Mike Bibby, il solito condottiero per i Kings…
"La Nba è un campionato molto duro. Si deve viaggiare, si deve essere pronti per giocare tutte le sere, a dispetto delle condizioni, del freddo, del fuso orario. Questa sera abbiamo fatto un buon lavoro, ma dobbiamo subito ripeterci a Memphis."
Le parole di Bibby, alla fine della partita vittoriosa contro i Cleveland Cavs, 95-89, raccontano perfettamente del campionato Nba e sono risultate profetiche. La seconda serata del back-to-back è stata fatale: Sacramento ha perso contro i Grizzlies 109-95. La squadra di Hubie Brown, spinta da Mike Miller, 27 punti, e Jason Williams, 25 punti con 10 assist, ha controllato facilmente la gara: i 15 punti di vantaggio all'intervallo, sono diventati anche 21 nel terzo quarto.
La sera precedente i Kings si trovavano a Cleveland, per una sera tornata "The mistake on the lake", l'errore sul lago. Senza James, senza Mc Innis e Boumjie Boumjie, appena giunti da Portland, i Cavs ci hanno comunque provato. Peja Stojakovic ha risposto con 37 punti e un terzo periodo da 20. Nonostante tutto la partita è stata molto combattuta. La giocata decisiva l'ha fatta Brad Miller, prendendo un importante rimbalzo in attacco, trasformato in due punti per il 91-87 a 55" dalla fine.
I Kings hanno sofferto molto anche per l'inconsueta imprecisione di Vlade Divac dalla lunetta: 1 su 8 complessivo per lui. Lo stesso giocatore ha provato a drammatizzare: "Era una partita - ha detto - in onda sulla Tnt, ho voluto mantenerla interessante."
Meno voglia di scherzare per Rick Adelman: "Abbiamo giocato un primo tempo insufficiente - ha detto - in particolare non mi è piaciuto il secondo quarto. Non capisco la ragione di questi vuoti. Dobbiamo ringraziare la grande prova di Peja ed il rimbalzo d'attacco di Miller, che non rientra esattamente nelle nostre caratteristiche."
Nell'ultima partita prima della partenza per il lungo viaggio nel midwest, Sacramento ha confermato di soffrire particolarmente Portland. I Blazers hanno vinto alla Arco Arena 112-110 al supplementare. Un inspiegabile black out offensivo nell'ultimo quarto, otto errori consecutivi per Stojakovich, ha complicato tutto. Solo la follia collettiva della banda di Cheeks ha rimesso in gioco il risultato.
Bobby Jackson con una bomba ha portato il punteggio sul 91-84 a 51" dalla fine. Lo stesso Stojakovich ha segnato da tre, dopo che Rasheed Wallace aveva messo due liberi: 93-87 per Portland a 37" secondi dalla fine. Sulla successiva rimessa Christie ha rubato palla. Mc Innis ha commesso fallo su Stojakovich regalandogli tre liberi puntualmente messi a segno. Sull'azione decisiva, Brad Miller ha pareggiato a due secondi dalla fine, nonostante Cheeks avesse ordinato ai suoi di fare fallo per non concedere il tiro da tre. Il supplementare è stato dominato poi da Dereck Anderson, autore di tutti i 12 punti della squadra.
La gara con Portland è stata in assoluto la peggiore, dal punto di vista offensivo, della stagione. I Kings hanno tirato col 32,7, lasciando sconcertati chi, qualche giorno prima, nella vittoria contro i Los Angeles Clippers 125-100, li avevi visti predicare letteralmente pallacanestro: 56% da due, 58% da tre e sei giocatori in doppia cifra nella trasferta dello Staples Center.
Il vero caso che ha tenuto banco, dopo la partita con i Clippers, ha riguardato l'assenza di Chris Webber dietro alla panchina. Il giocatore per l'occasione aveva viaggiato sull'aereo della squadra. Richiesto di una spiegazione, Geoff Petrie, Gm dei Kings, ha detto che non si era accorto della cosa. In altri momenti la cosa non sarebbe stata così importante. Lo è oggi visto che le condizioni fisiche del giocatore sono un enigma.
Webber, come detto, ha viaggiato con la squadra per Los Angeles, non ha seguito la partita e si è fermato nella città degli angeli alla ripartenza dei suoi compagni. Spifferi dall'entourage dei Kings, parlavano di un'indisposizione alla base dell'asenza dell'ex Warriors.
In realtà Webber è stato visto alle 19.00 dello stesso giorno, a cena con Tyra Banks, la sua fidanzata, in uno dei ristoranti più in vista del Sunset Boulevard. Nella settimana successiva Chris non si è mai allenato al campo di allenamento dei Kings, sebbene fosse libero per la trasferta dei compagni.
Possibile che abbia deciso di allenarsi a Los Angeles con Buzz Braman, guru del tiro, che lo ha seguito anche durante l'ultima estate. Ma tutto questo non ha fatto che alimentare voci e perplessità sulle sue reali condizioni. Sulla possibilità che la sua rieducazione abbia subito uno stop e che il suo rientro sia ancora rimandato.
L'organizzazione ha spiegato la decisione del giocatore di non seguire la squadra nella trasferta di 10 giorni proprio con l'insofferenza del giocatore alle domande sul suo stato fisico. Mark Kreidler, columnist del Sacramento Bee non ci è andato giù leggero: "E' inconcepibile - ha scritto - che Webber, uno degli atleti più professionali che conosca, non abbia capito che la sua assenza a Los Angeles ed in trasferta era ridicola. Di certo non era obbligato a seguire la squadra, ma Shaquille O'Neal, Karl Malone e Kobe Bryant hanno seguito i compagni. Kobe di sicuro avrà risposto alle domande sulla spalla e sul processo. Seguire i compagni i trasferta è quello che fanno i giocatori coinvolti nelle vicende della loro squadra".
Questa rubrica da tempo sostiene che il rientro di Webber ed il suo stato fisico, al di là dell'ottimismo di circostanza, di chi è coinvolto nella vicenda, sono due punti interrogativi. Legati all'infortunio, veramente brutto, patito dal giocatore, ed al modo in cui è stato gestito il suo recupero.
Chi scrive rimane convinto che con lui i Kings siano comunque un'altra squadra. Ma rimane il fatto che c'è qualcosa di strano. Ed intanto, passano i giorni, e Webber non rientra integralmente a far parte del gruppo.