La schiacciata di Kobe che ha virtualmente chiuso la contesa…
San Antonio Spurs 76 @ L.A. Lakers 88
Dispiace dirlo, perché smentire un grande commissioner come David Stern non è mai bello, ma questa formula di play-off va rivista.
Sei / sette partite di semifinale di conference non possono bastare per far godere tutte le emozioni, apprezzare tutte le qualità che due squadre come gli Spurs ed i Lakers sanno regalare.
Scherzi a parte, la partita di ieri notte, la sesta della sfida che avrebbe deciso il primo contendente in ordine temporale a giocarsi il titolo di conference, è stata un fedele specchio dell'annata di due squadre davvero impressionanti.
Una partita non eccezionale dal punto vista tecnico. Pochi punti, cifre statistiche piuttosto scarse, pause preoccupanti, ma tensione che si tagliava a fette anche in un palazzetto (per modo di dire) altero quale lo Staples Center, pressione incredibile su ogni pallone, lampi di classe insospettabili e tanta, tanta adrenalina.
Le squadre che sono scese in campo hanno davvero onorato il loro ruolo sin dai primi minuti. La gara infatti ha visto i protagonisti da entrambe le parti cercare, per i primi due quarti, di eseguire al meglio le proprie consegne senza al contempo lasciare che gli avversari potessero approfittare di possibili errori o distrazioni.
Con gli Spurs da subito a lottare con la propria situazione falli, i Lakers hanno dettato i propri tempi al gioco, immemori di qualsivoglia forma di triangolo e con la difesa che per la prima volta è sembrata più in palla di quella avversaria.
Nonostante questo, la squadra di coach Popovich ha chiuso il primo tempo in perfetta parità (a quota 39), merito di un Ginobili più utilizzato del solito e di un Robert Horry deciso a far vedere ai suoi ex compagni di quale pasta fosse ancora fatto.
Nella ripresa però, la sfida ha cominciato decisamente a volgere a favore di L.A.
Nonostante lo scarto non si sia mai alzato in doppia cifra, nel terzo quarto i texani hanno letteralmente smarrito la via del canestro e si sono tenuti a galla con le sole giocate su palla persa, su rimbalzo d'attacco e con i tiri dalla lunetta.
Shaquille O'Neal, dopo aver dominato a rimbalzo per 35 minuti abbondanti, ha smesso di spingere sull'acceleratore in attacco, eccezion fatta per i liberi ai quali è stato sistematicamente costretto e concentrandosi sulla difesa (memorabili un paio di sue stoppate) ha lasciato che fosse Kobe Bryant a guidare i giallo viola verso il quarto successo consecutivo contro i rivali, grazie ad un ultimo quarto da grande campione e almeno un paio di numeri (Alley-opp con appoggio dopo 360° e schiacciata in contropiede per chiudere moralmente la partita) da ricordare su carta patinata.
Alla fine, l'MVP della partita è risultato proprio il numero 8, che ha chiuso il suo impegno con 26 punti, 7 rimbalzi e altrettanti assist.
Il centro angelino ha marcato 17 punti, 19 rimbalzi e 5 stoppate, ma nel roster Lakers sono da segnalare anche i 15 punti con 7 assist di Payton, i 10 di un George che ha visto in questa serie definitivamente scrollata dalla sua schiena l'ombra di Fox e la difesa, la concentrazione e la capacità di applicazione di un grande Karl Malone.
Dall'altra parte, quella degli oramai ex campioni del mondo, i numeri sono purtroppo impietosi. A condannare gli Spurs c'è stato il bilancio delle palle perse (14 a 11), un 12.5% nel tiro da 3, l'arma con la quale dodici mesi fa avevano scardinato la difesa avversaria e la resa dell'uomo decisivo nelle prime due vittorie: Tony Parker.
Il play francese anche ieri notte non è mai entrato in partita, segnando solo 9 punti, con 3 assist e 6 palle perse e un'assenza nella guida dei suoi palese.
Dal canto suo, Tim Duncan ci ha provato. Nel primo tempo, ha raccolto quante più occasioni possibili, ma dopo un serio passaggio a vuoto (18 minuti senza canestri) anche lui ha dovuto arrendersi nonostante i 20 punti con 11 rimbalzi, frutto di una classe e di una capacità agonistica mai troppo sottovalutate.
A conti fatti l'attacco di San Antonio è vissuto su Ginobili, 16 punti, 7 rimbalzi e 4 assist, su Horry, 12 punti anche se una sola bomba e su Devin Brown, autore di 15 punti con 6 rimbalzi.
Nel dopo gare reciproci attestati di stima hanno sancito la chiusura ufficiale della rivalità per questo 2004.
Ora ai Lakers toccherà attendere la chiusura della serie fra T-Wolves e Kings, per conoscere il proprio avversario.
Qualsiasi sia il risultato, certamente il prossimo turno di L.A. vedrà gli uomini di coach Jackson giocare contro difese meno serrate di quella grigio nera, ma porterà anche in dote un attacco che in ogni caso darà del serio filo da torcere ai Lakers.
I play-off continuano.
Alla prossima"