Eastern: volata per i Playoff

Riuscirà  Odom a portare Miami ai Playoff?

La corsa agli ultimi posti per i play off nella Eastern Conference è, in questo ultimo mese di stagione regolare, uno degli argomenti di discussione più interessanti nel mondo della nba. Certo, non avrà  l'importanza che riveste quella per i primi spot all'Ovest, ma il pathos che avvolge la sfida è, per il blasone delle squadre interessate e per i roster delle stesse, altamente coinvolgente.

Attualmente possono dirsi sicure del posto, calcoli aritmetici a parte, Indiana, New Jersey, Detroit, New Orleans e Milwaukee. Rimangono, quindi, disponibili 3 posti con Cleveland, New York, Boston, Miami, Philadelphia e Toronto racchiuse, alla data dell'11 marzo, in sole 2 partite.

Fare previsioni è si un esercizio di stile, troppe variabili possono far incanalare quest'ultimo scorcio di stagione in uno piuttosto che nell'altro verso, ma è comunque divertente oltre che gratis.

La previsione poi, al contrario dei pronostici - dal greco conoscere anticipatamente i fatti -, non impegna l'autore in quanto esplicita solo ciò che si ritiene possibile prima che l'evento si verifichi. Ecco un veloce excursus sulle candidate.

New York: 17 partite da giocare, nessuna trasferta ad Ovest, solo 2 match con squadre della Western Conference e 4 scontri diretti (2 con i Sixers, 1 con i Raptors ed i Cavs, decisivo all'ultima giornata). Il calendario è favorevole, con diversi incontri "facili" – 2 con i Wizards ed i Bulls oltre ad uno con gli Hawks.

La franchigia poi vuole fermamente i play off non potendo restarne fuori per il terzo anno di fila. D'altra parte la scelta di Thomas, gli sconvolgimenti da lui operati sul piano economico, ancor prima che tecnico, non possono non tradursi nel tentativo di raggiungere ad ogni costo la tanto agognata post season.

Il trend non è dei più favorevoli ma le 7 sconfitte nelle ultime 10 gare risentono del viaggio ad ovest del Mississippi, ma è soprattutto il buon rendimento in casa e, in particolare modo, contro le squadre della propria Division (13 V e 5 P) a far ben sperare i tifosi blu arancio anche se l'infortunio a Mutombo, pur se degnamente sostituito da Mohammed potrà  pesare sui destini prossimi della franchigia.

Cleveland: 17 partite da giocare, una trasferta ad Ovest, dura con viaggio in Texas da Mavs e Spurs in lotta per ottenere la migliore posizione possibile in griglia, oltretutto in un back to back, e comunque 6 incontri con squadre della Western Conference.

Il calendario non è dei più agevoli, ma ci sono ancora 9 partite in casa e ben 5 scontri diretti (2 con Miami ed 1 con i Sixers, i Raptors ed i Knicks) dove le vittorie valgono doppio. La squadra è, inoltre, in un ottimo periodo, con 8 vittorie nelle ultime dieci uscite anche senza numeri straordinari da parte di Lebron James, a testimonianza della bontà  del team e del suo equilibrio dopo le ultime operazioni di mercato.

Boston: 16 partite da giocare, una trasferta ad Ovest identica ai Cavs ed altre 3 partite con squadre della Western Conference impegnate a loro volta nella corsa all'ultimo posto libero per i play off. Il calendario prevede anche 3 scontri diretti (2 con gli Heat ed 1 con i Sixers) ed è ostico in quest'ultima parte del mese di marzo – doppia sfida con i Nets oltre agli incontri con i Pacers, i Nuggets e i Blazers.

Il roster, sia pure ridimensionato dalle operazioni di mercato di Ainge, è pur sempre buono, specie ad Est, potendo contare su Paul Pierce e Ricky Davis oltre che su un Mark Blount dominante sotto i tabelloni. Prima della sconfitta con i Lakers avevano una striscia aperta di 7 vittorie che aveva risistemato le cose in classifica dopo che le precedenti numerosi sconfitte (13 su 14 partite giocate) avevano dato credito alle affermazioni di Danny Ainge che aveva sostenuto la non necessarietà  di partecipare quest'anno ai play off, magari per uscire al primo turno, in modo da avere una scelta più alta al draft e ricostruire (!) una squadra in grado di vincere l'anello nei prossimi 3 anni.

Credo sia indubitabile che il sistema adottato da Ainge per motivare la squadra non sia il migliore.

Miami: 17 partite da giocare, nessuna trasferta ad Ovest, solo 2 sfide con squadre della Western Conference e ben 5 scontri diretti (2 con Boston e Cleveland, tutte nell'arco di 6 giorni dal 7 al 12 aprile, ed 1 con Philadelphia).

Il calendario non è impossibile - 2 sfide con Jason Kidd e soci, ma anche partite con Chicago, Atlanta ed Orlando - con 9 partite in casa, dove ha il miglior rendimento tra le 6 squadre in corsa mentre il trend è più che discreto con il 50% di W nelle ultime 10 partite. L'organico, inoltre, con il rientro di Dwayne Wade si può dire al completo e può contare su Lamar Odom concreto come mai in carriera.

Un Van Gundy in panchina, infine, è sinonimo di massimo impegno e dedizione completa, tali da far sperare il raggiungimento di un obiettivo che, ad inizio stagione con il ritiro di Pat Riley, sembrava irraggiungibile.

Toronto: 17 partite da giocare, 1 trasferta ad Ovest con visita a Yao Ming e ai Grizzlies oltre a 5 partite con squadre della Western Conference. Gli scontri diretti sono solo due, con Cleveland e New York. Il calendario è il più difficile tra i 6 presi in esame. Ci sono doppie partite con Detroit, Indiana, Milwaukee e Memphis oltre che con Chicago, dove hanno già  perso i primi due incontri.

La squadra, al completo e con l'acquisto di Rod Strickland, sarebbe da play off anche con Bosh che centro non è, ma le assenze di Jalen Rose ed Alvin Williams oltre a quelle patite da Vince Carter nel corso della stagione fanno volgere al brutto il barometro in Canada anche se, visto le sole 2 W nelle ultime 10 partite, sarebbe più corretto dire che lo mantengono al brutto.

Philadelphia: 17 partite da giocare, nessuna trasferta ad Ovest, ma 5 incontri con squadre della Western Conference di cui solo 2, con Phoenix e Golden State, abbordabili e ben 5 scontri diretti (2 con i Knicks e 1 con i Celtics, i Cavs e gli Heat). Il calendario non è dei peggiori a patto che Allen Iverson torni in campo con la voglia di caricarsi sulle spalle la squadra. La panchina sta fornendo un valido aiuto, Kenny Thomas sforna doppie doppie con regolarità  impressionante e Samuel Dalembert sta saltando e stoppando che è una meraviglia.

Per i play off tornerebbe disponibile Glenn Robinson. Certo le motivazioni a far bene sono, per così dire, defilate se pensiamo ad Iverson in guerra con l'allenatore e Snow messo sul mercato in febbraio, ma la possibilità  di non considerare ancora buttata la stagione potrebbe fare da collante per una squadra di guerrieri, specie se battessero stanotte New York.

La previsione: considerato il trend, l'infermeria ed il calendario e posto che le partite che mancano alla fine hanno un peso specifico diverso da quelle giocate in novembre e, quindi, i giocatori difficilmente si tirano indietro, credo che avremo Cleveland, New York e Miami ai nastri di partenza dei prossimi play off.

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