Jordan a lezione dal Dr Rossi

Due leggende a confronto: il più grande cestista di sempre e il più grande centauro di sempre !

Valencia, ultimo fine settimana di ottobre, si chiude nel circuito spagnolo la stagione del Motomondiale che ha celebrato definitivamente la
“leggenda” del nostro Valentino Rossi. Ma la chiusura della stagione delle due ruote non è stato l'unico motivo di interesse per gli appassionati, perchè un pò di attenzione nel paddock se l'è presa LUI. E per ner noi che viviamo di canestri lui non può essere che ovviamente Michael Jordan.

Michael dunque è stato una delle attrazioni del fine settimanda Valenciano, e la sua presenza non può di certo passare inossevata in un paese come la Spagna dove l'NBA ha una rilevanza importante grazie alle imprese in quel campionato di alcuni suoi atleti, come Raul Lopez e soprattutto Pau Gasol.

Ma per una volta intorno a Jordan non si è parlato di basket, ma di Moto. Si perchè Michael tra i suoi innumerevoli interessi ha anche le moto. Grande appassionato di Ducati, ne possiede due una 998 e una 999. Ma non finisce qua perchè proprietario team Jumpman23.com, con il pilota Montez Stewart, impegnato nel Campionato AMA Supersport e Superstock.

Arrivato a bordo del prorpio aereo personale, il suo fine settimana a Valencia è stato ricco di impegni ed emozioni, innanzitutto una bella partita di Golf (ci mancherebbe) con gran capo della Dorna, la società  che gestisce l'intero circuito del motomondiale, poi in pista, con indosso la tuta in pelle appositamente realizzata per lui dalla Alpinestars, con ovviamente i suoi loghi, prima dietro a Randy Mamola indimenticato pilota statunitense degli anni ottanta sulla Ducati Desmosedici “two-seater”.

Prima di scendere in pista Jordan ha conosciuto i piloti del Team Ducati Loris Capirossi e Troy Bayliss, mentre il pilota `fisso' della biposto, Randy Mamola gli spiegava la Desmosedici. `È quasi tutta la vita che giro in moto. Ho iniziato con le moto da cross quando avevo cinque anni', ha poi aggiunto l'ex giocatore dei Chicago Bulls.

Poi Jordan è passato alla guida e dopo aver seguito i consigli dello stesso Mamola, è sceso in pista e ha completato quattro giri del tracciato spagnolo assieme a piloti `assidui' della MotoGP, Sete Gibernau, Colin Edwards alla guida delle due Honda del Team di Fausto Gresini e i connazionali figli del grande Kenny Roberts tre volte campione del mondo della 500 dal 80 all 82 sulla Yamaha, Kenny Roberts Junior e Kurtis Roberts, rispettivamente su Suzuki e su Proton. Al ritorno ai Box Jordan è apparso molto eccitato dall'esperienza e si è concesso ai giornalisti :

“È stato divertente, ma ho solo ingranato fino alla quarta. Non riesco a immaginare come possano comportarsi queste moto in sesta e a gas aperto!”

“Sui rettilinei non ci sono problemi, ma volevo trovare i riferimenti per le curve e poi c'erano gli altri piloti che mi davano dei colpetti sulle gambe!”.

“Queste cose hanno tanta potenza che ho cercato di fare un'impennata, ma alla fine mi sono un po' spaventato e così ho iniziato a zigzagare! Credo di aver bisogno di un po' di tempo in più per abituarmi a tanta potenza”.

Ma le emozioni per Jordan non erano ancora finite perchè lo attandeva Valentino Rossi alla guida di una supersportiva BMW a quattro ruote. Valentino non ha lesinato emozioni e come lui stesso ha dichiarato al momento di scendere dalla macchina, di aver fatto alcuni “traversi” da brivido. Al ritorno ai Box infatti Michael è sceso al volo dalla macchina quasi impaurito dall'irruento stile di guida di Valentino.

La domenica ha assistito alle tre gare in programma da un balcone della struttura che ospita i box, tifando ovviamente per il connazionale Nicky Hayden. Qui finisce la cronaca della due giorni motociclistica di Jordan, ma ovviamente secondo molti dietro a questa sua visita c'è una manovra commerciale al di dietro ossia la volontà  di Jordan di creare un nuovo team per correre in Motogp, come lui stesso ha confermato dicendo: “Chissà , magari un giorno potrei avere anche un team tutto mio anche in questo campionato, ma per adesso mi godo questo esaltante spettacolo. Infatti Jordan pare abbia trattative avviate con Suzuki per avere a disposizione due moto per il 2006.

Di sicuro l'incontro tra due leggende come lui e Valentino Rossi, entrambi a quota sei titoli di Campioni ha stimolato la fantasia di molti come un passaggio di consegne tra quello che è stato l'indiscusso numero uno degli ultimi 25 anni dello sport mondiale e uno come Rossi che a soli
25 anni ha già  scritto la pagina forse più leggendaria del motociclismo e che ha davanti tutto il tempo per ingigantire ancora di più la sua leggenda.

I due personaggi a dire il vero però sono molto distanti umanamente tra loro, Jordan è il classico atleta di altissimo livello, vita alle stelle, con tanti lussi, mentre Valentino nonostante tutto quello che gli gira intorno a livello economico (ad oggi è senza dubbio l'atleta Europeo che muove più soldi dopo Michael Schumacher), è rimasto quello splendido scanzonatao dei primi tempi quelli del “Pollo Osvaldo”, una persona molto alla mano, che nei momenti difficili non ha nessuna difficoltà  ad ammettere le proprie colpe e i prorpi errori, il problema è che sia lui che Jordan di errori sulla coscienza (sportiva) da giustificare ne hanno veramente pochi.

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