Brad Miller e Predrag Stojakovic sovrastati, come spesso succede, sotto canestro
Metti una tranquilla domenica pomeriggio a Sacramento: hai speso quasi 80 dollari fra biglietto e parcheggio per vedere i Kings con l'immancabile "hamburger&coke" fra le mani. Scot Pollard, salutato da una calda ovazione, è fra gli avversari del giorno, gli Indiana Pacers. A 3' dalla fine del terzo periodo i tifosi non ce l'hanno più fatta e hanno cominciato a protestare contro i loro beniamini.
Per la cronaca il punteggio era 80-47 per gli uomini di Carslile: un primo break di 23-6 nel secondo quarto aveva già indirizzato una partita "sotterrata" da quattro bombe di Stephen Jackson ad inizio ripresa. "Ho chiesto ai giocatori - ha commentato a fine gara Rick Adelman - di guardarsi dentro e provare a capire cosa non funziona: oggi abbiamo fatto la peggior figura possibile."
La partita è finita 108-83 per gli uomini di Carslile in un'atmosfera insolita per quelle latitudini, mista fra i "boo" di chi era rimasto e i sedili lasciati vuoti da chi aveva scelto di andarsene. Fra questi, il più illustre è proprio Geoff Petrie che ha seguito i primi tre quarti dalla solita imboccatura degli spogliatoi, per risparmiarsi l'agonia del garbage time finale. I fratelli Maloof non erano nemmeno venuti.
"Nessuno pretende - ha spiegato Ed Manley, tifoso abbonato all'Arco Arena da cinque anni - di avere una squadra che vince il campionato: si tratta di vedere giocatori che si impegnano, un allenatore che allena la squadra e proprietari almeno presenti." Gli schemi mentali dei tifosi sono gli stessi in ogni sport ed in ogni continente." "Siamo colpevoli, le confitte dipendono da noi" , aveva detto qualche minuto prima Predrag Stojakovic; il serbo, Mike Bibby e Brad Miller contro Indiana hanno messo assieme 29 con 10 su 35 complessivo dal campo.
L'uomo che ha costruito questa squadra viene chiamato in causa solo indirettamente dalla disapprovazione del pubblico di Sacramento: "Finora - ha spiegato Geoff Petrie - i risultati non sono in linea con le aspettative. Però se devo scegliere se premere il grilletto o pazientare, preferisco la seconda opzione." L'arrivo degli Indiana Pacers ha riacceso le voci di scambi e movimenti di mercato. "Non abbiamo mai parlato - ha chiarito Donnie Walsh su precisa richiesta dei giornalisti del Sacramento Bee – della possibilità di cedere Artest ai Kings."
E' opinione comune però che la dirigenza dei Kings debba fare qualcosa. Altrove la posizione di Rick Adelman sarebbe considerata critica; abbiamo più volte parlato delle motivazioni che rendono poco probabile un allontanamento del coach che ha pur sempre vinto almeno 50 partite nelle ultime cinque stagioni. "L'organizzazione è preoccupata - ha spiegato il general manager, smentendo le ricorrenti voci di distacco da parte dei Maloof - come è normale in una situazione come la nostra. I risultati non stanno arrivando. Però questo non significa che faremo qualcosa o che affretteremo le nostre decisioni"
Gli infortuni di Shareef Abdur Rahim e Bonzi Wells non han fatto altro che complicare il quadro. Anche perché le notizie non sono buone: i tempi per l'ex Portland si allungano e potrebbero volerci sei settimane in più per recuperare. Grossi problemi stanno nascendo dalla dieta esclusivamente a base di liquidi cui Rahim è costretto dalla frattura alla manidibola. "Non so quanti chili abbia già perso", ha detto Adelman del giocatore che solo adesso sta riprendendo esercizi blandi come correre sul thread mill.
Bonzi Wells sta facendo riabilitazione con il tranier Daniel Shapiro. "Non si potrà dare una prospettiva sicura sul suo recupero - ha spiegato Adelman - fino a che non farà un allenamento completo con la squadra. Per ora ha solo fatto qualche tiro. Ha evitato ogni esercizio che potesse comportare contatti fisici."
Ecco perché in questo moemento parlare di scambi e movimenti di mercato significa mettere in discussione Bibby, Stojakovic e Miller. Fino a prova contraria il trio su cui questa squadra era costruita. "Capisco - riconosce Petrie - che le domande crescono ad ogni sconfitta" Come i dubbi sull'effettivo valore di mercato di questi tre uomini. Gli attuali Kings avrebbero bisogno di una consistente presenza sotto i due canestri per ovviare alle consuete amnesie di Miller. Oppure di una leadership maggiore di quella che riesce a dare Bibby.
Discorsi difficili da intavolare anche se la metà di febbraio non è così lontanta. Rimane l'ultima prestazione contro Indiana, troppo brutta per non dare da pensare.