Nuovi arbitraggi, nuova NBA

Sarà  dura la vita per Sheed

E' ufficiale, quest'anno è iniziata la nuova Nba, più mondiale che americana; ma qui non si sta parlando dello stile di gioco, dell'affluenza sempre maggiore di giocatori stranieri, del lancio di nuovi prodotti per il marketing, qui si parla dei nuovi arbitraggi: passi, doppio palleggio, blocchi irregolari, "palming", falli tecnici, insomma, tolleranza zero.

Minor tolleranza: così dovrebbe essere, almeno secondo le indicazioni del commissioner David Stern, ma la situazione sembra essere un po' scappata di mano.

I nuovi fischi sulle infrazioni di passi: regola più che giusta, si sarebbe dovuto intervenire anche prima, così da evitare passeggiate nelle aree avversarie durante gli scorsi playoff da parte di alcune stelle. Rimane comunque una regola che va interpretata bene, cercando di fischiare sempre e tutte le infrazioni, senza lasciare andare alcuni quarti o quinti tempi, permettendo all'attaccante di ottenere un vantaggio sostanzioso, e magari chiudere con una giocata spettacolare più il fallo (soprattutto se si tratta delle superstar).

Anche i passi in partenza vengono fischiati più spesso rispetto al passato, lasciando però impunite trequarti delle infrazioni (altrimenti non si giocherebbe più). Rimangono inoltre un mistero alcuni fischi sulle partenze incrociate in palleggio, soprattutto se il movimento viene effettuato lentamente, come alcune penetrazioni di Boris Diaw per intenderci, perché ritenuto un movimento antiestetico.

La nuova regola del "palming": relativamente nuova, la norma, infatti, è sempre esistita, ma solo da quest'anno gli arbitri hanno cominciato a fischiarla, con una frequenza esagerata nelle prime partite della stagione. Vengono sanzionate, comunque, solo le infrazioni di palla accompagnata più evidenti, i giocatori Nba si sono abituati in questo modo, sarà  perciò piuttosto difficile togliere questa tendenza ad alcuni di loro, Iverson, Marbury, Kidd su tutti.

I blocchi irregolari: in questo inizio stagione non si transige, ne vengono fischiati quasi una decina a partita, lasciando la maggior parte delle volte di stucco chi l'ha commesso, che non abituato a star fermo sul blocco, non trova di meglio da fare che lamentarsi con l'arbitro dopo il fischio, sacrosanto peraltro. Così come per il "palming", anche questa tendenza di aggiustare il blocco è ormai consolidata nei giocatori americani, che non si sono quasi mai visti fischiare il fallo in attacco, difficile perciò che riescano a cambiare le loro abitudini velocemente.

L'effetto sul gioco di queste "novità " regolamentari è senz'altro positivo, almeno per quanto riguarda i puristi del gioco. Sebbene più spezzettata, la partita gode di maggiore attenzione da parte degli arbitri, e si avvicina di più a quel mondo Fiba, che tanto male ha fatto negli ultimi anni alla nazionale americana. Certo che per la maggioranza dei tifosi a stelle e strisce, questo sembra solo un tentativo effettuato da Stern, per far aumentare la sua popolarità  anche in ambito extra americano. Tentativo che per molti va contro la spettacolarità  del gioco.

Un'altra tendenza che ha avuto un effetto rilevante sul gioco, e che ha portato a far parlare, in quest'inizio di stagione regolare, di tolleranza zero da parte degli arbitri, è senz'altro quella che è stata denominata come la "Rasheed Wallace Rule". Inserita per limitare le proteste dei giocatori, è apparsa più come una regola che vuole togliere emozione e testosterone alle partite, magari per riuscire ad evitare episodi come la rissa al Palace of Auborn Hills di Detroit di due anni fa.

Nelle prime 50 partite di quest'anno, sono stati fischiati 122 falli tecnici, contro i 66 dell'anno passato. Questo è il dato che ha fatto senz'altro discutere maggiormente, le "grandi T", infatti, non sono state comminate solamente a giocatori dalla protesta facile come Rasheed Wallace, già  abbonato ai falli tecnici dalle stagioni scorse, ma anche ad altre superstar, apparentemente più tranquille come Anthony, Bibby, Bryant, Duncan e Wade.

Le reazioni sono state molteplici, e quasi tutti i giocatori si sono schierati contro questa mancanza di tolleranza, Wallace e Garnett hanno usato toni molto forti per far sentire la loro voce, secondo Sheed, infatti, […]con questa regola si vuole tornare alla schiavitù, mentre KG ha asserito:" ["] siamo in pieno regime comunista". La risposta da parte della Lega è stata delegata a Stu Jackson, il vice presidente esecutivo delle operazioni della NBA, che ha parlato, cercando di gettare acqua sul fuoco: "Direi che ci stiamo muovendo verso una linea positiva, ai giocatori è consentito avere reazione sul momento del fischio, finché non si arriva a gridare o a non portare rispetto, oppure a reiterare le proprie proteste".

Queste nuove regole però non sono state, finora, attuate a tutti i giocatori Nba; le superstar continuano a godere di benefici molto evidenti, infrazioni di passi, palming e possibilità  di protestare più degli altri loro compagni. Ne sa qualcosa Andres Nocioni, che nell'Opening Game della stagione contro Miami, si è visto affibbiare un fallo tecnico, sostanzialmente per aver alzato le braccia, cosa che non succederà  mai a giocatori del calibro di Lebron James, Kobe Bryant o Dwayne Wade.

Le nuove regole quindi, potrebbero rivelarsi un'arma a doppio taglio per Stern e per l'intera lega; se utilizzate bene e con coscienza da parte degli arbitri, dovrebbero portare ad un miglioramento, anche per aiutare la nazionale statunitense nelle manifestazioni internazionali a cui dovrà  pendere parte. Se invece gli arbitri continueranno sulla linea di quest'inizio stagione, il rischio è quello di una ribellione da parte dei giocatori, come detto anche dal loro capo, Billy Hunter: "Questa nuovo regolamento porterà  ad un'azione legale contro la lega, se le condizioni di lavoro dei giocatori non miglioreranno".

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