Sembrava che Vin Baker avesse superato i suoi problemi di droga, invece … il suo sguardo parla da solo
San Antonio Spurs @ Boston Celtics 109-92
Boston Celtics @ Miami Heat 86-84
Washington Wizards @ Boston Celtics 89-100
Da inizio stagione le notizie in casa Celtics sono state numerose. Ogni settimana c'era sempre qualcosa da dire, prima con la scambio di Walker, poi con l'altro scambio di Davis, senza dimenticare l'esplosione di Welsch, l'infortunio di LaFrentz, i nuovi rookie, l'integrazione tra vecchi e nuovi giocatori, l'infortunio di Pierce e così via.
Questa sarebbe stata la prima settimana da ottobre durante la quale notizie di cui parlare ce ne sarebbero state pochine. Infatti sarebbe stata, ma non lo è più. È notizia freschissima (venerdì sera, notte in Italia) l'ultimo errore di Baker.
Per quei due o tre appassionati di basket americano che ancora non lo sapessero, Vin Baker la scorsa estate è stato curato presso una clinica del Connecticut per disintossicarsi dalla sua dipendenza dall'alcool. L'NBA gli ha concesso di riprendere la sua attività agonistica con numerosi obblighi: controlli a sorpresa, visite di medici ad ogni trasferta, colloqui frequenti con le associazioni di Alcolisti Anonimi, telefono cellulare speciale per avere il giocatore sotto controllo 24 ore su 24.
Nell'ambito di questi obblighi c'era anche quello per cui Baker avrebbe avuto una "franchigia" di 3 disattenzioni a questi obblighi: al primo errore era previsto un richiamo verbale, al secondo errore una sospensione di 3 partite, al terzo errore era prevista una sospensione a tempo indeterminato.
Ebbene, Baker ha commesso il suo terzo e, presumibilmente, ultimo errore. Il gruppo di dottori selezionato da Baker stesso e la dirigenza Celtics, l'unico che ha il potere di comminare le sanzioni a carico del giocatore, ha comunicato venerdì che Baker ha disatteso gli obblighi per la terza volta, per la precisione non ha superato un test alcolico.
La sospensione del giocatore con effetto immediato non è stata una cattiveria da parte della dirigenza, ma un atto dovuto, già previsto dagli accordi sottoscritti la scorsa estate.
"Sono molto dispiaciuto che le cose non si sono risolte bene per Vin" è l'amaro commento di coach Jim O'Brien "è stato un tragico susseguirsi di eventi. È una difficile malattia da trattare e proprio adesso sembra che non ha vinto la battaglia".
"Siamo dispiaciuti che Vin abbia disatteso gli accordi" è il commento del presidente della franchigia Wyc Grousbeck "e come abbiamo avuto modo di dire durante tutto questo processo, continueremo a desiderare per Vin il meglio".
Adesso quale sarà il futuro di Baker? Per assurdo è stato previsto tutto, controlli, sanzioni, gruppo di dottori, ma adesso che il giocatore ha disatteso le aspettative non si sa cosa fare. La sensazione è che tutti speravano che Baker facesse le cose come si deve, come per esorcizzare quello che effettivamente è successo.
O'Brien ha aggiornato gli altri giocatori solo 45 minuti prima della partita contro Washington, poi vinta agevolmente, ma come dice l'allenatore "tra le cose che possono distrarre la nostra squadra, questa è la peggiore di tutte".
La sua ultima partita giocata è stata quella contro San Antonio, 13 minuti in campo in cui il giocatore ha fatto poco o niente: 0 punti, 0 su 3 dal campo, 4 rimbalzi e 2 assist. Nella successiva sessione d'allenamento ai giornalisti presenti che volevano parlare con Baker gli è stato risposto che il giocatore non poteva perché aveva un "appuntamento". Poi O'Brien non l'ha fatto giocare contro Miami perché non dava dimostrazione delle necessarie attitudini difensive e quindi l'annuncio della sospensione.
Adesso i Celtics hanno varie opzioni, che vanno dal non far niente al chiedere la rescissione del contratto. Nel caso in cui i Celtics decidano di optare per la soluzione più estrema devono prima far passare dieci partite durante le quali i Celtics manterrebbero la sospensione (quindi il prossimo 12 febbraio quando i Celtics giocheranno a Chicago proprio prima dell'All-Star Weekend), ma non è detto che questa soluzione sia automatica. Prima di tutto bisogna passare da un arbitrato, perché l'associazione giocatori non è logicamente d'accordo alla rescissione del contratto.
Ipotizzando per un momento che la soluzione più drastica sia attuata, uno sguardo alla situazione salariale non fa gridare di gioia. I 13,5 milioni di quest'anno, i 14,625 dell'anno prossimo ed i 15,75 milioni di dollari dell'ultimo anno di contratto nella nostra ipotesi saranno risparmiati, ma se i Celtics eserciteranno l'opzione per il quarto anno nei confronti di Chris Mihm, la quale ammonterebbe a circa 4 milioni di dollari, il salario totale di Boston sarebbe pari a 44-45 milioni di dollari. Il problema è che s'ipotizza che il salary cap la prossima estate ammonti a circa 45 milioni di dollari, quindi spazio disponibile per firmare free agents non ce ne sarebbe affatto.
Oltre al danno (rescissione del contratto di Baker), per i Celtics ci sarebbe in arrivo anche la beffa (nessuna possibilità di firmare free agents). Adesso è più chiaro il motivo per cui i Celtics hanno cercato il tutti i modi di recuperare il giocatore: meglio un discreto giocatore in più che nulla.
Baker ha ricevuto la solidarietà dei giocatori, in particolar modo di James, Pierce ma soprattutto di Walter McCarty. I due si sono parlati spesso in questi mesi e McCarty ha confessato che in uno dei suoi ultimi colloqui con Baker la sospensione era nell'aria.
Uno degli ultimi capitoli della vicenda-Baker ha messo in secondo piano le vicissitudini della nostra squadra preferita. La sconfitta contro San Antonio ha evidenziato un problema di difesa sconosciuto nel recente passato. Subito O'Brien è corso ai ripari affermando che entrerà in campo solo chi difenderà come lui si aspetta. In effetti da quel momento sono aumentati i DNP (did not play, non ha giocato).
Ottimo momento per Mark Blount, non solo per la doppia doppia contro Washington con 14 punti ed altrettanti rimbalzi, suo massimo in carriera, ma anche per l'ottima difesa e la presenza in campo.
Problemi fisici per Chris Mihm: dopo aver giocato poco e male contro San Antonio, non è entrato sul parquet nelle ultime due partite a causa di una distorsione al tendine del ginocchio sinistro subito venerdì scorso contro Orlando. La preoccupazione è che lo scorso anno Mihm ha perso 3 mesi per recuperare da un infortunio simile, quindi la speranza è che l'infortunio non sia di quella gravità . L'ipotesi più probabile è che questa volta sia solo una distorsione, non una lacerazione.
Anche McCarty ha subito un infortunio, precisamente un'infiammazione alla parte bassa della schiena (no, non il sedere), ma questo non gli ha impedito d'essere in campo e di giocare bene.
Altre tre partite sono in programma la settimana prossima:
domenica nel New Jersey
mercoledì in casa contro Detroit
venerdì in casa contro New York
Molto interessanti le partite che attendono i Celtics la prossima settimana. Tutte ostiche, chi per un motivo, chi per l'altro. Per esempio i Nets sono la squadra finalista della passata stagione, e se quest'anno hanno alcuni problemi, tra cui una striscia aperta di 5 sconfitte, rimangono una squadra difficile da battere.
Poi arriva Detroit, seconda in classifica di Conference, che fa del gioco duro la sua ragione d'essere. Per finire i rinnovati Knicks, i quali stanno risalendo velocemente la classifica beneficiando di un'integrazione del roster più veloce del previsto.
Se la squadra ha carattere e supererà senza forti traumi la vicenda-Baker, un risultato positivo è alla loro portata.
La classifica vede un restringimento delle distanze visto il periodo poco felice dei già citati Nets e di quello felice degli altrettanti citati Knicks. Boston è in mezzo, sempre leggermente sotto il 50% di vittorie, barriera psicologica difficile da abbattere. Presumibilmente ed auspicabilmente sarà superata nella seconda parte della stagione, dove Boston potrà beneficiare di un calendario meno asfissiante potendo così integrare meglio i nuovi arrivi.
A risentirci la settimana prossima.