Chicago Bulls: Preview

Avverrà  in maglia Bulls la tanto sospirata esplosione di Tim Thomas?

Obiettivi

Confermare le buone cose fatte lo scorso anno, e magari migliorarsi ulteriormente superando il primo turno dei Playoff.
Questo è l'obiettivo dichiarato di coach Skiles, ed è alla portata data la qualità  dei suoi ragazzi terribili che nel frattempo hanno accumulato esperienza e consapevolezza nei propri mezzi. Non sembrano attrezzati tuttavia per giocare contro le corazzate Indiana, Detroit e soprattutto Miami, ma dopo la sorprendente stagione scorsa mai dire mai.

CONFERENCE:Eastern
DIVISION:Central

ARRIVI: Darius Songaila (Sacramento Kings), Mike Sweetney (New York Knicks), Tim Thomas (New York Knicks), Jermaine Jackson(New York Knicks), Malik Allen (Miami Heat), Eddie Basden(undrafted)
PARTENZE: Eddy Curry (New York Knicks), Antonio Davis (New York Knicks), Frank Williams (L.A.Clippers)

Roster



Nome Ruolo Altezza Peso DOB College YRS

Malik Allen F 6-10 255 06/27/1978 Villanova 4
Eddie Basden G 6-5 215 02/15/1983 Charlotte R
Tyson Chandler F-C 7-1 235 10/02/1982 Dominguez HS (CA)4
Luol Deng F-G 6-8 220 04/16/1985 Duke 1
Chris Duhon G 6-1 185 08/31/1982 Duke 1
Ben Gordon G 6-3 200 04/04/1983 Connecticut 1
Othella HarringtonF-C 6-9 235 01/31/1974 Georgetown 9
Kirk Hinrich G 6-3 190 01/02/1981 Kansas 2
Jermaine JacksonG 6-5 204 06/06/1976 Detroit 4
Andres Nocioni F 6-7 225 11/30/1979 Argentina 1
Eric Piatkowski G-F 6-7 215 09/30/1970 Nebraska 11
Darius Songaila F 6-8 240 02/14/1978 Wake Forest 2
Michael SweetneyF 6-8 275 10/25/1982 Georgetown 2
Tim Thomas F 6-10 235 02/26/1977 Villanova 8

Probabile Quintetto Base
PLAYMAKER: Chris Duhon
SHOOTING GUARD: Kirk Hinrich
SMALL FORWARD: Luol Deng
POWER FOWARD: Tim Thomas
CENTER: Tyson Chandler

Staff Tecnico
HEAD COACH Scott Skiles (College – Michigan State)
LEAD ASSISTANT COACH Jim Boylan (College – Marquette)
ASSISTANT COACHES Ron Adams (College – Fresno Pacific, Fresno State)
Pete Myers (College – Arkansas-Little Rock)
John Bach (College – Fordham)
ASSISTANT COACH/ADVANCE SCOUT Mike Wilhelm (College – Southampton)
STRENGTH-AND-CONDITIONING COACH Erik Helland (College – Wisconsin-Eau Claire)
Al Vermeil (College – Kansas State)
ATHLETIC TRAINER Fred Tedeschi (College – University of the Pacific)

Commento

L'eliminazione per mano di Washington al primo turno degli ultimi Playoff è una ferita che ancora brucia in Illinois, Arenas che scocca il tiro del KO marcato da Hinrich e Chandler è l'immagine che per notti ha perseguitato i sonni di Skiles.

Avanti 2-0 dopo una partenza sprint, i Tori di Chicago hanno perso le successive 4 un po' per sfortuna un po' per peccati di inesperienza(vedi il malinteso Duhon-Hinrich su una decisiva rimessa a metà  campo in gara 6).
E pensare che nella scorsa stagione i Bulls sembravano destinati a un'altra annata di transizione dopo lo 0-9 iniziale.

Poi un paio di correzioni in quintetto come Duhon in cabina di regia dall'inizio e Gordon come letale sesto uomo hanno messo le ali ai piedi ai ragazzi del sergente di ferro Skiles, che hanno chiuso la Regular Season al quarto posto di conference che significava Playoff dopo 7 lunghi anni di astinenza.

L'estate dei Bulls è stata condizionata pesantemente dalla grana dei contratti in scadenza dei Twin Toddlers, al secolo Eddy Curry e Tyson Chandler.
Finalmente dopo anni di promesse disattese i due si sono messi a giocare sul serio e i risultati si sono visti: logico che i due battessero cassa vista la penuria di lunghi che affligge la lega.

Trovato l'accordo per rifirmare Chandler, Paxson si è cautelato mettendo sotto contratto Darius Songaila, il lituano ex Kings, e il lottatore Malik Allen e andando a discutere il rinnovo di Curry con le spalle coperte.

Curry chiedeva troppo in considerazione dei suoi problemi cardiaci che lo hanno tenuto fuori per tutti gli scorsi Playoff e che ne minano il prosieguo della carriera. Così fatte un paio di considerazioni Paxson ha deciso di cederlo ai Knicks insieme al vecchio lupo di aree NBA Antonio Davis in cambio dei due contratti in scadenza di Sweetney, ala forte undersized che qualcosa di buono ha fatto vedere in questa ultima stagione e di Tim Thomas, eterno incompiuto dal talento debordante.

Visto così sembra che a guadagnarci un volta tanto sia stata New York, ma se Paxson che è un ottimo GM ha dato via così a cuor leggero uno dei 5 migliori centri della Lega forse sa qualcosa del cuore(non inteso come sentimento ma come muscolo) malato di Curry che noi non sappiamo. In questa maniera si è liberato di un giocatore che nella sua mente non tornerà  più a giocare e ci ha ricavato due giocatori che tutto sommato non sono così male come Sweetney e soprattutto

Tim Thomas che se trova l'ambiente giusto può esplodere.
Male che vada questi ultimi due a fine anno libereranno una montagna di spazio salariale che i Bulls potrebbero usare per firmare qualche appetitoso Free-Agent.

Unica certezza del quintetto dei Bulls è l'Harry Potter della Windy City, Kirk Hinrich. Può e deve essere la stagione della sua consacrazione definitiva, ma soprattutto può e deve essere il leader dei Bulls, quello che si carica la squadra sulle spalle nei momenti difficili e che tira fuori gli attributi quando la palla pesa pesa più di un quintale.

Non ha il fisico devastante di un Billups, non compie i salti devastanti di LeBrone o Francis, non inventa passaggi pazzi come Nash ma ha una dote non comune a tutti i playmaker: ha un'intelligenza cestistica fuori dal comune che gli permette di creare uno schema dal nulla, è terribilmente concreto e a dispetto del suo fisico minuto difende in maniera durissima. I paragoni con Stockton sono ancora un po' esagerati ma non del tutto campati in aria.

A meno che Skiles non decida di inserire nello starting five Ben Gordon al suo fianco partirà  nello spot di guardia un altro ragioniere che si sbatte in difesa come Duhon, che se mettesse più spesso il suo tiro sarebbe anche lui un più che discreto giocatorino.

Grande concorrenza ci sarà  nel ruolo di Small Forward tra il rientrante Luol Deng che ha ben impressionato nella scorsa stagione, specie nella prima parte, Andres Nocioni che ha sorpreso tutti per la sua durezza in difesa e il suo tangibile contributo offensivo nelle situazioni di necessità  e il neo-arrivato Tim Thomas che in teoria potrebbe fare tutto ma che in pratica non ha fatto vedere che sprazzi del suo enorme talento. In questa corsa alla spot di SF parte forse leggermente avvantaggiato Nocioni, con Deng a fare da cambio da molti minuti e Thomas che probabilmente giocherà  parecchi minuti da Power Forward vista la cessione di Curry e il conseguente spostamento di Chandler nel ruolo di Centro.

Tyson Chandler deve confermare le belle cose della scorsa stagione, specie a rimbalzo e come intimidatore d'area, ma deve al contempo necessariamente migliorare dal punto di vista offensivo.

E veniamo alla panchina, decisamente il punto di forza dei Bulls e che pochi possono vantare: la punta di diamante è senz'altro rappresentata da Ben Gordon, capace di scatenare la sua furia offensiva in pochi minuti contro i secondi quintetti avversari.

Ma dove diventa veramente pericolosissimo è nell'ultimo quarto: è forse uno dei migliori uomini a cui affidare l'ultimo tiro decisivo di una partita e nella scorsa stagione lo ha mostrato a più riprese dopo un inizio titubante. Bisogna vedere se saprà  confermarsi in questa stagione dove avrà  gli occhi dei difensori avversari sempre addosso e in cui presumibilmente avrà  un minutaggio più elevato.

Oltre ai punti rapidi di Gordon la sterminata panchina Bulls offre pure i nuovi acquisti Darius Songaila e Mike Sweetney che sono onesti gregari e il perdente del duello Nocioni-Deng. La batteria lunghi dei Bulls potrà  contare anche sul guerriero Malik Allen, altro neoacquisto che potrà  allungare la già  sterminata rotazione. Volendo ci sarebbe anche Jannero Pargo, che nelle ultime partite della serie con Washington ha in più occasioni trascinato i Bulls con le sue triple nei momenti difficili sopperendo così alle defaillance di Gordon.
Un'altra freccia all'arco di Skiles che fa sempre comodo.

E veniamo al coach, Scott Skiles:è riuscito a dare finalmente un'impronta decisa al gioco dei Bulls, fatto di difesa soffocante e concretezza.
Pochi fronzoli, cattiveria sotto le plance e disciplina ferrea sono i dettami di Skiles, che nella scorsa stagione non ha esitato a cacciare elementi dall'indubbio talento ma che non digerivano i suoi metodi di lavoro e che non si applicavano in difesa come Jamal Crawford.

Sembra l'uomo giusto al posto giusto per guidare i Bulls a una stagione se possibile ancora più esaltante di quella appena trascorsa.

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