Andrea Bargnani: finalmente si parlerà italiano nella prossima notte del draft NBA
Già ce lo immaginiamo: vestito firmato (Armani o Versace tanto per sottolineare la sua provenienza), scarpe da sballo (Gucci o Prada), cappellino in testa della squadra che lo appena chiamato ed emozione che salirà a livelli incalcolabili.
Andrea Bargnani vivrà una giornata speciale il 28 giugno 2006. Noi in Italia, nonché le schiere di giornalisti nostrani inviati sul posto, lo stesso. Probabilmente si tratterà di un mercoledì storico, di un evento che magari, fra 50 anni, racconteremo ai nostri nipotini: aver assistito in diretta all'entrata ufficiale del primo (e speriamo non ultimo) italiano nella NBA (non ce ne vogliano Esposito e Rusconi…).
CHI SCEGLIERÀ ANDREA BARGNANI.
Tante le possibili soluzioni. C'è chi dice che i nuovi Toronto Raptors di Brian Colangelo siano seriamente intenzionati a scegliere il ragazzo romano con la prima chiamata assoluta. Follia? Non del tutto, soprattutto per merito del 2.11 di Treviso.
Dal canto suo il General Manager dei canadesi è in questi giorni in Italia per vedere dal vivo "il Mago" impegnato nelle finali del campionato italiano. E di sicuro le incredibili prestazioni dell'11 biancoverde (2-1 con i campioni italiani della Climamio Bologna) lo stanno convincendo o perlomeno mettendo in grandissima difficoltà .
Soprattutto gara2, disputata in casa della Benetton, che ha visto Bargnani eccellere con 17 punti (oltre il 50% dal campo), 7 rimbalzi e 6 stoppate ha fatto una grandissima impressione all'ex di Phoenix che sta prendendo in seria considerazione una chiamata che sarebbe storica, non solo per l'Italia, ma per la NBA in generale.
Il 21enne di Roma infatti, se fosse scelto con la #1, sarebbe il primo europeo con una chiamata così alta e il terzo non americano dopo Yao Ming nel 2002 e Andrew Bogut la scorsa stagione.
Inoltre, a spingere Bargnani verso Toronto c'è anche Maurizio Gherardini. L'ex procuratore generale della Benetton, nato a Forlì 51 anni fa, dopo essere stato eletto miglior dirigente dell'anno lo scorso 16 maggio e 14 anni di carriera a Treviso ha deciso di raggiungere i Raptors di Colangelo e provare l'avventura oltreoceano. Di certo la sua presenza nelle fila dirigenziali canadesi avrà un suo sicuro peso sull'immediato futuro del talento italiano.
Ma una qual certa voce in capitolo ce l'avrà sicuramente anche l'allenatore dei Raptors, Sam Mitchell, che lo scorso 27 maggio (gara5 con Milano) era accorso a Treviso per osservare dal vivo il Mago. In quell'occasione Mitchell, ai microfoni di Sky, aveva espresso ampia ammirazione per Bargnani non potendo però sbilanciarsi troppo a causa delle rigide regole NBA pre-draft.
Di sicuro se il coach dei canadesi dovesse scegliere l'11 di Treviso punterebbe a formare un trio giovane, versatile e atletico sotto le plance, ma anche efficace e preciso dalla media e lunga distanza: Bosh-Villanueva-Bargnani, un trio che nessuna franchigia NBA potrebbe vantare di avere.
C'è chi dice però che l'arrivo di Bargnani porterebbe a incredibili scambi di mercato per la franchigia americana: via Bosh o Viallanueva (molto più probabile visto che il primo ha recentemente firmato il rinnovo contrattuale) e in arrivo un play e una guardia per rinforzare il back-court. Molto insistente a tal proposito il rumor che vorrebbe la partenza da Milwakee di Magloire e Mo Williams e l'approdo in Wisconsin di Villanueva e Peterson. Certo se questo scambio dovesse verificarsi difficilmente l'11 di Treviso potrebbe partire subito titolare.
Ecco dunque che molti prospettano una strada differente per Bargnani: non la prima chiamata, che caricherebbe di troppe responsabilità sia Toronto (al draft si sceglie per talento e non per necessità ) che lo stesso giocatore italiano, ma una scelta più bassa. Proprio per questo ragionamento spunterebbe per il giocatore italiano l'outsider che non in molti hanno previsto: i Chicago Bulls.
A differenza dei Raptors infatti, Chicago sarebbe competitiva immediatamente e allungando la panchina con qualche scambio (o magari firmando qualche free-agent) avrebbe la possibilità di diventare pericolosa; anche per il titolo! Bargnani finirebbe in quintetto da subito, andando ad affiancare in quintetto Chandler, Deng, Gordon e Hinrich.
Capire però dove Bargnani verrà scelto non è un gioco facile. Dipende infatti dove finiranno gli altri prospetti del draft 2006, che, diciamo la verità , non propone il "chosen one" della situazione. Adam Morrison, Tyrus Thomas, Rudy Gay, LaMarcus Aldridge, Brandon Roy, Marcus Williams e lo stesso Bargnani sono più o meno sullo stesso livello.
Vero è che i lunghi (e l'italiano fra questi è quello più alto, 7 piedi tondi tondi) rappresentano negli ultimi anni una merce sempre più rara e difficile da trovare e per questo Bargnani, soprattutto perché dotato di un ottimo tiro dalla lunga distanza, dovrebbe essere il prescelto per la numero uno, al limite la numero due. Difficile che il ragazzo di Roma possa finire ancora più sotto.
QUALI LE PROSPETTIVE UNA VOLTA DRAFTATO.
Lavorare, lavorare, lavorare. Saranno questi i principali compiti che il Mago dovrà seguire una volta arrivato nel magico mondo della NBA.
La prima incognita per il 7 piedi italiano sarà l'ambientamento: dovrà dimenticare, almeno per un po', l'Italia, la famiglia, gli amici e realizzarsi in una nuova realtà che non conosce l'uomo e il giocatore Bargnani ma che lo considera invece come uno dei tanti; dovrà mettere da parte la nostalgia, gli affetti e i propri preconcetti adattandosi ad una realtà commercial-sportiva che con l'Europa non ha nulla a che vedere.
Dovrà abituarsi a passare più tempo su un aereo che sulla terra e dovrà imparare a vivere in hotel e alberghi prima di trovare casa nella sua futura città . Non saranno rose e fiori e all'inizio i momenti difficili saranno parecchi.
Superata questa prima fase, subentrerà poi il fattore tecnico-sportivo. Primo obiettivo sarà legare con i veterani dello spogliatoio e farsi rispettare grazie anche alle sue qualità tecniche. Il secondo sarà quello di svilupparsi fisicamente, sia in palestra che direttamente sul campo d'allenamento, per prepararsi ad un'accoglienza non certo morbida nelle aree NBA.
Dovrà migliorare poi il suo tiro dalla media e dalla lunga distanza, assumere una maggiore personalità a rimbalzo sia difensivo che offensivo e in difesa avrà il compito di essere incisivo da subito.
Dunque, sia ambientalmente che tecnicamente le prove per Bargnani non tarderanno ad arrivare, ma se superate contribuiranno a formare un campione. Le qualità ci sono certamente.
CHI È ANDREA BARGNANI.
Nato a Roma il 26 ottobre 1985, è alto 211 cm e pesa 105 chili. Proveniente da un famiglia di sportivi (la nonna Mirella era negli anni '50 campionessa regionale di lancio del disco) già all'età di cinque anni muove a Roma i primi passi con la palla a spicchi, spinto dalla madre Luisella, già giocatrice di basket a livello amatoriale, e soprattutto dallo zio Massimo Balducci eccellente giocatore prima della Perugina Jeans e poi della Stella Azzurra di Roma.
A sei anni si trasferisce a Trezzano Rosa con i genitori ed il fratello ed inizia a mettersi in luce a livello nazionale. Nel 1997, torna a Roma, dove milita nel Basket Roma allenato da Roberto Castellano, ex-capitano del Bancoroma e disputa ottimi campionati di serie B2 prima dell'approdo nel 2003 alla Benetton in serie A.
Nel 2006, ormai consacrato a livello internazionale, si aggiudica il trofeo "Rising Star Trophy" come miglior giocatore Under 22 della stagione 2005/2006 di Eurolega. Nella massima competizione europea, in 18 partite giocate, mette a referto 10,9 punti (55,8 da due e 43,4 da tre e 71,2 ai liberi) e 4,1 rimbalzi. In Italia, sempre nella stagione 2005/2006, realizza 11,9 punti (56,9% da due, 38,1% da tre e 77,4% ai liberi) condendo il tutto con 5,5 rimbalzi.