Avery Johnson ha portato i Mavs in finale alla prima stagione intera passata alla loro guida.
Mark Cuban, all'atto di acquistare i Dallas Mavericks, aveva un solo sogno: trasformare la franchigia dalla tradizione perdente in una costante contender per il titolo Nba. Dopo valutazioni sbagliate, ammassamenti di talenti senza senso e difese assenti, il sogno si è tramutato in una dolce realtà ieri notte, quando il suo pupillo, Dirk Nowitzki, ha contribuito ancora una volta in maniera determinante nella vittoria per 102-93 ai danni dei Phoenix Suns, vittoria che apre le porte della Finalissima per la prima volta nella storia dei Mavs che, curiosamente, affronteranno un'altra debuttante, i Miami Heat.
Il tedescone ha segnato 24 punti e preso 10 rimbalzi con 8/20 dal campo e con 3 stoppate in una gara dai due volti, prima dominata da una Phoenix partita a mille grazie al sostegno del pubblico di casa, e quindi presa in mano e mai più mollata da dei Mavericks convintissimi dei propri mezzi e desiderosi più che mai di raggiungere lo storico traguardo.
La run'n'gun di Mike D'Antoni è durata solamente un tempo, quando i Suns hanno gestito una gara che sembrava già terminata dopo due quarti con un finale tutto da riscrivere nell'ennesima gara 7: la mano calda di Boris Diaw, ancora in estrema evidenza con 30 punti ed 11 rimbalzi, le scorribande di Steve Nash, autore di 19 punti e bravo come di consueto a distribuire palloni ai compagni liberi, ed una difesa attenta sono state il fattore principale della mini-fuga di Phoenix ad inizio gara.
I Mavericks hanno iniziato la partita sbagliando 14 dei primi 17 tiri, con Nowitzki che aveva fatto presagire ombre di gara 4 non trovando il canestro in ciascuna delle sue prime 4 conclusioni; Dallas ha chiuso il primo periodo con 6/21 dal campo e con 15 lunghezze da recuperare, ed ha iniziato il secondo quarto senza Jason Terry, sanzionato presto con il terzo fallo e rimasto senza punti per tutto il primo tempo; la situazione è quindi peggiorata quando Shawn Marion, 13 punti ed 11 rimbalzi, ha infilato la tripla del 44-26 con 6 minuti da giocare mettendo Avery Johnson nelle condizioni di dover sperare che l'intervallo arrivasse in fretta, per aggiustare quanto non andava e per rimettere una difficile situazione in piedi con una difesa più stretta.
Proprio la difesa è stato il fattore decisivo al rientro in campo, fattore che ha scaturito l'inizio di una rimonta partita con i Suns ancora a +15 nel terzo periodo: mentre Phoenix riusciva a segnare soli 12 punti in altrettanti minuti, dall'altra parte Dirk Nowitzki ha deciso di prendere ancora in mano il destino della sua squadra, cominciando ad andare dentro con insistenza.
Nowitzki, che aveva chiuso il primo tempo con 8 punti, ne ha messi 10 nel giro di pochissimo tempo e con il supporto di un ritrovato Terry, 17 punti tutti nel secondo tempo, nonché con i preziosi secondi possessi resi possibili dai rimbalzi offensivi di Josh Howard, 20 e 15, ha spinto i Mavs sul -4 a fine terzo periodo.
Da quel momento in poi i Suns non sono più riusciti a reagire, complici anche i problemi di falli di Diaw, Thomas, Bell e Barbosa, e la partita è pian pano sfuggita loro di mano: Dallas ha messo un 6-0 che ha portato le sorti sul 78-72 in proprio favore grazie a 2 stoppate in azioni consecutive di Nowitzki, poco più tardi una tripla di Jerry Stackhouse ed un furto di Howard hanno addirittura regalato il +8 ai texani.
I Suns hanno avuto un ultimo sussulto con un paio di penetrazioni a canestro di Steve Nash, ma una tripla ancora di Howard, 9 punti nel solo quarto periodo, ha messo i Mavs avanti di 10 con 90 secondi da giocare, troppi specialmente per una difesa come quella di Phoenix che nel quarto periodo ha concesso ben 40 punti, in un parziale del solo secondo tempo fissato sul 63-42 per la squadra di Avery Johnson.
"Sono molto orgoglioso del modo in cui abbiamo difeso nel secondo tempo, sono orgoglioso di tutta la stagione che hanno giocato questi ragazzi.", ha detto Johnson, "Credo che la trasformazione di questa squadra da team dal grande attacco e dalle buone percentuali sui jumpers a compagine che ha un'identità difensiva ben precisa si sia completata con questa serie. Abbiamo dimostrato a tutti che possiamo battere squadre con caratteristiche diverse adattandoci per trovare i punti deboli di ognuna".
A fargli da contraltare un Mike D'Antoni in lacrime, che dev'essere però consapevole di essere riuscito a portare questi Suns dove nessuno avrebbe immaginato:"I miei ragazzi hanno combattuto veramente con durezza, ma nel terzo quarto ci siamo impantanati e non siamo più riusciti a segnare".
Giovedì prossimo le Finali avranno il loro inizio, con due debuttanti assolute come protagoniste, fatto che non succedeva dal 1978, anno in cui si scontrarono Seattle e Washington.
Questa volta, i protagonisti saranno Dirk Nowitzki, Dwayne Wade, Shaquille O'Neal, Avery Johnson, Pat Riley: le premesse per una degna conclusione di questi playoffs fantastici non mancano di certo.