Webber va a Philadelphia

Finisce l'era di Webber ai Kings. Lo stile di gioco della sua squadra ha fatto epoca ma non ha portato vittorie

E' inutile dire che la Nba è sotto choc. Non solo Sacramento. Non solo Philadelphia. Kings e Sixers hanno preso il proscenio scambiandosi Chris Webber, Matt Barnes e Michael Bradley con Brian Skinner, Kenny Thomas e il cavallo di ritorno Corliss Williamson. Incredibile.

Sacramento rinuncia al suo giocatore simbolo, il cui arrivo è coinciso con l'avvio di un'era di successi. Allen Iverson, che qualche giorno prima della pausa per l'All Star Game aveva espresso qualche dubbio sulle strategie del club, avrà  con sè in squadra un giocatore che sta segnando 21.7 punti a partita con 9.7 assist.

Così, a occhio, lo scambio sembra svantaggioso per Sacramento. Anzi sembra una vera tragedia: dal punto di vista tecnico Adelman riceve due ali grandi, di piccola taglia per le abitudini della Western Conference, e un muscolare come Skinner. Nelle ultime settimane si erano infittiti i dubbi sulla reale possibilità  di far coesistere Webber e Stojakovic. L'intento evidente di questa trade è di rinunciare a una stella e sostituirla con tre giocatori di sostanza.

La convinzione dev'essere quella di rimanere competitivi. Thomas, Skinner e Williamson non hanno contratti in scadenza e impegneranno ancora per tre anni, con varie modalità , dai 14 ai 17 milioni di dollari a stagione. Sacramento non riceve né l'ambitissimo contratto in scadenza di Glen Robinson, 12 milioni di dollari, né un giovane interessante come Samuel Dalembert.

La squadra punterà  su Bibby, Miller, Mobley e Stojakovic fino alla fine dell'anno. Thomas, con i suoi 11 punti a gara, sembra il favorito per il quinto posto da titolare. In estate i Kings dovranno rideterminare il loro futuro, discutendo il rinnovo di contratto di Mobley e valutando l'effettiva opportunità  di fare di Stojakovic un uomo franchigia.

Per Philadelphia la situazione diventa intrigante. Chris Webber gioca su una gamba sola ma nel panorama della Eastern Conference, specie nella Atlantic Division, è una variabile che potrebbe spostare molto. Il giocatore porta con se il suo contratto di tre anni da 62 milioni di dollari ma è il compagno dei sogni per Allen Iverson che, per la prima volta, sarà  affiancato da un lungo dominante in post basso. Soprattutto è la prima volta che l'ex Georgetown si trova a "fare i conti" con un altro All Star.

I Sixers ci avevano già  provato con Derrick Coleman e, in parte con Glen Robinson, che in estate sarà  fondamentale per ridare sollievo al salary cap. Con Chris Webber il discorso è diverso perché si tratta di un giocatore realmente in grado di sostenere il peso dell'attacco al pari di The Answer.

Che improvvisamente si trova in mano l'occasione tecnica della vita. E' chiaro che il lavoro sporco sarà  il compito di Mark Jackson e Samuel Dalembert. Non possiamo certo nasconderci che, dal suo rientro nella primavera scorsa, Webber ha chiaramente evidenziato limiti atletici importanti.

Rimane un po' di stupore, anche fra gli addetti ai lavori. Non solo perché Petrie ha depistato da maestro. Il gm dei Kings gode di grande credibilità  fra i suoi colleghi che, seppur anonimi, prima di criticarlo ci pensano due volte. Dal canto suo Billy King incassa un bel successo parziale, nella convinzione di poter legittimamente puntare almeno alle semifinali di conference.

La chiusura del mercato Nba sarà  accolta con vivo sollievo da Michael Bradley che, per quest'anno, avrà  terminato le sue peregrinazioni a mo' di pacco postale.

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