Pedro Astacio è stato l'unico pitcher decente per i Mets…
Doveva essere la stagione dei Mets. La stagione che avrebbe riportato la 2° squadra di New York, quella di Brooklyn, alle World Series, sognando di poter riaffrontare i cugini degli Yankees, vincitori nella serie finale di 2 anni fa.
La dirigenza e in particolar modo il proprietario Fred Wilpon avevano copiato le strategie di mercato degli Yankees, spese pazze e campioni in serie, senza guardare al bilancio. Così erano arrivati talenti del calibro di Roberto Alomar, Jeromy Burnitz, Mo Vaughn per rinforzare il già quotato gruppo di battitori, Roger Cedeno per completare il reparto difensivo e Pedro Astacio per regalare linfa al parco lanciatori, sulla carta una squadra da sogno per i tifosi dei Mets e da titolo per le preview di inizio anno.
La regular season doveva essere una passerella, un dominio della division sui rivali dei Braves per poi giocarsi tutto nei playoff, magari col fattore campo amico. Previsioni di una stagione gloriosa che ben presto si sono trasformate in un incubo che ha avuto fine solo alla 162° partita.
Una debacle incredibile su tutti i fronti, che non ha risparmiato praticamente nessuno, forse il solo Mike Piazza in battuta (anche se con statistiche peggiori al suo standard), anche se il paisà ha offerto prove decisamente incolori nel suo ruolo di catcher.
Gli acquisti non hanno saputo integrarsi nel team, Alomar si è perso nel grigiore generale, senza mai nemmeno sfiorare, anche in difesa, quello dimostrato a Baltimore. Burnitz se si può ha fatto ancora peggio, con una percentuale ridicola in battuta e Vaughn ha vissuto di alti e bassi con la predominanza dei secondi.
Le cifre di questa terribile annata sono impietose: ultimo posto nella Division dopo ben 9 anni ad anni luce di distacco dagli Atlanta Braves, la peggior media battuta e il 2° peggior numero di homerun della National East, e se si pensa quante bocche da fuoco avesse (Piazza, Alomar, Vaughn, Burnitz, Alfonzo) tutto diventa tragico, un record di sconfitte consecutive casalinghe fermato a 16, con strisce negative paurose di 6-7 battute d’arresto stagionali.
Una delle maggiori cause di questo suicidio agonistico sono stati i pitcher, autentico tallone d’achille per coach Valentine. Quattro lanciatori partenti quali Astacio, Leiter, D’Amico e Trachsel e il solo Astacio attestatosi sopra il 50% di W (be’ 12-11 non si può dire una gran media) e gli altri, soprattutto Leiter, mai in grado di dare sicurezza alla squadra, costretta sempre ad inseguire fin dai primi innings in molte partite, e anche se si guardano i rilievi la situazione non migliora affatto.
Proprio da questa insicurezza data dalle prestazioni sconcertanti dei lanciatori son nati parecchi errori difensivi, ben 144, il massimo nelle Major, e in una squadra che schiera gente del calibro di Ordonez, Alomar e Cedeno, questo record ha dell’incredibile.
Coach Valentine, messo di fronte ad una situazione nuova per lui (mai sotto il .500 sotto la sua gestione), ha cercato in tutti i modi di tappare le continue falle che si aprivano, sforzandosi quasi sempre di mantenere la calma, ma senza avere grandi risultati in meriti, anzi, molti giocatori consci delle loro terribili prestazioni hanno ceduto ai nervi e infatti molte sono state le situazioni critiche nel dog-out e all’interno dello spogliatoio, emblematica la rissa scoppiata tra Alomar e Cedeno durante una partita proprio all’interno del dog-out.
Niente è servito a risollevare le sorti di una stagione che con l’andare del tempo è andata sempre più alla deriva, in cui nessun giocatore ha saputo dare una sterzata positiva, pur avendo i Mets gente dall’esperienza elevata. Forse, proprio l’enorme pressione data da tifosi e media ad inizio stagione ha giocato un brutto scherzo sui giocatori e anche su coach Valentine, che, dopo un buon inizio di stagione, sono crollati alla prima striscia di sconfitte, continuando a smentire subito chi, dopo un paio di vittorie, credeva nel rilancio.
Il risultato finale di questa tragica annata è stato il licenziamento di Valentine che, come volte succedeva nello sport, ha pagato per tutti e dopo 6 ottimi anni alla guida dei Mets lascia la franchigia da perdente. Certo, la scelta non è stata facile, anche perche’ molte colpe sono dei giocatori, ma non potendo privarsi di contratti onerosi appena firmati, l’unica soluzione era cambiare il manager, sperando di poter dare quella sferzata per ripartire nel migliore dei modi nella stagione prossima.
I playoff MLB sono iniziati e i Mets sono alla finestra a guardarli, i tifosi che credevano di poter vivere l’intensa atmosfera della post-season possono solo guardare le altre squadre in TV, soprattutto gli odiati Yankees che tanti avrebbero voluto affrontare nelle World Series.
La prossima stagione sarà molto importante, il payroll è molto alto e le nuove regole di salary cap non favoriscono gli stipendi alti, perciò o si vince o Wilpon inizierà un’epurazione di chi lo ha tradito anche tra i giocatori, ma il talento del roster è tanto, in più si può dire che peggio di così è difficile fare, quindi i tifosi sperano nel rilancio e ad un ritorno ai vertici che per i Mets è quasi doveroso.