Foto di famiglia a Miami : Coach Stan Van Gundy, The MDE Shaquille O'Neal e Pat Riley
Diciamoci la verità , nessuno si aspettava che in un mese l'NBA venisse sconvolta da una serie di scambi così importanti, anche perchè in fin dei conti il menù iniziale proponeva come Free Agents la classe di rookie del 2000, universalmente definita la più scarsa dell'ultimo decennio, e qualche altro nome importante come Nash e Rasheed Wallace, oltre a Bryant la cui permanenza ai Lakers però non era minimamente messa in discussione da nessuno, nonostante la polveriera di chiacchere che circondavano l'ambiente dei Lakers, sin dall'inizio della stagione scorsa.
Alla fine invece è successo di tutto, si sono mossi il miglior realizzatore degli ultimi due anni, il centro più dominante del decennio passato, la prima scelta del 2000 Kenyon Martin, più una serie di atleti come Boozer dati per sicuri nella squadra dove giocavano.
Insomma le sorprese non sono mancate, e se qualcuno avesse scommesso su questi movomenti di mercato adesso sarebbe titolare di una discreta montagna di dollari.
Come sempre succede in questi casi, si crea un effetto domino, che porta a questo proliferare di scambi. La scintilla che ha fatto esplodere il mercato si è accesa nell'asse Orlando – Los Angeles Lakers. Il tutto probabilmente nasce dalla volontà di McGrady di lasciare i Magic, nata peraltro in un momento come quello precedente al draft, in cui i Magic in teoria avendo la primissima scelta a disposizione avevano anche i motivi per convincere McGrady a rimanere ancora, sia prendendogli quello che lui voleva, ossia Emeka Okafor, oppure andando con essa sul mercato alla caccia di quel giocatore di altissimo livello che lui chiedeva da anni. Il tutto a pochi giorni dal draft sembrava indicare chiaramente il ritorno di Shaq ad Orlando, c'erano alcuni indizi che facevano capire che si sarebbe andati in quella direzione, Shaq nell'inverno precedente aveva sempre detto che nel caso fosse stato costretto a lasciare i Lakers, i Magic erano la sua meta ideale, l'amicizia tra Shaq e TMac è una cosa sicura, c'era la prima scelta da offrire ai Lakers, insomma la cosa sembrava dover prendere una stada molto naturale.
Invece qualcosa nella settimana precende al draft si è incrinato, McGrady attraverso la stampa dichiara che avrebbe individuato nei Rockets una squadra in cui giocherebbe volentieri da subito, ma diciamo la verità pochi fanno caso a questa dichiarazione.
Mancano tre giorni al draft, e i Magic che nel frattempo hanno deciso di tenere la scelta per loro, cambiano idea, la schiena di Okafor, ma forse anche i centimetri e il talento in proiezione lungo termine, fanno spostare la scelta sul liceale Dwight Howard. A quel punto tenere McGrady che entra nell'ultimo anno di contratto, non è più possibile, e la leggenda narra che in meno di un'ora venga messo insieme dallo stesso McGrady lo scambio con i Rockets, ai cui finscono oltre a McGrady, Juwan Howard, Tyronne Lou e Reece Gaines, in cambio di Francis Mobley e Cato. La cosa in teoria dovrebbe rimanere segreta per alcuni giorni a causa di una clasola nel contratto di Francis, ma a 48 ore dal draft la bomba esplode, grazie all'agente di Francis (evidentemente molto insoddisfatto), che conferma alla stampa nei dettagli lo scambio. Il draft per Orlando va come previsto con i Magic che scelgono Dwight Howard, e l'ufficializzazione dello scambio avviene il 29 di giugno.
Nel frattempo ai Lakers, dove si sceglie Rudy Tomjanovic come allenatore, la situazione Shaq si fa scottante, e si capisce che tutte i rumors invernali, che nessuno aveva preso sul serio, passano ad una fase decisamente più concreta. Poche ore prima del draft ci provano i Mavericks, a portare Shaq a casa loro, cedendo la scelta numero 5 e Jamison, a Washington in cambio di Leattner e Stackhouse. L'idea di Cuban è quella di offrire ai Lakers la scelta numero 5 e due contratti in scadenza 2005 come Leattner e Antoine Walker. Ma i Lakers non accettano il pacco. A quel punto l'ex Lakers Pat Riley diventa il regista dello scambio forse più importante del decennio, i Lakers vorrebbero Wade Butler e Grant, ma Wade è intoccabile, nello scambio allora viene inserito il talentuoso Odom e il ritorno di Shaq in Florida diventa cosa fatta, quando gli Heat ci aggiungono anche una futura prima scelta.
La Florida per un mese dunque è stata di sicuro lo stato più caldo dell'NBA e per una volta non per colpa del clima. Nel frattempo i Lakers si legano per altri sette anni con Kobe Bryant, ma questo si sapeva da tempo, la cifra che legherà le parti si aggira sui 136M$ per 7 anni.
Ovviamente tre delle quattro squadre coinvolte nei due scambi sopracitate puntano dritte all'anello, ossia Lakers Houston e Miami, mentre i Magic nonostante l'arrivo di Francis e la primissima scelta pongono più in la nel futuro i prorpi obbiettivi.
Houston ha messo insieme la Combo del futuro, anche se va detto che le caratteristiche dei due Rockets, fanno si che alla lunga l'accoppiata possa avere senz'altro più futuro, infatti McGrady e Yao per le loro caratteristiche sono senza dubbio più facilmente amalgamabili di quanto lo siano stati Shaq e Kobe perlomeno negli ultimi due anni. Mentre i due Lakers si sentivano entrambi prime donne, e non volevano sentir dire che l'altro era più importante di lui, Yao sembra senza dubbio più adatto a stare un attimo in disparte, e lo stesso McGrady non ha poi quell'ego spropositato che a contraddistinto Kobe da tre anni a questa parte. Nonostante questo sui Rockets rimangono alcuni dubbi, intanto saprà McGrady dimostrarsi un trascinatore assoluto, e poi il resto del roster non sembra poi saper tener botta perlomeno in difesa, ed infine la totale mancanza di un play vero in cabina di regia. Tanti interrogativi che però non ci possono permettere di non considerare i Rockets la come la squadra più futuribile della lega.
I Lakers dal canto loro potrebbero aver capitalizzato al massimo la cessione del loro leader Shaq, perchè obbiettivamente ricavarci più di Odom e Butler non era possibile. Lamar è senza dubbio a livello di talento puro uno dei primi cinque della lega, e se la testa tiene ha già dimostrato di poter essere dannoso per gli altri anche sottocanestro. Il neo coach Rudi T, ha già detto che lui giocherà da ala grande, e che il passaggio da est ad ovest, alla fine non è un problema, perchè va detto che se Odom ai pariruolo lascia qualcosa a livello atletico, a livello tecnico nella lega non c'è un'ala grande con il suo talento, Garnett e Duncan compresi. E' evidente che nel confronto con questi due mostri sacri ci rimetterà , ma va detto che ha le qualità tecniche per coinvolgere il resto della squadra come pochi. Caron Butler a mio parere è un signor giocatore, ha giocato due anni nell'NBA, uno benissimo il primo, e uno malissimo il secondo, salvo poi riprendersi nei playoff. E' un attaccante nato, forse l'ideale per far pagare i raddoppi degli esterni su Kobe. Da Miami è arrivato anche la zavorra Brian Grant, titolare di un contratto fino al 2007 a cifre spropositate. Grant è ormai fisicamente molto logoro, gioca un basket molto statico, ma tecnica cuore e impegno non si possono discutere, lui e il cavallo di ritorno Vlade Divac avranno l'ingrato compito di coprire il buco in mezzo all'area lascito dal MDE (Most Dominant Ever) trasferitosi in Florida. Ovviamente il progetto di rinnovazione dei Lakers è solo all'inizio è propositi di titolo forse sono esagerati almeno per questa stagione, stagione che servirà soprattutto per capire dove ti può portare Kobe senza Shaq. In questo contesto assumerà un'importanza ancora maggiore l'apporto di Kareem Rush e LuKe Walton, che già la scorsa stagione hanno fatto intravedere un potenziale ancora inespresso. Per il resto servirà a creare l'amalgama in attesa di qualche colpo di mercato futuro che completi l'opera.
Miami invece punta tutto sul presente, Shaq affida ele sue ultime speranze di gloria alla mano magica di Dwane Wade, autore di una stagione da rookie superba, passato in secondo piano solo dietro ai numeri di LeBron e Melo. A Miami hanno la convinzione che Shaq giocando 52 partite contro avversari dell'est ti porti in carrozza nelle prime tre posizioni della conference, visto che ad est nessuno lo può contenere. Resta da vedere però come Shaq potrà affrontare una stagione regolare dove non si potrà concedere pause. Oltre a Shaq e Wade, a Miami di valido c'è solo Eddie Jones reduce da tre stagioni molto al di sotto delle attese a Miami. Si spera che Jones che era il più vicino a Shaq fino a quando è rimasto ai Lakers, venga rivitalizzato dall'arrivo dell'amico, perchè per il resto gli Heat sono veramente poca cosa, vista anche la partenza di Rafer Alston. Playoff già sicuri, con ottime speranze di arrivare vicini alla vetta, poi ci saranno da sconfiggere Pacers e Detroit, e se i primi li hanno già messi in crisi negli scorsi playoff, per i secondi c'è da lavorare, ma Shaq ha parlato chiaramente di titolo quando è arrivato a Miami.
Passiamo ad analizzare quelle che alla fine sono le squadre che hanno lavorato meglio sul mercato dei Free Agents, ossia i Denver Nuggets e gli Utah Jazz.
Denver dopo aver passato gli ultimi due anni a risanare il salary cap, hanno fatto la voce grossa sul mercato, inserendo in una realtà già di per se tra le più futuribili della NBA intera, Kenyon Martin e riconfermando quello che per Denver è stato il giocatore della svolta della scorsa (ovviamente insieme a Anthony) stagione Marcus Camby. Martin non ha avuto dubbi nel constatare che l'offerta dei Nuggets era quella giusta, sia a livello salariale (90M$ per sette anni), sia a livello di prospettive di titolo. Ovviamente trovarsi in squadra con uno come Anthony solo ventenne, circondato da gente giovane come Miller Nenè e Camby che in fin dei conti ha solo trenta anni, lascia il margine di tempo per progredire, per poi capitalizzare in breve tutto il lavoro da fare. Lo stesso Camby non ha mai messo in discussione la sua permanenza a Denver, sono arrivati i soldi che voleva (circa 60M$ in cinque anni), e insieme a Martin formerà la coppia di lunghi più atletica dell'NBA intera. Denver però si sta muovendo ancora, potrebbe arrivare Darius Miles, e si cerca di cedere Tskitisvili, per poter metter sotto contratto un esterno di valore. La squadra già da ora pare completa in ogni reparto, con Andre Miller, Lenard, Melo Martin e Camby in quintetto, e due tre giocatori di grande qualità dalla panchina come Earl Boyckins e Nenè. Di sicuro ad ovest c'è una contender in più.
Anche ad Utah hanno fatto le cose in grande, puntando senza mezzi termini ad investire tutto il capitale a disposizione, e come sempre coach Sloan ha puntato su atleti dal talento puro, senza preoccuparsi di lacune atletiche o difensive. In questa ottica l'arrivo di Carlos Boozer da Cleveland (contratto da 68M$ per sei anni) e Memeth Okur (50M$ per sei anni) sembrano i giocatori giusti per applicare gli schemi di coach Sloan. Ma l'affare vero dei Jazz potrebbe essere la conferma di Carlos Arroyo ad un cifra che può sembrare ridicola (16M$ per 4 anni) se confrontata con i contratti strappati da altri playmaker come Fisher e Alston che hanno molto talento meno di lui. I Jazz dunque circondano Kirilenko con tanto talento puro, come quello di Kris Humpries arrivato dal draft. Si presenteranno dunque con una front line molto alta, con Okur centro, Boozer ala grande Kirilenko ala piccola, e con magari Matt Harpring da guardia ad affiancare Arroyo come esterno. Anche in panchina il talento non manca con Giricek, Humpries. Se consideriamo che lo scorso anno senza Boozer e Okur hanno sfiorato i playoff, possiamo già da oggi inserirli come sicuri partecipanti alla post season, anche perchè con un gruppo così pieno di talento coach Sloan sembra la persona più adatta del mondo ad allenarli.
Nonostante la vittoria finale dei Pistons, dello scorso giugno, molti continuano a guardare ad ovest come punto di riferimento, e in questa ottica è dunque importante guardare cosa hanno fatto e come si sono mosse le altre grandi della Western Conference.
Gli Ex campioni di San Antonio dopo una stagione di pensieri, hanno confermato per altri sei anni Manu Ginobili (52M$ totali), Bruce Bowen (anche lui per sei anni a 39M$) e hanno ingaggiato Brent Barry con la MLE per 4 anni (circa 24M$). Le mosse di mercato degli Spurs, probabilmente non sono finite, ma almeno il reparto degli esterni è a posto, Barry sarà l'uomo ideale per affiancare Parker, ma anche per sostuirlo, se coach Popovich lo farà partire dalla panchina potrebbe finire per cambiare sia Parker sia Bowen e Ginobili. Da verificare quello che faranno con Horry.
Sacramento ha perso Divac, tornato ai Lakers, per coprire la sua partenza hanno ingaggiato da Utah Greg Ostertag, centro vero almeno nel fisico, con ottime qualità difensive, avrà il compito che lo scorso anno spettava a Brad Miller che giocherà titolare ossia sostituire entrambi i lunghi, per il resto i Kings rimangono i soliti, sperando che in estate Chris Webber si rimetta totalmente a posto fisicamente.
Un paio di mosse importanti le ha fatte Phoenix, riportandosi a casa dopo diversi anni Steve Nash, ad un cifra che a molti Cuban compreso è apparsa spropositata (65M$ per cinque anni), se si considerà anche l'età del giocatore, poi hanno ingaggiato anche Quentin Richardson (45M$ per sei anni). E' evidente che a Phoenix hanno già in mente qualche mossa per completare il cerchio, perchè l'arrivo di Richarson fa intravedere la partenza di uno tra Marion e Joe Johnson (probabilmente il primo) per non crere un pericoloso sovraffollamento di talento nel ruolo, di sicuro Richardson non ha accettato quel contratto per fare il panchinaro, quando aveva in mano tante offerte a quelle cifre con maggiori possibilità di titolo e di minutaggio.
I Dallas Mavericks come sempre sono il centro dei rumors più clamorosi, ma per ora oltre alla cessione di Nash, e lo scambio predraft con Washington (pick n°5 + Leattner + Stackouse * Jamison) si sono limitati alla conferma del talentuoso Marquis Daniels (38M$ per sei anni), ma nessuno dubita che Cuban e Nelson un'ultimo scossone al mercato finiscono per darlo. Quasi sicura la partenza di Antoine Walker, anche se la tentazione di portarlo alla tradeline di febbraio è forte visto che a giugno 2005 è in scadenza.
Con le mani in mano non ci sono stati nemmeno i campioni di Detroit, perso Okur e si sapeva da tempo, hanno ulteriormente rinforato la front line con la firma di McDyess ad un cifra (23M$ per quattro anni) che se risultasse in salute potrebbe essere un colpo da novanta, poi hanno riconfermato la chiave del loro titolo ossia Rasheed Wallace per altri cinque anni (totale 57M$), e hanno firmato il talentuoso Ronald Dupree che aveva fatto vedere ottime cose lo scorso anno ai Bulls, inoltre arriva anche Carlos Delfino scelto lo scorso anno. Insomma coach Brown come sempre avrà a disposizione la rotazione più ampia della lega intera.
I Toronto Raptors confidano di risolvere il loro ormai cronici problemi in cabina di regia, con un cavallo di ritorno ossia Rafer Alston che giocò ai Raptors due anni fa, con pessimi risultati, però la scorsa stagione ha giocato un'ottimo basket ai Miami Heat, dimostrando che tutto il suo talento (che era noto) forse aveva trovato il modo di esprimerlo in maniera più redditizia del passato. Per lui un contratto importante (29M$ per sei anni), che forse lascia capire che i giorni di Alvin Williams a Toronto volgono al termine.
Molto attiva sul mercato anche Cleveland, per sostituire Carlos Boozer arriva da Orlando Drew Gooden, insieme a lui anche il deludente Steven Hunter, reduce da diverse stagioni in ombra ma pur sempre titolare di un fisico da sette piedi su cui i GM non sputano mai. Dai Sixers invece arriva Eric Snow, ottimo mestierante, di cui però forse le milgiori stagioni sono andate. Gooden è un giocatore per molti versi molto simile a Boozer, con grandi problemi in difesa, ma in fin dei conti non è che Boozer fosse poi quel fenomeno in difesa. Di sicuro per Gooden è una specia di ultima chanche. Per il resto i Cavs continuano a cercare la miscela che permetta a LeBron di trascinarli verso le vette più alte, anche se per ora non sembra che ci sia un progetto molto definito.
Portland continua a rastrellare contratti onerosi in scadenza estate 2005, in questa ottica e solo in questa può avere un senso l'arrivo in Oregon di Nick Van Exel in cambio di Dan Dickau e Dale Davis, per il resto arriva Hassell da Minnesota, ma è chiaro che i Trail Blazer dovranno dare una svolta al loro futuro la prossima estate quando i contratti in scadenza di Abdur Rahim, Damon Stoudmire Theo Ratliff e Nick Van Exel di fatto svuoteranno quasi del tutto il monte salari.
New Orleans appena approdata nella Western Conference, completa il reparto dei lunghi con Chris Andersen, reduce da un brillante annata a Denver, e punta su Morris Peterson per rivitalizzare un reparto degli esterni che Baron Davis a parte non da molto alla squadra. Rimane da vedere come verrà risolta la situazione Mashburn, il ragazzo è in rotta con tutto l'ambiente da tempo, ma piace al neo coach Byron Scott, e soprattutto non c'è la volontà di svenderlo. I potenziali aquirenti ci sono Cleveland in testa dove c'è il suo ex coach Silas, ma anche Dallas e forse Seattle, ma per ora le contropartite non hanno convinto.
Un buon colpo potrebbero per una volta poterlo fatto gli Hawks, acquisendo il giovane talento Al Harrington, in cambio di Stephen Jackson, visto così lo scambio sembra tutto per Atlanta, ma va detto che ad Indiana da tempo le molti ali a roster finivano solo per pestarsi i piedi. Resta però da capire come mai con le molte richieste che i Pacers avevano sul piatto per Harrington come mai alla fine si sono accontentati di Stephen Jackson, che lo scorso anno ad Atlanta non ha dato segnali di vita concreti, e che la sua unica stagione giocata ad alto livello l'ha giocata a San Antonio a fianco di Duncan, nell'anno del secondo anello degli Spurs. Per Atlanta è un gran colpo, Harrington ad oggi potrebbe addirittura ritrovarsi come prima opzione offensiva, finendo per mettere insieme cifre vicine al 20+10.
Ma ogni mercato che si rispetti ha i suoi sballi e le sue follie, e anche quello dell'NBA di questa estate non è stato diverso. Protagonisti come spesso gli succede i Golden State Warriors, che investono su due giocatori come Derek Fisher (37M$*6 anni) e Adonal Foyle (42M$*6 anni) praticamente tutti i soldi che davano a Jamison lo scorso anno, solo che Jamison con tutti i suoi difetti almeno un rendimento di qualità lo dava, mentre non si capisce a cosa servono un play come Fisher, che probabilmente il meglio di se lo ha gia dato, anche e soprattutto a livello di motivazioni, e uno come Foyle che di fatto era tre anni che giocava il garbage time e che alla fine non lo ha cercato veramente nessuno. Singolare veramente la vicenda di Fisher che di fatto aveva già raggiunto l'accordo di massima per un triennale con i Lakers sui 9 M$ totali, poi è arrivata l'offerta dei Warriors che nessuno si attendeva e così Fisher non ha potuto dire di no.
La stessa conferma di Bruce Bowen a San Antonio per 39M$ per 6 anni appare veramente una follia, perchè per quanto sia un giocatore di un'utilità infinita, rimane sempre uno specialista difensivo che in attacco è spesso un problema. Solo che nell'ambiente è ritenuto troppo importante, però alla fine tutti sappiamo che gli Spurs hanno perso la serie contro i Lakers per le croniche sterilità offensive, e non sarà soprattutto uno come Bowen a cambiare questa cosa.
Al festival delle follie non potevano non partecipare i Magic, che sembrano diventare i Clippers dell'est, anche loro hanno sfruttato la formula “39 * 6” per Hedu Turkoglu, giocatore già lasciato partire da due squadre di altissimo livello, Kings e Spurs, che non si capisce cosa possa dare ad una realtà tutta da creare come i Magic che verranno.
Per una volta anche il GM per eccellenza Jerry West si è lasciato andare ad una follia, portando a Memphis il mitico (non si sa perchè) Brian Cardinal, anche per lui 39M$ per sei anni, giocatore che perlatro pare servire a poco, in un reparto già affollato come quello delle guardie – ali piccole dei Grizzlies (Mike Miller, James Posey, Shane Battier e Bonzi Wells). Intanto Memphis in attesa di vedere come finirà con Stromile Swift, ha rifirmato un'estensione pluriennale con Shane Battier, giocatore ritenuto fondamentale nell'economia dello spogliatoio, con un anno di anticipo sulla scadenza del contratto.
Un'ultima follia, ma non per questo di minore importanza l'ha messa a segno Danni Ainge GM dei Celtics, rifirmando Mark Blount per la bellezza di 42M$ per sei anni, cifra fuori luogo per un ragazzo che ha dato il meglio di se solo quando si è trovato in scadenza di contratto, e che non da molte garanzie, ma purtroppo il mercato dei lunghi non offrendo molto ha fatto si che gente come lui e Foyle che valevano il minimo salariale o poco più, si ritrovassero in tasca contratti spropositati. Di sicuro la firma del suo contratto esclude i Celtics da ogni possibile manovra nei mercati dei Free Agents fino al 2009, e che in pratica vuol dire che il futuro dei Celtics è legato al solo Pierce e ai tanti giovani (Al Jefferson e Marcus Banks in testa) con cui Ainge ha riempito il roster.
Questa in sintesi la cronaca dell'ultimo mese, di fre agents di grido rimangono solo Erick Dampier, Stromile Swift e Darius Miles. Di Miles abbiamo già detto che è vicino ai Nuggets, Dampier al omento è dato vicino sia ai Pacers che agli Hawks, con i primi che gli offrono meno soldi con la possibilità di lottare per il vertice e con i secondi che gli offrono più soldi e un ruolo più importante in una franchigià che però difficilmente andrà oltre le 25 vittorie, infine Stromile Swift su cui veramente non ci si è capito nulla, Memphis da tempo dice di non volerlo rifirmare, a parte un timido interessamento dei Cavs, prima di prendere Gooden, l'unico rumors (peraltro improbabile a mio parere) riguardava un eventuale sign & trade con scambio con i Celtics, in cambio di Chris Mimh e Jiri Welsh, ma per andare in porto questo affare bisognerebbe che Swift si accontentasse di un contratto inferiore a 5M$ cosa del tutto impossibile.