sono state al livello delle prime, ma è confortante vedere come in entrambe le occasioni abbia catturato ben 8 rimbalzi con un minutaggio inferiore ai 20 minuti. Per proteggere la ferita necessaria per rimuovere l'appendice ha indossato una fascia imbottita protettiva e la terrà  finchè la ferita non si sarà  completamente rimarginata per evitare dolori a causa di colpi fortuiti. "Mi sentivo bene fino a metà  gara, poi ho sofferto un po' nella seconda parte, di più nell'ultimo quarto. Mi sono sorpreso, pensavo di sentirmi peggio di come sono stato". Recupero prodigioso, dato il tipo di operazione molto invasiva.

Problemi per un gluteo stirato per Wally Szczerbiak, ma non ha saltato una partita, anche se non ha prodotto la sua migliore settimana. Elettrostimolazione ed allungamenti del muscolo gli hanno permesso di continuare a giocare, ma di certo non è al top della forma.

Slogatura del pollice del piede sinistro per Delonte West in allenamento. Ha dovuto saltare la gara contro Charlotte e grande è stata la sua meraviglia quando si è reso conto che poteva tornare in campo venerdì contro New York, ma non era al meglio e si vedeva. "Sta andando bene, ma non posso mettere nessun peso sopra" ha detto il giocatore mercoledì scorso, con la prospettiva di dover eseguire una TAC. Venerdì mattina invece "mi sono svegliato e, per grazia di Dio, tutto il dolore è sparito, non potevo crederci". Speriamo di vedere il vero West la settimana prossima.

Rivers aveva deciso di mettere West in lista inattivi perché non era molto convinto delle parole del giocatore finché non ha mandato a casa Rajon Rondo per sintomi influenzali durante l'ultimo allenamento prima della partita di venerdì. Doc ha anche giudicato valide le forti motivazioni di West di voler scendere in campo nonostante una forma non eccellente, purtroppo Doc aveva ragione e West venerdì ha tirato male, un brutto 4 su 13.

Anche Kendrick Perkins ha avuto problemi durante la settimana, per lui c'è stata una fastidiosa fascite plantare al piede sinistro, ma non ha saltato nemmeno una gara, anche se le sue prestazioni settimanali sono state deludenti, comprensibilmente condizionate dal problema al piede. Per risolvere l'infortunio ha trattato la parte interessata con ghiaccio e stimolazione elettrica

Rimangono ancora lontane le possibilità  di vedere Theo Ratliff e Michael Olowokandi in campo a breve. Per il problema al disco Ratliff ha compiuto dei trattamenti specifici dal dottor Fischer, specializzato in medicina riabilitativa mentre Olowokandi ha ancora problemi ai muscoli addominali che gli rendono impossibile scendere in campo.

Curiosità 

Il processo di Tony Allen sembra non avere mai fine, anzi, non è ancora cominciato. Il giocatore ed il suo avvocato speravano che si potesse celebrare in settimana, invece è stato ancora rimandato al 14 dicembre. "Spero d'avere una data per il processo a quel punto" commenta amareggiato il suo avvocato Michael Zazlawsky. Non si può non notare come ogni mondo è paese.

Sul sito NBA si nota come Paul Pierce sia indicato alto 6 piedi e 6 pollici (1,98 metri) e pesante 230 libbre (104 chilogrammi). Evidentemente a queste cifre Paul finora non ci badava perché in settimana ha consultato per caso la guida pre-gara contro gli Hornets e ha rivelato che sono sbagliate, secondo lui dovrebbero essere corrette in 6 piedi e 7 pollici (2,01 metri) e 235 libbre (107 chilogrammi). Visto che c'era ha rivelato che anche i dati di Delonte West dovrebbero cambiare da 6 piedi e 4 pollici a 6 piedi e 3 pollici (da 1,93 a 1,91 metri) come altezza e da 180 a 195 libbre (da 81 ad 88 chilogrammi) come peso.

Quando gli Americani vogliono fare bene una cosa, ci riescono perfettamente. Le fondazioni per esempio funzionano alla perfezione e la Red Auerbach Foundation ha voluto comunicare di sua iniziativa i soldi raccolti nell'ultima decade 1998-2005 e dove sono stati destinati. L'ammontare totale è di quasi 1,5 milioni di dollari e ben un terzo di tale somma ha finanziato una manifestazione annuale per integrare bambini del Massachussetts di diversa razza, religione ed estrazione sociale. Altri soldi sono stati destinati per camp estivi per bambini meno fortunati.

I migliori della settimana

Ci sono settimane in cui c'è l'imbarazzo della scelta per l'alto numero di giocatori che hanno giocato bene, e ci sono settimane come questa, in cui per scegliere un paio di atleti è necessario andare a scovarli.

Il primo che salta agli occhi è Paul Pierce, il quale questa settimana è stato incostante come dimostra l'ultima deludente partita contro New York, ma nelle precedenti due ha giocato decisamente su un altro livello. Alle sue spalle il giocatore che più di tutti si è meritato il riconoscimento è sicuramente Ryan Gomes, il quale ha avuto cifre eclatanti soltanto nella prima contro New York con un'ottima doppia doppia, ma dà  comunque un rendimento che altri giocatori questa settimana non hanno offerto.

Classifica:
7 Pierce
3 Szczerbiak
1 Jefferson
1 Gomes

Appuntamenti e classifiche

Altre tre partite sono in attesa la settimana prossima, vediamole nel dettaglio:
sabato in trasferta contro Milwaukee
mercoledì in casa contro New Jersey
venerdì in trasferta contro Toronto

Avevamo detto prima dell'inizio della stagione che il mese di novembre era facile, ma l'andamento delle squadre che Boston dovrà  affrontare questa settimana rende la stessa ancora più facile del previsto perché tutte e tre le avversarie stanno avendo dei risultati inferiori al previsto. Il problema è se i nostri riusciranno ad approfittarne. Andiamo a vedere chi sono queste tre squadre.

Le pretese di New Jersey ad inizio campionato erano chiare: lottare per il titolo, che poi quasi nessuno ci creda che ci possano riuscire è fuori di dubbio, ma le ambizioni sono quelle, così pure Milwaukee ha un roster e delle ambizioni che dovrebbero vedere la squadra veleggiare sopra il 50%. Toronto invece è più umile e gli sarebbe piaciuto stare attorno al 50% senza nascondere il piacere di partecipare ai play-off. Tutte e tre invece sono fuori dalla zona play-off in termini di record anche se ci rimane New Jersey in quanto prima di Division.

Cosa può sperare di fare Boston? In teoria sarebbero da vincere tutte e tre perché sono tutte in crisi di risultati e di entusiasmo, tra l'altro già  si parla di un cambio di allenatore in quel di Toronto. A questa equazione bisogna però aggiungere che anche Boston è in crisi, quindi risulta praticamente impossibile azzardare alcuna previsione, infatti la vincente nei tre incontri attesi non sarà  la migliore, ma quella che da questo istante al momento di alzare la palla a due avrà  risolto il maggior numero di problemi possibili al suo interno. È fuori di dubbio però che un bilancio positivo è altamente auspicabile.

Il record di Boston (4 vinte ed 8 perse, 33%) è più negativo di quello che si possa pensare perché questo mese di novembre doveva dare la possibilità  di portare la squadra ben oltre il 50%, anche se, sebbene sia prematuro guardare la classifica, la distanza dall'ottava piazza consta soltanto di una lunghezza, ovvero due risultati utili. Sta ai Celtics approfittare dell'opportunità  offerta di non perdere contatto con la zona play-off.

A risentirci.

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