NBA Finals: Preview

Vedremo spesso delle vere e proprie battaglie sottocanestro

Quello che ad inizio stagione si pensava si è avverato: i campioni del mondo in carica difenderanno contro i San Antonio Spurs il Titolo conquistato dodici mesi fa.

Una Finale attesa, ma arrivata con un percorso differente per le due squadre; gli Spurs da inizio campionato hanno dato la sensazione di essere i grandi favoriti per la vittoria finale, confermandosi gara dopo gara una vera e propria corazzata senza apparenti punti deboli, mentre i Pistons hanno faticato parecchio: dai problemi di salute di Larry Brown alle continue voci di un partenza verso New York , Los Angeles o Cleveland dello stesso Brown, le accuse di "imborghesimento" a buona parte della squadra dopo il trionfo di un anno fa da parte del coach, le polemiche per la rissa di Novembre contro i Pacers con gli inevitabili interrogatori da parte dell'NBA ma soprattutto delle autorità  federali.

San Antonio nei playoff ha dato la impressione di essere invincibile o quasi, contro dei Nuggets in grandissima forma ha chiuso la questione in 5 gare, ha sofferto contro Seattle ma ha dominato la Finale di Conference contro Phoenix: gli Spurs sembrano sempre in grado di fare quel qualcosa in più per portare a casa la gara, possono annullarti in difesa o giocare a segnare un canestro in più, per loro non fa differenza, la macchina costruita da Popovich ha sempre l'asso nella manica da giocare nel momento più opportuno: quella sensazione di forza, di dominio, di controllo della gara che soltanto le grandissime squadre sanno dare, e questi Spurs, oltre che essere una Dinastia, sono l'edizione migliore, più completa, più forte che la coppia Buford-Popovich abbia mai insieme.

Una delle squadre più forti della Storia del gioco senza se o ma.

Detroit dopo le prime due gare interne contro i Sixers nel primo turno, ha sempre sofferto, arrivando alla Finale NBA dopo una gara 7 decisa negli ultimi secondi contro una Miami in difficoltà  fisica per gli infortuni a Shaq e Wade, ma come sempre i Pistons la loro pagnotta se la sono guadagnata, anche se la sensazione è che non abbiano il talento tecnico per mollare la presa, una volta che cala la concentrazioni, l' intensità , per i Wallace e soci si fa dura.

Ma cuore, grinta, orgoglio ed esperienza sono elementi che nei playoff pesano tantissimo, possono portarti oltre i tuoi limiti e grazie a questi i Pistons si sono meritati quel pizzico di fortuna che non guasta mai.

Si annuncia una serie dura, tosta, con le difese a farla da padrone e punteggi che molto difficilmente supereranno i 180 punti totali a gara. Per gli amanti del basket run&gun, dei continui capovolgimenti di fronte, del "prima offendi e poi eventualmente difendi", sarà  una serie difficile da digerire, ma per chi ama quelle piccole cose che non finiscono mai sui tabellini come prendere uno sfondamento, un tuffo per recuperare una palla vagante, un rientro difensivo perfetto, blocchi durissimi, battaglie per prendere un rimbalzo come se da quello dipendesse la propria esistenza, allora San Antonio-Detroit è la serie che aspettavano da anni.

Vedremo molti attacchi a difesa schierata, e per i Pistons sarà  fondamentale il rendimento offensivo di Prince ma soprattutto di Sheed.
L'attacco di Detroit contro la difesa schierata vive quasi principalmente della produzione di Hamilton e Billups: Popovich metterà  Bruce Bowen sulle tracce dell'uomo mascherato, ma anche per un grande difensore come l'ex Heat sarà  difficilissimo contenere il gioco senza palla di Rip, mentre la potenza a quattro ruote motrici di Billups potrebbe essere un grande problema per Parker, costringendo l'impianto difensivo degli Spurs ad aiutare il francese ma creando spazio per qualche altro giocatore di Detroit, bisognerà  vedere chi decideranno di "trascurare" gli Spurs se l'MVP delle scorse finali diventa un martello, probabilmente sarà  l'uomo di Ben Wallace.

Prince potrebbe ritrovarsi molto spesso in post medio per sfruttare i suo centimetri spalle a canestro contro Ginobili, Sheed non potrà  permettersi molte gare da 9-10 punti se Detroit vuole giocarsela sino in fondo. Con un Rasheed di alto livello, i Pistons si ritroverebbero ad avere un giocatore in grado di creare punti e gioco dal post basso, e di aprire la scatola portando fuori il suo marcatore col tiro dalla lunga distanza lasciando Ben Wallace a lottare sotto le plance per i rimbalzi offensivi uno contro uno.

La scarsissima panchina di Detroit fa si che l'apporto offensivo di Rasheed debba essere molto più continuo rispetto allo scorso anno: i suoi alti e bassi potevano essere sopportati dall'entrata di un produttore di punti dal post basso come Williamson e da un lungo in grado di metterla anche da fuori come Okur, mentre quest'anno il solo McDyess (in netto calo rispetto alla regular season) è troppo poco per sopperire alle giornate storte del ragazzo di Philadelphia, e per una squadra che offensivamente non è una macchina da canestri, quei punti sono vitali, se non arrivano allora Detroit può solo sperare che la coppia di esterni produca partite da 25-30 punti a testa per avere una reale possibilità .

Prince dovrà  provare ad arginare Ginobili come fece con Bryant lo scorso anno, ma se per l'attacco di Detroit la chiave di volta è Sheed, allora in questa serie ci si attende molto da Parker in casa Spurs. Il francese dovrà  lavorare tantissimo in questa serie, sia in difesa che in attacco, se i Pistons concederanno a Parker il tiro da fuori e non la penetrazione applicando la strategia dei Lakers dello scorso anno, allora un Parker inconcludente in attacco e messo sotto in difesa da Billups potrebbe essere un grandissimo problema per la coppia Popovich-Carlesimo.

Gli Spurs nei momenti decisivi metteranno Mister Horry sulle tracce dell'ex Portland, la sua difesa e la sua furbizia potrebbe far saltare i nervi all'agitatissimo Sheed visto in questi playoff.
Ma Horry sarà  determinanteanche in attacco col suo tiro da fuori, la sua presenza costringerà  uno dei due Wallace ad allontanarsi da canestro lasciando l'altro Wallace in singola copertura contro Duncan, creando spazio per le penetrazioni di Ginobili e Parker, e se verrà  l'aiuto da parte degli esterni la palla finirà  sul perimetro ai tiratori di San Antonio, e qua Bowen dovrà  essere continuo, altrimenti la difesa dei Pistons non pagherà  dazio, costringendo gli Spurs a rinunciare al suo apporto contro Hamilton nell'altra metacarpo.

Duncan col suo tiro dai 5 metri dovrebbe portare fuori il suo marcatore quando sarà  in campo con Mohammed, aprendo spazi per le penetrazioni degli esterni, e permettendo ad un solido rimbalzista offensivo come l'ex Knicks di diventare pericoloso se verrà  lasciato troppo libero di circolare sotto il canestro dei Pistons nel caso i Wallace sia costretti a correre in aiuto difensivo.

La panchina degli Spurs a differenza di quella di Detroit è di buonissimo livello, forse gli manca una polizza assicurativa come fu Claxton due stagioni fa nel caso Parker vada fuori giri, Udrih va testato a questi livelli e più di una decina di minuti difficilmente può dare, soprattutto se dovrà  vedersela contro un mastino come Billups.

San Antonio parte coi favori del pronostico, ha una panchina migliore, ha un attacco di alto livello, ha un'organizzazione difensiva perfetta, non ha punti deboli in pratica, ma si complica la vita con degli inspiegabili black out, e la presenza di un team che rispettano come Detroit da questo punto di vista è un bene, perché in Texas sanno molto bene che contro questi Pistons quei momenti di "vuoto" possono costare carissimi.

La squadra di coach Brown ha dalla sua un gruppo in continua lotta contro tutto e tutti per dimostrare che sono dei veri Campioni e non soltanto un'ottima squadra che ha avuto la fortuna di vincere una Finale contro un team allo sfascio. Se la giocheranno dal primo all'ultimo secondo, Larry Brown al di là  delle polemiche su cosa farà  e dove andrà  finita la Finale, resta un genio assoluto, e preparerà  questa sfida come meglio non si potrebbe fare. Sulla carta per Detroit è davvero ardua ma sicuramente daranno tutto, se non di più, di quello che hanno per riconfermarsi Campioni del Mondo.

Chiudiamo con una curiosità : da quando l'NBA nel 1985 introdusse il formato 2 3 2 soltanto due volte la Finale si è decisa a gara 7, l'ultima Finale che fu quella tra Rockets e Knicks nel 1994, due squadre prettamente difensive. Quest'anno potrebbe essercene una terza, almeno così si augurano Stern e soci, ma forse la Lega dovrebbe tornare al classico formato adottato in tutti i playoff (2 2 1 1 1).

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