Elton Brand, scarico dopo un'estate difficile
L'effetto sorpresa non vale più per i Clippers, così passa in sordina anche questo ottimo inizio di regular season. Luccicante più nei risultati che nella qualità del gioco, ma poco importa. La mia modesta esperienza nel mondo dello sport mi ha insegnato che le grandi squadre sono quelle che riescono a vincere anche quando non si esprimono al meglio.
Mi sento di aggiungere che è probabilmente prematuro definire questi Clippers grandi, ma senza dubbio sono una squadra e di questi tempi è un valore aggiunto che può fare la differenza.
W/L 4-1, primi nella Pacific, primi nella Western.
W 103-85 vs. Dallas
W 102-89 vs. Portland
W 114-108 vs. Phoenix
W 96-95 vs. Denver
L 104-112 @ Phoenix
Mentally down
Elton Brand, per come lo conosciamo, è quello della prima partita di regular season: 28 punti e 13 rimbalzi. Non quello che nelle tre partite seguenti ha messo dentro la miseria di 11 tiri, terminando per due volte non in doppia cifra per punti segnati.
È innegabile che questa è la versione sbiadita del giocatore che si è guadagnato la nomination per il titolo di MVP della scorsa stagione. Cosa sta succedendo al top scorer della squadra? Semplicemente è stanco.
Uno sguardo in dietro nel tempo: la stagione passata Elton ha giocato 79 partite, oltre 39 minuti a partita. Nelle 12 gare di post season il minutaggio è aumentato fino a culminare nei 45 minuti ad allacciata di scarpe nella lunga serie contro Phoenix.
L'estate non è stata esattamente rilassante. Matrimonio, training camp e successivi mondiali con il Team USA ed al ritorno dell'estremo oriente un altro viaggio: in Russia per il Tuor Europeo della NBA.
Per ammissione dello stesso giocatore, è stato proprio durante il periodo moscovita che l'ex Duke ha accusato il colpo. In molti hanno notato la sua mancanza di brillantezza, ma Brand precisa che si tratta principalmente di una stanchezza mentale più che fisica.
Un altro fattore molto importante e forse poco noto al grande pubblico è rappresentato dalla seconda attività di Brand, quella fuori dall'ambito sportivo. La sua compagnia Gibraltar Enterteinment ha prodotto l'ultimo film di Werner Herzog: “Rescue Dawn”.
Pellicola sulla guerra del Vietnam con protagonista Christian Bale (Batman Begins) e che ha ricevuto ottime recensioni per la sua première al Toronto Film Festival.
L'entusiasmo di Brand per il lavoro come produttore cinematografico si è trasformato, in pochi mesi, in vero e proprio stress. Tanto che sta già valutando l'idea di abbandonare il business e continua a rifiutarsi di produrre i progetti cinematografici che gli vengono proposti.
Tornando al campo da basket, Brand quest'anno viene costantemente raddoppiato e questo rende le cose ancora più difficili per lui. Cassell e compagni ammettono che la palla ad Elton arriva meno di quanto dovrebbe. Ma per i motivi già spiegati, in questo particolare momento non è più lui la prima opzione offensiva.
Coach Dunleavy ha persino detto a Brand di alleggerire i suoi attuali carichi di lavoro. Già perché il prodotto di Duke è diventato un All-Star non solo grazie al suo talento, ma anche per merito di una grande etica lavorativa. Quando si dice “il primo ad arrivare agli allenamenti, l'ultima ad andarsene”.
Abituato a sessioni extra sia durante la regular season che durante l'off-season e quest'anno per lui quasi non c'è stata off-season: quindi ha del lavoro arretrato…
Infatti Brand ha detto che non ha la benché minima intenzione di perdere quelle abitudini che lo hanno portato a migliorarsi ogni anno da quando è nella Lega.
Sam Cassell sostiene che Brand resta la prima arma offensiva della squadra e che questo è solo un momento di flessione, come ne ha visti tanti in carriera da compagni che avevano rappresentato gli States per competizioni internazionali durante l'estate. Serve solo un po' di pazienza e Brand tornerà
come prima, anzi più forte di prima. E se lo dice Sam…
Cuttino as a model
Con un Brand così, chi si prende la responsabilità di condurre la squadra? Ovviamente i due veterani: Cassell e Mobley.
Sul primo ho speso spesso molte parole di stima (mai abbastanza) e qui mi limito a sottolineare due rapidi elementi. Dopo l'opening-game in cui è partito dalla panchina, è tornato subito starter del ruolo di point-guard: Livingston è il futuro, ma per il presente Sam resta il leader indiscusso della squadra e quando è in campo è davvero un'altra musica. Quando i Clippers realizzano un parziale per rimontare o uccidere una partita, Cassell è l'uomo con la mano calda.
Mi soffermo invece su Mobley. Lo ammetto, ho sempre pensato che il suo fosse il ruolo in cui i Clippers possono migliorare (magari con una trade). Mi sbagliavo.
Mobley è un grande realizzatore, in passato anche sopra i 20 punti di media, ha siglato 28 punti contro Dallas e sfiora i 18 di media in questo inizio di stagione regolare. Grande tiratore dal perimetro.
Mobley è anche un ottimo difensore. Sempre nella partita contro Dallas ha marcato a lungo Nowitzki ed il tedescone ha chiuso con 7/20 dal campo. Dunleavy ha colto l'occasione per sottolineare come Cuttino sia stato fondamentale la scorsa stagione quando Maggette era infortunato e spesso toccava a lui marcare le ali piccole avversarie.
Cuttino però non è solo un ottimo giocatore, è anche un importantissimo uomo squadra. Quando si si parla di chi debba giocare dal primo minuto tra Cassell e Livingston, quando Maggette non fa nulla per nascondere il proprio malumore per non essere considerato uno starter, ecco che Cuttino si offre di cedere il proprio posto da shooting guard titolare. Che lezione!
Quel che conta è il bene della squadra e se fare un passo indietro e sminuire il proprio ego serve a migliorare i rapporti, a rasserenare il clima nello spogliatoio, ecco che diventa la cosa giusta da fare.
Dunleavy più di tanto non ha preso in considerazione la proposta del veterano ex Rockets, ma l'esempio ha già prodotto un grande risultato: ora anche Maggette ha accettato il suo ruolo in squadra! Ma di questo vi informerò la prossima settimana.
Appena conclusa la sfida contro Dallas, Cuttino ha così risposto all'intervistatore che lo elogiava per la prestazione difensiva su Nowitzki:
Sono stato fortunato ed i miei compagni mi hanno aiutato. Siamo una squadra niente male, quando giochiamo assieme.
I Clippers si difendono, dominano a rimbalzo e si accontentano di avere sette giocatori attorno alla doppia cifra per punti segnati.
Aspettando di ritrovare il vero Brand.