Spurs al solito ritmo

Manu Ginobili sta giocando la miglior stagione in carriera nella NBA

Prima di parlare di come gli Spurs si siano comportati in questa prima metà  di febbraio, ci sembra corretto prendere in esame l'ultimo scambio di mercato che ha coinvolto la squadra di coach Popovich.

Lo scambio non sposta ovviamente gli equilibri del roster più competitivo della lega, ma certo va a risolvere determinati problemi e qualche tensione che di sicuro si erano create all'interno dello spogliatoio nero-argento.

Ma vieniamo alla trade.
Jamison Brewer (un anno di contratto) e Nazr Mohammed (due anni di contratto) sono passati nelle mani degli Spurs in cambio di Malik Rose e della prossima prima scelta degli speroni.

Uno scambio favorevole certamente.
Mohammed, centro di 2.12, che fa dell'atletismo e della fisicità  la sua principale prerogativa, fino ad ora a New York aveva ottenuto ottime statistiche: 10.9 punti e 8.1 rimbalzi di media; numeri degni di rispetto, soprattutto perché conseguiti in una squadra che non stava certo attraversando un bel periodo di forma.
Mohammed è alla sua sesta stagione Nba e crediamo possa risolvere al meglio quello che fino ad ora è stato uno e forse l'unico problema di questo roster: sostituire in maniera degna Rasho Nesterovic (vedi dopo). Ora il divario con le altre squadre Nba è davvero ampio. Anello in arrivo?

Gli Spurs inoltre si liberano di un contrattone pesante come quello di Rose che invece va ad intasare ulteriormente il già  disastrato monte salari dei Knicks.

Inevitabile poi la cessione di Rose che già  da un po' di tempo era entrato in conflitto con il Pop per il fatto di essere relegato il più delle volte in panchina, diventando così il bersaglio preferito delle rinomate punizioni dell'ex agente della Cia.

Per quanto riguarda invece Jamison Brewer, si tratta di pura merce di scambio. Un solo anno di contratto per il 24enne di Auburn, al suo terzo anno Nba. Point guard di 194 cm avrà  davanti a sé gente del calibro di Tony Parker e Beno Udrih. Difficile che possa vere minuti ulteriori al garbage time.

PRIMA METÀ DI FEBBRAIO

Venendo alla stagione i San Antonio Spurs proseguono nella loro marcia d'avvicinamento ai playoffs ottenendo nell'arco di una ventina di giorni 5W (tutte asfaltate le avversarie) e 2L. Un cammino più che onorevole per la miglior squadra della lega, anche se coach Gregg Popovich, da vero perfezionista, avrebbe preferito evitare le due sconfitte subite da Washington e Miami. Soprattutto la seconda è quella che brucia di più, arrivata dopo un match tiratissimo e vinto solo nel finale da Shaq & co.

Tony Parker è, sino ad ora, l'uomo di febbraio per gli Spurs: efficiente in difesa ed efficace come pochi in attacco, il franco-americano ha fatto impazzire tutte le difese incontrate, gettando nel panico allenatori e giocatori che inutilmente hanno tentato di bloccare il playmaker nero-argento.
A corrente alternata invece Tim Duncan, soprattutto a causa della brutta botta rimediata allo Staples Center contro i Lakers.

Il caraibico nelle ultime due partite è però tornato ai suoi livelli, garantendo non a caso il successo ai suoi compagni. Soprattutto la prova contro Houston di stanotte (squadra che nelle ultime dieci aveva ottenuto 8W) ha dimostrato che con un Duncan in forma non ce né per nessuno.

RISULTATI e RECORD
3 febbraio: Los Angeles Lakers-San Antonio Spurs = 91-103
8 febbraio: Charlotte Bobcats-San Antonio Spurs = 85-104
9 febbraio: Washington Wizards-San Antonio Spurs = 95-87
11 febbraio: New Jersey Nets-San Antonio Spurs = 91-101
13 febbraio: Miami Heat-San Antonio Spurs = 96-92
16 febbraio: New Orleans Hornets-San Antonio Spurs = 101-78
24 febbraio: San Antonio Spurs-Houston Rockets = 99-81

*le squadre indicate per prime hanno giocato in casa

42W-12L

LE SCONFITTE

9 febbraio: Washington Wizards-San Antonio Spurs = 95-87
Arrivati al MCI Center di Washington con la consapevolezza di trovare una delle squadre più in forma della Lega (28W-19L), gli Spurs hanno dato tutto quello che avevano per cercare di ottenere il settimo successo consecutivo, ma lo strapotere del duo Antawn Jamison â€â€ Gilbert Arenas (le due All-Star dei Wizard) ha impedito agli speroni di rinforzare il loro primato in classifica.
Dopo un primo quarto dei soliti Spurs (tutta difesa e tanto pressing, con transizioni rapidissime), gli uomini di Gregg Popovich hanno accusato lo sforzo del lungo viaggio da Charlotte e hanno subito la rimonta dei Wizard: in tre quarti sono riusciti a tenere sotto controllo la partita e sul finire del quarto periodo hanno chiuso la pratica Spurs. Protagonisti indiscussi della serata Jamison e Arenas.

Probabilmente galvanizzati per la fresca e prima convocazione all'All-Star Game, i due maghi hanno fatto impazzire Parker & co., esprimendo a tratti un gioco stellare. Jamison ha messo a referto 35 punti (14/24 dal campo, 3/6 dall'arco, 4/5 ai liberi) e 11 rimbalzi approfittando così dell'assenza sotto le plance di Duncan, mentre Arenas, da vero playmaker, ha organizzato il gioco in maniera elegante, variando ritmo e schemi difensivi/offensivi, non rinunciando però a cercare la via del canestro: 24 punti (9/28 dal campo e 4/6 dalla lunetta), 4 rimbalzi e 6 assist.

Decisiva alla fine la pessima percentuale dal perimetro per gli Spurs. In assenza di Duncan era necessario per i nero-argento dominare dai 7.25, ma il terribile 7/26 dall'arco ha impedito agli speroni di ottenere il successo che li avrebbe portati a due lunghezze di vantaggio dai Phoenix Suns.

Inequivocabile da questo punto di vista Tony Parker: "Se non mettiamo triple quando manca uno dominante in area pitturata come Duncan, diventa davvero dura portare a casa la vittoria".

Ancora più esplicito l'ex CIA Popovich: "Duncan non era con noi in campo e si è sentito. Oggi abbiamo capito quanto lui è importante per noi. Dobbiamo però essere capaci di vincere anche senza Tim, sfruttando al meglio quelle che sono le nostre caratteristiche. Certo se nel conto mettiamo anche la grande prova di Arenas e Jamison tutto diventa più difficile".

13 febbraio: Miami Heat-San Antonio Spurs = 96-92
Si è trattato di una vera battaglia. Delle due squadre più forti della lega: est e ovest nella loro migliore espressione cestistica. Da una parte Shaquille O'Neal: 27 punti (8/12 dal campo e 11/19 ai liberi, 7 rimbalzi, 3 assist e 2 stoppate. Una vera forza della natura Shaq che quando vede nero-argento non risparmia mai le energie.

Dall'altra Tim Duncan: 20 punti (5/14 dal campo e 10/12 ai liberi) 9 rimbalzi, 3 assist e 2 stoppate. Il caraibico progressivamente sta riacquistando il giusto tono fisico-muscolare dopo l'infortunio occorsogli contro i Los Angeles Lakers.

Una sfida tra titani insomma che alla fine ha giustamente premiato gli Heat, più continui e convinti di poter ottenere la vittoria, ma anche più fortunati nei momenti decisivi.

Il confronto è stato caratterizzato da un continuo di emozioni e cambi di fronte che hanno fatto di questo matinè una delle partite più belle della stagione.

Lo scontro però non si è limitato solo alla front-line, ma anche al back-court: Dwyane Wade-Damon Jones-Eddie Jones versus Tony Parker-Manu Ginobili.
Il trio ha dominato soprattutto il quarto periodo e ha messo in mostra un Wade stratosferico che sempre di più si sta confermando uomo degli ultimi 12 minuti. I tre hanno chiuso con un totale di 51 punti, 12 rimbalzi, 7 assist, 6 recuperi e 3 stoppate. Un contributo fantastico che non si è limitato alle mere statistiche, ma che ha avuto nei movimenti sul campo, gli scambi in velocità  e l'aggressività  i suoi momenti migliori.

Per quanto riguarda Parker e Ginobili possiamo dire che effettivamente si tratta di due fenomeni. Qui non si sta parlando di sconfitta o di vittoria. Qui stiamo discutendo su due campioni che ogni giorno di più stanno dimostrando di valere la migliore squadra della lega. Insieme mettono a referto 46 punti, 8 rimbalzi, 4 assist e 4 rubate. Ancora una volta però i numeri non fanno capire bene la prestazione di questi due furetti.

Sembrano come indemoniati. Un solo obiettivo: prendere quel pallone a spicchi ad ogni costo. Soprattutto Ginobili in questo sembra di un altro pianeta: a prescindere dalla partita (vedi l'All-Star Game) per Manu conta solo dare tutto; in maniera particolare per quanto riguarda la difesa.

Parker invece ha dimostrato di essere vero leader. Nel momento del bisogno (l'assenza di Duncan) sta prendendo in mano i nero-argento assumendosi responsabilità  che fino a sei mesi fa, neanche si sognava (vedi le quattro sconfitte di seguito nella serie di playoffs contro i Lakers lo scorso maggio).

I PICCOLI DIFETTI

La partita con Miami ha però confermato quelli che è il principale difetto di questa squadra. Perfettamente assortita in 4/5 dello starting five, ha nel centro titolare il vero difetto.

Rasho Nesterovic non sta garantendo quel contributo che tutti da lui si aspettavano (5.7 punti e 6.8 rimbalzi a partita). Pochi punti e pochi rimbalzi. E anche scarsa efficacia contro centri dominanti come Shaq. Spesso il Pop lo toglie dalla mischia e inserisce a rotazione Bob Horry o Malik Rose che però non riescono ad offrire ogni sera il giusto contributo.

Questo allora porta Tim Duncan ad essere usato nello spot numero 5 per necessità , per bloccare i "cristoni" della Western e Eastern Conference, limitando notevolmente l'efficacia sotto canestro dei nero-argento.

Ed è qui allora che lo scambio con New York e l'arrivo di Nazr Mohammed assume tutto un altro significato. Impedire a questo punto di vincere il terzo anello in sei anni ali Spurs diventa veramente impresa titanica.

Sempre per la cronaca ad inizio mese era arrivato il no clamoroso all'acquisto di Malone. Molte voci di corridoio volevano uno spogliatoio ostile a questa soluzione. Molti senatori avrebbero detto: "Si resta fino a fine stagione con questo roster".

La dirigenza dunque si è dovuta adattare ai dettami dello spogliatoio e lo stesso Malone, ormai certo di essere uno sperone, ha dovuto cambiare il testo e il luogo della sua conferenza stampa. Dal Texas allo Utah. Dalla canotta alla cravatta e uno dei più grandi giocatori del secolo ha appeso le scarpette al chiodo. Ciao Postino.

PROSSIMI IMPEGNI

Questo il calendario dei San Antonio Spurs per i prossimi 10 giorni:

26 febbraio: San Antonio Spurs-Memhpis Grizzlies
28 febbraio: Cleveland Cavs- San Antonio Spurs
2 marzo: San Antonio Spurs-Toronto Raptors
4 marzo: San Antonio Spurs-Chicago Bulls
6 marzo: San Antonio Spurs-Utah jazz
8 marzo: San Antonio Spurs-New Jersey
9 marzo: Phoenix Suns-San Antonio Spurs

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