Ecco una coppia di giocatorini acquistati dai Lakers a prezzo di saldo…
Come stanno andando le vacanze? Bene? Ok, ma sappiate che al di la’ dell’Atlantico, mentre il baseball e’ a meta’ della sua interminabile regular season, la NBA spara i primi colpi.
Vi sto scrivendo all’immediato scadere della free agent deadline, ovvero della data oltre la quale tutti i pissi pissi bao bao di mercato possono tramutarsi in contratti regolarmente firmati dai nostri amici agenti liberi.
E non e’ che sia successo proprio poco o nulla: parecchi dei pezzi migliori della collezione hanno gia’ fatto le valigie verso i lidi piu’ svariati.
Siccome poi il mestiere di dividere questi “prostituti” della palla a spicchi in categorie e’ tanto divertente quanto privo di senso, credo proprio che questa e’ la sede adatta per farlo.
Vediamo un po’ cosa offre la casa:
– “Poveri ma anelli”
G.Payton e K.Malone rinunciano a camionate di dollari per inseguire il titolo a casa di Shaq e Kobe. Chiariamo subito che se mio padre, attualmente spesato dall’INPS, sa che ho definito poveri 2 neanche quarantenni che si vedono accreditati rispettivamente 2 e 4.x milioni di presidenti spirati (diritti SIAE per Buffa Federico), mi piglia a calci per tutta la Riviera Adriatica, isole comprese. Ma se pensiamo che lo scorso anno gli accrediti sul conto corrente erano di altro spessore, diamo almeno merito ai due veterani piu’ integri dell’universo (meno di 20 gare perse per infortunio in 30 anni complessivi di carriera, roba da patto con Satana) di aver privilegiato l’aspetto tecnico a quello monetario.
– “Winner BandWagon” (ISPA cit.) ovvero “saliamo sul carro del vincitore”.
E bravo il nostro Rascio Nesterovic, che entra nelle ingombranti scarpe di David Robinson e porta un’altra bella fetta di Virtus Bologna nella difesa al titolo di San Timoteo Spurs
– “Casa dolce casa”
Jason Kidd e Germano O’Neal, dopo aver fatto collezione di ricevute d’albergo nel Texas, dovrebbero decidere a momenti di restare nelle rispettive formazioni ad Est, firmando contratti pluriennali al “massimo della pena”. Bene, bravi, soprattutto ai Nets che sembravano senza speranze nella guerra per la permanenza di J(ason), J(umana) e TJ Kidd
– “Fuga da Alcatraz” ovvero tutti gli ammutinati del Veliero di Sterling, da Olowokandi (ufficiale a Minnesota per 3 anni) fino a tutti quelli che se ne andranno o se ne vogliono andare ma non potranno perche’ in regime di restrizione: Brand, Odom, Maggette, Piatkowsky etc.etc
Neanche la Fiorentina dello scorso anno era cosi’ appestata…..
Poi ci sono i “pronti, al mio via ci scambiamo una carta!” giochino nel quale 2 all star passate (Robinson e Sprewell) piu’ il bianco catalizzatore di ogni problema nelle squadre in cui gioca (Van Horn) ed un giocatore ritirato ma con una cambiale in scadenza bella robusta (Brandon) hanno preso il treno in direzioni svariate.
Opinione comune e’ che Minnesota ci abbia guadagnato molto, Phila non abbia fatto sfracelli, Atlanta abbia ceduto per ricostruire e NY, beh, il il GM di NY e’ considerato lo zimbello della Lega, forse anche a dispetto di uno scambio che non e’ da catalogare tra i piu’ osceni del secolo (ricordando che “l’affaire Baker” e’ in una categoria a se stante).
C’e’ Brad Miller, che Indiana e’ convinta di non riuscire a tenere e che finisce a Sacramento in uno scambio che porta Pollard e Hedo Turkoglu alla Conseco, salvo che il secondo verrebbe girato immediatamente a San Antonio in cambio di… niente.
Ovviamente la mossa migliore resta quella “subita” da George Karl, il quale e' stato gentilmente invitato all'uscio dalla dirigenza di Milwaukee, ma percepira'ugualmente 7 milioni di dollari per grattarsi le regali chiappe all'ombra di qualche albero. Possiamo ben dire che c'e' gente piu' scalognata in giro!!
Dei rumori meglio non parlarne: Antonino Walker, ovvero il Recoba del basket NBA (ooops, una metafora calcistica a tinte nerazzurre, non mi era mai capitato prima….) e’ dato prima a Toronto e poi a New York, dove con Van Horn formerebbe una front line tra le piu’ fisiche della lega……..di bridge.
E poi La Fraenz a NY, Kurt Thomas a Dallas, Keon Clark a Phila, in un giro di soldi e maglie che costringera’ i fanatici delle canotte ad assaltare gli store NBA per aggiornare le collezioni.
Ma purtroppo non di soli scambi si parla in questi giorni, se l’argomento e’ l’NBA.
L’argomento caldo del momento continua ad essere il Kobegate, ovvero i guai giudiziari ai quali dovra’ sottostare il pluridecorato Bryant, colpevole di un reato che dovrebbe risiedere nell’ampio raggio di opzioni tra l’adulterio e la violenza sessuale ai danni di una giovane addetta alle camere di albergo.
Ovviamente i media di ogni continente si sono buttati su questa storia con tutto lo slancio degli avvoltoi: troppo facile vendere spot e giornali facendo leva sull’associazione tra superstar e scandali sessuali.
E quindi ci siamo gia’ regolarmente sorbiti (in questo caso l’Atlantico e’ una manna perche’ attutisce l’impatto) il Kobe che prima smentisce, poi contrito e pentito davanti alle telecamere che dice di essere colpevole di adulterio e che ne rispondera’ davanti alla moglie. E dove stava la bella Vanessa, alla quale Kobe aveva da qualche giorno complicato la messa in piega con acconciature di tipo ramificato? Ma naturalmente era li’, accanto al marito infedele, mano nella mano, in un atteggiamento che ricordava l’immortale Hillary Clinton di levinskiana memoria.
Evitiamo subito malintesi: non so, ne’ mi interessa particolarmente, se Kobe abbia chiesto il permesso alla 19enne del Colorado, prima di andare per la piu’ costosa delle sue penetrazioni; ci sono i giudici a fare questo sporco mestiere, e non e’ proprio il caso di sostituirsi al loro lavoro.
Ma mi lascia parecchio perplesso come un personaggio pubblico, con tanto di entourage dedito alla salvaguardia del “prodotto-Kobe”, si sia ficcato in un casino enorme, che sicuramente lo tocchera’ sia personalmente che in termini di immagine (e conseguentemente, di portafoglio).
A questo aggiungiamo l’overdose di opinioni/opinionisti gentilmente offerta dal magico mondo delle 3 W, che abbracciano tutto lo spettro, dal carcere a vita per il viziatissimo riccone (ma perche’ non sparargli alla nuca o dargli l’abbonamento al Costanzo Show, che come crudelta’ e’ uguale?) fino al classico “lei ci stava e lo ha incastrato, cosi’ guadagna una montagna di soldi”, il tutto senza il benche’ minimo abbozzo di prova, anzi con in mano una foto di una tizia che poi alla fine si rivela essere solo una compagna di scuola.
A margine di questo, 2 imperdibili appendici: il giudice autorizza la presenza di telecamere e fotografi, dando cosi’ un bell’impulso all’industria alberghiera locale (si attendono frotte di telereporter e penne da tutti gli USA) e poi il fedifrago Kobe da alle stampe che, dopo il suo atto impuro, ha regalato alla novella “cerva a luglio” Vanessa un anello con brillante grande come palla da football, tanto per mostrarle che l’amore e’ rimasto intatto, e che un diamante e’ per sempre (De Beers).
L’America sara’ anche un grande paese, ma certe volte sembra di stare ancora nel villaggio del vecchio West…
Chiudiamo il tutto con una meravigliosa notizia per il popolo dei Celtici: il GM biancoverde Danny Ainge ha acquisito da Cleveland i servigi di Jumaine Jones, cedendo in cambio il play J.R.Bremer e, udite udite, la pertica bianca Bruno Sundov, un giocatore che incarna perfettamente la quintessenza di questa rubrica (lunga e priva di significato, ma talvolta 2 risate le strappa)
che per un anno ci ha deliziato in quanto sparava triple come noccioline pur essendo un 7 piedi. Ed ora, senza il meraviglioso Bruno, come faremo a vedere le gesta dei nostri eroi del trifoglio?
Sempre disponibile per le lamentele, saluto
Kicco
vbrugia@tin.it