Hideki Matsui, un autentico Iron Man
E' l'undici Maggio 2006, tutto è pronto allo Yankee Stadium per una delle tante ed attese gare tra i NY Yankees ed i Boston Red Sox. L'atmosfera è tesa, in ballo c'è il “rubber match”, ovvero la bella della seconda serie stagionale tra le due squadre con maggiore rivalità in tutta la MLB.
Sul monte di lancio per gli Yankees c'è Shawn Chacon e Kevin Youkilis è già in prima base. Alla battuta va Mark Loretta che batte una flyball sulla sinistra.
Una normale flyball di routine è quello che pensano tutti i tifosi, Matsui sa che la palla è corta, allora corre, si tuffa in scivolata e manca la palla. Subito si gira, la recupera e la lancia a Jeter.
Nessuno si accorge che in quel momento, Matsui, l'Iron Man del baseball, ha appena messo fine alla sua striscia di 1768 partite consecutive.
Solo Johnny Damon dichiarerà a fine partita di aver visto da subito il polso di Matsui piegarsi in modo innaturale.
E' così che finisce quella striscia di 1768 partite consecutive (1250 in Giappone e 518 in MLB), quella striscia di cui Matsui e i suoi tifosi erano e sono ancora fieri.
Hideki Matsui lascerà il campo di gioco a causa di una frattura al polso sinistro, che lo terrà lontano dal campo almeno per tre mesi.
Subito un prodigio
Sin da piccolo Matsui è risultato un ottimo atleta polivalente. Nato e cresciuto in una famiglia di sportivi (madre giocatrice di volley, nonna esperta in Kendo e sorellina in Aikido), si è da subito appassionato al baseball. In una intervista lui stesso ammetterà che suo fratello maggiore considerandolo troppo bravo lo costrinse a battere sinistro o a smettere di giocare con i suoi amici.
Nel 1992 entra nella Seiryo High School in Kanazawa, una delle più famose per il baseball. E' durante quei giorni che acquisisce il soprannome di Godzilla; che gli viene attribuito per aver battuto una palla sul tetto della casa del manager (più o meno a 140 metri di altezza) e per aver subito 5 walk intenzionali durante la finale di un torneo in diretta tv nazionale, impressionando da subito l'intero Giappone per la sua capacità di Power Hitter e la sua impassibile presenza al piatto, tanto da sembrare un Samurai sulla via del Bushido del baseball.
Scelto dai Giants
Al termine della High School Matsui viene scelto al primo round del draft dagli Yomiuri Giants, la squadra professionistica più conosciuta in tutto il Giappone.
Al suo arrivo chiede la maglia numero 55, confidando ad amici il sogno di poter battere il record di 55 HR del leggendario Sadahuru Oh. Purtroppo mancherà l'obiettivo fermandosi a quota 50 nel 2002, ultima stagione aul territorio giapponese.
Al suo primo anno giocherà 57 partite, battendo .223 con 11 HR, in una squadra che per la prima volta in 14 anni finirà sotto quota .500.
Negli anni successivi migliora le sue prestazioni fino a portarlo a vincere tre volte l'MVP (1996, 2000, 2002) e a disputare quattro finali, vincendone tre. Tre volte risulterà essere il leader in HR e RBI (1998, 2000, 2002).
Infine terminerà la carriera con i Giants con 1268 partite (1250 consecutive), 1390 valide, 901 punti, 332 HR, 889 RBI con una media in battuta di .304.
Il viaggio oltreoceano
Il 14 Gennaio 2003, dopo aver essersi consultato a lungo con famiglia, amici, compagni di squadra ed insegnanti, Godzilla finalmente firma un contratto con gli Yankees da 21 milioni di dollari in tre anni.
Durante una conferenza stampa emozionante, Matsui chiederà scusa ai propri compagni di squadra e ai tifosi, sperando di non essere considerato un traditore.
Naturalmente lo sportivo più amato in Giappone spezza il cuore a molti tifosi, ma lo stesso primo ministro Koizumi rilascia un'intervista-simbolo, dichiarando “sarà triste non vederlo allo stadio nel nostro paese, ma sempre più giocatori giapponesi stanno lasciando traccia nel mondo dello sport. Penso sia ammirabile”
La prima allo Yankee Stadium
L'otto Aprile del 2003 gli Yankees aprono la stagione casalinga contro Minnesota. Siamo nel quinto inning quando Matsui va in battuta con le basi piene. Sul monte di lancio per i Twins c'è Joe Mays e sul 3 ball e 2 strike ariva il payoff pitch, Hideki è pronto e spedisce la palla sugli spalti di destra, diventando così il primo Yankee della storia a battere un Grand Slam nella sua prima partita casalinga.
La carriera in Pinstripes
Battendo .287 con 16 HR, 42 doubles e 106 RBI nel 2003 ha lasciato subito la sua impronta, chiarendo a tutti di cosa fosse capace. I suoi 106 RBI primeggiano davanti a tutti i rookies e fanno segnare il record per uno Yankee esordiente dal 1936, quando Di Maggio ne battè 125.
Si guadagna subito la chiamata alla partita delle stelle e durante i playoff del 2003, mette a segno 17 RBI dimostrandosi il più produttivo tra i compagni.
Nel 2004 la stagione degli Yankees si apre nella capitale della terra di Matsui. Il suo ritorno in Giappone crea un evento nazionale.
Emozionato ma concentrato Godzilla batterà la sua prima valida della stagione andando direttamente in seconda base.
Il giorno dopo si presenta in battuta con un elmetto da Samurai. Caricato dall'atmosfera Matsui batterà un fuori campo, concedendosi una rara Standing Ovation.
Concluderà la stagione con 31 HR, 108 RBI e una media di .298.
Infine nella passata stagione batte un incredibile .305, con 116 RBI, 23 HR, 45 doubles, battendo .354 contro i lanciatori mancini.
Si conquista così un nuovo contratto stellare, da 52 milioni di dollari per quattro anni, diventando il giocatore Giapponese più pagato della MLB.
L'undici Maggio 2006
Torniamo a quell'undici Maggio appena passato e a quella sliding catch mancata per così poco. Un vero colpo per Matsui e gli Yankees. Lui stesso aveva rifiutato di giocare il mondiale (WBC) per concentrarsi sull'obiettivo principe, la World Series.
Ma Godzilla è conosciuto per il suo gran carattere, sin dal giorno dopo l'intervento chirurgico al polso, si è ufficialmente scusato con i compagni di squadra per l'infortunio (roba da matti diremo noi) e ha promesso di fare il possibile per rientrare prima della fine della stagione.
Tutti nell'organizzazione degli Yankees sperano che Matsui possa ancora una volta andare oltre le previsioni e battere ogni record di recupero dall'infortunio.
A noi, all'Iron Man del baseball con comportamento da Samurai, non resta che fare i più onesti e sportivi auguri di pronta guarigione. Certi che tutto il mondo del baseball trovi benefici nel vederlo sul diamante di gioco, giorno dopo giorno.