Anche Duncan ha iniziato positivamente questa stagione…
Con questa prima uscita inizia il nuovo report dei San Antonio Spurs. Ad occuparmene da questa stagione ci sarò io, e non più Francesco Tanilli, "passato"ai Lakers, al quale va ovviamente il mio saluto e il mio in bocca al lupo per la sua nuova avventura. Non sarà facile essere all'altezza del mio predecessore e non farlo rimpiangere; io ci proverò: i risultati giudicateli voi.
Okay, ora basta con le chiacchiere: si parte!
Risultati
Tre vittorie e una sconfitta. Questo, nella massima sintesi, è il bilancio di inizio campionato per gli Spurs, subito messi a dura prova dal calendario, che prevedeva come esordio il ritorno a Dallas, per quella che molti hanno definito la gara-8 dell'ultima serie di Playoff. Gli uomini di Popovich si sono presi la rivincita, battendo i cugini, ma sono inciampati la sera dopo, alla prima casalinga, contro i Cavaliers di LeBron James, autore dell'ennesima straordinaria prestazione. Appena un giorno di riposo (sia fa per dire..) che subito si riparte; addirittura in Canada. San Antonio sconfigge Toronto, nella prima partite di un altro back-to-back, che il giorno successivo li ha portati a New York, da cui sono ritornati con il terzo successo stagionale. Ecco i scores nel dettaglio.
San Antonio Spurs @ Dallas Mavericks 97-91
San Antonio Spurs vs Cleveland Cavaliers 81-88
San Antonio Spurs @ Toronto Raptors 103-94
San Antonio Spurs @ New York Knicks 105-93
Record parziale 3-1
Record complessivo 3-1
L'inizio
Sulla carta l'avvio di regular season di Duncan e compagni non era affatto facile. Tanto per cominciare l'esordio contro gli odiati Mavs ,perdipiù nella tana del nemico, per passare a LeBron e alla sua rispettabile Cleveland, per arrivare ai nuovi Toronto Raptors targati Brian Colangelo e ai New York Knicks di Isiah Thomas. Quattro sfide di cui tre in trasferta in soli cinque giorni; una prima settimana da brivido.
Ma le cose sono andate tutt'altro che male. L'unica serata infelice, peraltro coincidente con l'unica partita disputata all'At & T Center, è capitata contro i Cavs, dove i neroargento hanno visto "King" James salire nuovamente in cattedra chiudendo il primo quarto con 15 punti ( con annessa schiacciata allucinante ai danni di Duncan) e arrivando all'ultima sirena con un totale di 35; senza contare i 10 rimbalzi che il 23 rosso ha catturato.
" Ha fatto una gran partita stasera" -ha riconosciuto dopo la fine Bruce Bowen riferendosi a James- "Quando se lo merita glielo devi riconoscere."
Ma ancor più che la prestazione di LeBron, a condizionare il risultato finale, con tutta probabilità sono stati altri due fattori: la stanchezza dovuta alla battaglia di Dallas di sole 24 ore prima e la serataccia ai liberi di tutta la squadra, che ha tirato dalla lunetta con solo il 52%. Tra tutti si è distinto, negativamente s'intende, Tim Duncan, che è uscito dal campo con dieci errori su diciannove dalla "charity lane".
"Non so davvero quanti tiri liberi avrò tirato questa estate. Milioni, forse. Ma un conto è farlo in allenamento, e un conto è ripeterlo in partita." si lamentava il caraibico a fine gara.
Coach Gregg Popovich ha così commentato: " I tiri liberi sono sicuramente una preoccupazione. E' stato sempre il nostro tallone d'Achille. Ma Tim è stato ugualmente bravo stasera. E' restato tranquillo, ha continuato ad eseguire il suo movimento di tiro"Ha dimostrato di essere un duro mentalmente."
L'ala da Wake Forest, nonostante tutto, ha messo a referto 25 punti, conditi da 12 rimbalzi e 5 assist., guidando anche la tardiva e inutile rimonta finale.
L'altra questione a cui si faceva riferimento è quella dei così detti back-to back, ovvero due partite in due giorni. Gli Spurs, tradizionalmente, hanno sempre sofferto questa insidia del calendario, come dimostrano i numeri. Sono infatti ben dieci, sulle diciannove complessive, le sconfitte rimediate nelle seconde sfide di un back-to-back, l'anno scorso. Un dato che indubbiamente fa riflettere e pone delle questioni.
"Sappiamo che la stagione passata è stato il nostro più grande problema" - ha dichiarato Manu Ginobili, che nell'occasione ha chiuso con 14 punti in trenta minuti- " Quest'anno volevamo partire con il piede giusto, ma non ci siamo riusciti."
Il calendario 2006/07 ha in programma altri sedici scontri ravvicinati; ancor più dell'anno scorso.
La differenza di condizione fisica è stata evidente per tutti i quarantotto minuti di gioco, come testimoniano in parte anche il totale dei rimbalzi presi dalle due squadre: 28 per i Cavaliers, 18 per gli Spurs. A nulla poi è servita la rimonta finale, che ha permesso a San Antonio di arrivare fino a 4 punti di distacco con meno di centoventi secondi rimasti sul cronometro.
Per tutti questi fattori, la sconfitta ha un significato relativo. Va infatti interpretata come l l'ennesimo palesarsi di tutti i problemi irrisolti di questo team, ma assolutamente non rappresenta nulla di cui preoccuparsi in chiave futura.
Soltanto poche ore prima gli Spurs avevano aperto la stagione andando a vincere a Dallas, in una partita che tutto sembrava tranne che un normale scontro di stagione regolare. Dopo essere stati sotto per quasi tutta la partita i tre volte campioni del mondo hanno preso in mano le redini della partita, riportandosi sopra nei minuti conclusivi; grazie anche alle importantissime triple di Bowen.
"E' solo una vittoria, ma è anche un gran modo per iniziare la stagione." commentava a fine partita Duncan.
E in effetti era dura immaginare un inizio migliore. Tutta la squadra si è dimostrata all'altezza. A partire da Fabricio Oberto, partito titolare nella posizione di centro, e autore di una prestazione a dir poco solida che va al di là delle cifre. La sua difesa sui lunghi dei Mavs è stata impagabile, così come la determinazione a rimbalzo.
Ma non da meno è stata la partita di Francisco Elson, uno degli ultimi arrivati in casa Spurs, ma già rivelatosi decisivo. Infatti, come vedremo in maniera più approfondita più avanti, il centro ex Nuggets è stato l'uomo in più per San Antonio, dimostrando di saper correre il campo e offrire un'aggressività mista a una buona dose di intimidazione che da quelle parti mancavano da tempo. Alla fine per lui sono arrivati dodici punti e sei rimbalzi. Significativi sono anche i diciannove di Tony Parker, visto che il playmaker francese era in dubbio fino a poche ore prima della palla a due, causa una caviglia malmessa.
Protagonista delle altre due vittorie, quelle con New York e Toronto, è stato la guardia veterana Brent Barry, che nelle prime due uscite non aveva mai visto il campo; nemmeno per un minuto. Il figlio d'arte, ha scaricato tutta la sua frustrazione nel gioco, facendo quello che meglio sa fare: tirare da tre. Nella trasferta canadese ha addirittura sfoderato una partita perfetta da dietro l'arco, con un eloquente 5 su 5 per 16 punti totali. E nella trasferta newyorchese non è stato da meno, chiudendo con cinque triple su sette tentativi. Infallibile.
Tra l'altro proprio nella sfida contro i Knicks stava per ripetersi uno dei tanti clichè di questi Spurs: il crollo finale. San Antonio si è infatti mangiata ben 23 punti punti di vantaggio in pochi minuti. Salvo poi ritrovare il lume, grazie soprattutto alle bombe di Parker, il quale ha sfruttato l'occasione per ribadire i miglioramenti fatti al tiro, portando a termine la gara con un complessivo 11/16 e un più che soddisfacente 2/2 dalla grande distanza. "Se sono libero, so che il tiro centrerà il canestro" ha commentato deciso il fidanzato di Eva Longoria.
IL FUTURO Diamo ora uno sguardo in avanti. San Antonio avrà quattro partite, di cui solamente una in trasferta, in nove giorni; in compenso al tour de force di questi ultimi giorni. La gara più importante e, teoricamente, più spettacolare è in programma per stanotte, quando in Texas arriveranno i Phoenix Suns, con Amare Stoudamire che dovrebbe finalmente partire in quintetto. Dopo due giorni in cui si potrà riprendere fiato, i neroargento faranno visita ai rivali divisionali dei Houston Rockets, per poi ospitare la sera dopo i Bobcats, per l'ennesimo back-to-back. Non un periodo troppo impegnato attende quindi la squadra; l'ideale per provare a mettere in cassaforte altre importanti vittorie.
THE NEWEST COMER Passata in sordina a causa dell'inizio della stagione è la firma di un giocatore che invece si potrebbe scoprire davvero interessante per gli Spurs in ottica futura: James White. White, draftato con la trentunesima assoluta all'ultimo draft dai Portland T-Blazers è stato subito spedito ad Indiana, dove i Pacers alla fine del training camp lo hanno tagliato. San Antonio non si è fatta sfuggire l'occasione e pochi giorni fa il frontoffice texano lo ha firmato per due anni. Questo giocatore, tecnicamente un' ala ma che può ricoprire almeno altri tre ruoli, uscito dall'univeristà di Cincinnati, è ritenuto uno dei più grandi saltatori d'America. Possiede infatti una grandissima elevazione, sostenuta anche da una buonissima velocità di piedi, il che lo rende un potenziale all-star difensivo. Nei suo anni a Cincy ha migliorato la tecnica di tiro, arrivando a tirare con un discreto 34.7% da dietro l'arco; ma c'è da scommettere che con una buona applicazione White potrebbe compiere ulteriori progressi anche sotto questo punto di vista. Inoltre tutti gli allenatori che lo hanno avuto in squadra fino ad oggi sostengono che il ragazzo ha una grande etica del lavoro, a dispetto di chi lo voleva con una carattere difficile.
Insomma, è un giovane dalle prospettive interessantissime, che potrebbe tornare non poco utile alla squadra. Molti già credono che R.C Buford, il genaral manager della squadra, abbia messo a segno l'ennesimo colpaccio. Se sarà stata davvero una scelta azzeccata ce lo dirà soltanto il tempo; quello che è certo che in questi ultimi anni davvero pochi errori di scouting possono essere imputati alla dirigenza neroargento. Quindi"
Il migliore della settimana
Il primo titolo di migliore delle settimana va a Francsico Elson. Certo, se dovessimo basarci solamente sui numeri il buon Cisco non ci andrebbe nemmeno vicino, ma quello che ha fatto in queste prime partite è qualcosa che nei boxscores non viene riportato; qualcosa che va oltre. Arrivato con il compito di rimpiazzare Mohammed e Nesterovic si è rivelato ben più di un semplice comprimario. Ha fatto tutto quello che Popocich gli ha chiesto, e forse qualcosa in più; probabilmente era lui il pezzo che l'anno scorso è mancato. Il capolavoro è stato contro i Mavs, quando si è messo sulle tracce di Nowitkzi e lo ha limitato come pochi sono riusciti a fare. A differenza dei due suoi predecessori, Elson, è un settepiedi che sa tenere il campo, e dispone di una aggressività unita ad una grande audacia, che non fa mai male. In questo modo Popovich non è stato costretto ad impiegare Bowen (notevolmente più basso) sul tedesco, pagando così la differenza di centimetri.
Se nel corso della stagione dimostrerà di sapersi mantenere su questi livelli, allora giù il cappello. Sarebbe uno dei veri colpi di un mercato estivo che ha riservato ben poche sorprese.
Bene. Per ora è tutto.
Alla prossima!