Gli Spurs di Tim Duncan hanno faticato contro i Kings, ma hanno avuto ragione loro.
La serie tra San Antonio e Sacramento si è rivelata più equilibrata del previsto, con il fattore campo sempre rispettato in tutte e cinque le gare disputate: l'unico modo per girarla per gli Spurs era quello di prendere in mano la situazione all'Arco Arena e la prestazione di ieri notte è stata molto convincente, una grande ennesima prova di squadra che ha permesso ai texani di chiudere il confronto con i Kings, troppo limitati da problemi di turnovers, percentuali basse al tiro e prestazioni sottotono di alcuni dei protagonisti del roster.
I numeri di gara 6 rivelano sei uomini in doppia cifra per i nero argento, capeggiati da un Tony Parker che ha vinto definitivamente il confronto diretto con un Mike Bibby non all'altezza delle passate edizioni di playoffs e che ha concluso la sua partita con 11/20 dal campo, 1/1 da tre, 8/9 ai liberi per 31 punti totali, risultando nettamente il migliore in campo grazie al vantaggio portatogli dapprima dalla precisione nel tiro da fuori e quindi dalle continue, martellanti penetrazioni in area verniciata avversaria.
Troppe sono state le armi a disposizione degli Spurs nelle due partite decisive: sono bastati loro un Manu Ginobili da 10 punti con il 40% al tiro ed un Tim Duncan da 15 punti e 6 rimbalzi in 34 minuti, perché la capacità corale di trovare ogni sera dei protagonisti diversi si è rifatta viva.
Ottimo, infatti, è stato il contributo di Bruce Bowen anche da lato offensivo, un Bowen capace di mettere 16 punti per la seconda volta nella serie grazie ad uno splendido 4/5 da oltre l'arco, un'arma determinante per gli scarichi di Parker e Ginobili dopo la penetrazione, come preziosi sono risultati 12 punti in 16 minuti con 2/2 da tre di Brent Barry, delle quali triple non occorre ricordare l'importanza.
Gli Spurs hanno deciso la partita nel terzo periodo, segnando 34 punti dopo averne messi 45 nell'intero primo tempo: distruttivo per Sacramento è stato il parziale di 14-1 avvenuto in apertura di ripresa, quando 6 punti di Ginobili, due triple consecutive di Bowen assieme a 7 canestri nel singolo quarto firmati Parker hanno messo in ginocchio gli avversari, mai più capaci di avvicinare quel baratro scavato dai campioni Nba in carica.
Per i Kings c'è stata anche un po' di sfortuna: nel decisivo terzo periodo, infatti, Ron Artest si è girato una caviglia e non è più stato lo stesso, concedendo spazi eccessivi ad un Ginobili sfruttato al momento giusto da Popovich, con il diretto avversario in netta difficoltà soprattutto offensiva, come dimostrato dal 2/11 con cui il guerriero dei Kings ha concluso la sua stagione.
Determinanti, per Sacramento, le percentuali al tiro: il 41% totale dal campo ed il 25% da tre punti non hanno certo aiutato contro il 50% di San Antonio, e le uniche prove positive sono arrivate dal solito Bonzi Wells, che dopo i recenti exploit si è "accontentato" di 17 punti racimolando comunque l'ennesima doppia cifra grazie agli 11 rimbalzi, e da un Mike Bibby responsabile di 19 punti ma rientrato nella serie troppo tardi.
I turnovers hanno altresì giocato un ruolo primario in questa sconfitta dei Kings, visto che ben 20 sono stati i palloni gettati via dalla squadra californiana: prevedere quindi una vittoria di San Antonio non era affatto tra le cose più impensabili, dato che specialmente ieri sera il team di coach Adelman non ha avuto la capacità di centrare gli importanti obiettivi chiave della serie.
"Sono molto deluso, è una sconfitta dura da digerire," ha detto Wells, "ci hanno dato una lezione sotto tutti gli aspetti del gioco e ci hanno fatto vedere di che cosa sono capaci i campioni in carica. Però possiamo essere felici di ciò che abbiamo fatto quest'anno, avevamo un record perdente che abbiamo trasformato in una qualificazione ai playoffs ed abbiamo battuto gli Spurs due volte. L'anno prossimo mi aspetto di arrivare più lontano."
Sacramento, da gennaio ad oggi, ha dimostrato comunque di essere un'ottima squadra grazie ai nuovi inserimenti, ed ora la prospettiva in vista del futuro campionato è tutta in crescita.
Prospettiva che per San Antonio si trasforma ora in un derby, dal sapore tutto texano; ad attenderli al secondo turno ci saranno i Mavericks di Dirk Nowitki e dell'ex Avery Johnson, in una delle serie che già dall'inizio del campionato era tra quelle più attese.