Per The Answer, questa è la squadra più forte della sua carriera
Gli uomini di coach Mo Cheeks, osservando in maniera scarna e superficiale quella che su nba.com chiamano "schedule", ovvero il calendario delle partite, giocate, con rispettivi risultato e box score, e ancora da compiere, danno la netta impressione di essere la squadra più intelleggibile dell'intero panorama pro americano.
Iniziano l'anno con tre sconfitte, poi infilano sei W consecutive e ancora due sconfitte prima di tornare a vincere con gli zingari dell'nba, quegli Hornets senza né capo né coda ma che non stanno andando poi così male.
Il continuo succedersi di streaks, "strisce" nella lingua di Chaucer, non dipende tanto da quello che fa il 3, fermo restando che è il più influente giocatore dai tempi del 23 di una città ventosa dove si gira anche E.R., con la differenza che questo é 20 meno, inteso come chili e centimetri.
Il nostro trottolino ne grassa 30 ad allacciata di reebok con il solito cuore che fa distretto, il problema è quello che fa il resto della posse: i 20 e 10 di C-Webb dipendono solo dalla sua intelligenza cestistica e dalla sua vena artistica al gomito perché il boyfriend di Tyra Banks non salta la più sottile delle gazzette; l'impatto di Korver esiste solo se riesce ad infilare un paio di bombe che gli danno ritmo, altrimenti, per il sosia di Justin Timberlake, è notte fonda.
Il capitolo Iguodala richiede un minimo di attenzione: il ragazzo è la cosa più vicina a Pippen che si sia mai vista per difesa, attività sul campo e braccia da pterodattilo, in più, l'uomo da Arizona, dopo la gita a Toronto, si è anche messo a tirare da tre con una costanza Korveriana, per rimanere in tema".
L'assenza di Dalembert si fa sentire, soprattutto perché l'haitiano è, a mio avviso, la versione orientale di Amare Stoudemire per presenza sotto i tabelloni e atletismo. I suoi problemi fisici costringono, un pur eroico Steven Hunter, che con Amare ci ha giocato un'intera stagione, al quintetto, col problema che dal pino non esce più nessuno se non i 196 cm scarsi di James Thomas, la versione povera di Ben Wallace.
Oltre a questi, ci si affida alla duttilità di Salmons, alla vena di Lee "sono passato anche da Milano" Nailon e all'esperienza di Ollie, per dare qualche secondo di ossigeno alla Risposta, in attesa che Louis Williams riesca a dare un contributo che non sia portare le ciambelle ai veterani dello spogliatoio, Ollie e Nailon compresi, ahinoi".
Dopo le prime 12 disputate, la schedule di cui sopra, recita un non disprezzabile 7-5 che però, rapportato al talento a disposizione, fa storcere un po' il naso al GM Billy King visto che ha trovato la miglior spalla di sempre ad Iverson in Webber, un talento ammorbante come Iguo e dei buoni specialisti; in più ha dato alla sua stella l'allenatore che LUI desiderava, quel Mo Cheeks che Allen vede come un fratello maggiore, ma soprattutto come un vincente, visto che dell'argenteria il nostro ne ha portata a casa con Moses Malone e Doctor J, proprio nella città in cui i nostri citati lavorano 8 mesi all'anno.
Nell'analisi di queste dodici partite si può notare come le cinque sconfitte arrivino con le seguenti sembianze: sconfitta all'OT coi Bucks nell'opener con tripla al 48' di Michael Redd, dopo che i nostri hanno menato le danza per tutta la gara, salvo mancare di killer-instinct quando bisognava tirare fuori il secondo cuore (i cojones, come dicono i latini"); sconfitta la sera dopo al Palace coi vice-campioni e col doppio Wallace gasato dall'esordio casalingo stagionale; sconfitta inopinata al Wachovia coi Bobcats che, pur con tutto il bene che si può volere alle linci, non valgono la metà dei padroni di casa che però hanno scioperato letteralmente e lasciato a Meka e compagni disporre delle proprie carcasse; le altre due sconfitte arrivano dopo una serie di sei W in fila, di cui due coi derelitti, o forse peggio, Toronto Raptors, una in casa con i Los Angeles Sperimentals, pardon Lakers, di coach Jackson, beccati in una serata in cui Kobe, Smush e Odom tirano complessivamente con un poco rassicurante 18 su 51 e con un Kwame Brown da assoluto ritiro, nonostante un corpo che renderebbe felice uno come Tractor Traylor, se potesse"
Le altre due sconfitte arrivano per mano di Cleveland e Miami. La prima arriva dagli Heat che, orfani di Shaq, se la cavicchiano con uno Wade che va ad un rimbalzo dalla tripla doppia (32+9+10) e con "The genius" Walker che, solo per la cronaca, ne piazza 26 con uno sconcertante 11-13 dal campo venendo dal pino.
La seconda a causa dei Cip e Ciop dell'Ohio, tali Lebron e "Fly" Larry, che ne grassano 73 in due, col prescelto che ci aggiunge 11 rodmans e 10 stocktons per la prima tripla-doppia stagionale. Per quanto si diceva delle vittorie, è vero che sono arrivate da squadre "in difficoltà " come Lakers, Toronto o New Orleans/Oklahoma City ma anche contro formazioni in grande spolvero come Dallas (..si era infortunato il tedesco, ndr"), i Clippers dell'era Cassell che viaggiano a gonfie vele e i Pacers candidati al titolo di Artest e J. O'Neal.
Come ho già evidenziato, la storia è la stessa da 10 anni: Allen butta sempre il cuore oltre ogni ostacolo per i Sixers, ma gli altri devono seguirlo per ottenere qualcosa di importante.
Per stessa ammissione del #3, il gruppo è il migliore che gli sia mai capitato, i suoi giovanotti crescono bene e Iguo sembra essere un diamante che capita una volta nella vita.
Osservando il roster la squadra non è da titolo, almeno nell'immediato ma io col Bubbachuck della Virginia non scommetterei mai contro, nemmeno sotto tortura. Vabbè che a Phila tiene banco il caso Owens-McNabb, ma io un'occhio sugli Alleniners lo terrei.