Dopo Gara 3 in casa Nets

In gara 4 è atteso a una grande prova. Finora Richard Jefferson è stato la grande delusione dei Nets

Gara 3 si è decisa nel finale, 84 a 79 per San Antonio. Il punteggio del primo tempo era 33 a 30, tanto per parlarci chiaro, sintomo di come questa serie la vinca la difesa innanzitutto, prima che Duncan e Kidd.

Ok, la NBA è ancora in grado di offrirci partite ai 120 con squadre come Dallas e Sacramento, ma sono le uniche in un panorama generale di carenza tecnica che mai aveva così preoccupato la lega di Stern.

"E' come essere tornati al gioco di 15 anni fa" si lamenta qualcuno. "Eh, eh, 15 anni fa c'era Magic in Finale" gli risponde ancora più preoccupato un altro. Dalla quasi totalità  degli ambienti NBA si alza prepotente una voce di speranza : "King James salvaci tu !" Perché il calo di interesse, e con gara 3 anche di contenuti tecnici, è sotto l'occhio di tutti. O meglio, sotto l'occhio di pochi a dire il vero"

"NON C'E' TMAC, QUESTO E' IL PROBLEMA"
Il rating televisivo è sceso a livelli per queste finali è sceso a livelli di un'intervista di Marzullo all'una di notte. Naturalmente, è un dato questo, che preoccupa soprattutto Stern piuttosto che i giocatori ("Non me ne frega niente" dice Martin) ma il solito oratore Scott ha un pensiero anche per questo. Non poteva farne a meno.

"Il problema è che nessuna delle due squadre ha McGrady. Ci sono due squadre che giocano solo come si dovrebbe giocare, tutto qui, senza badare troppo allo spettacolo".

L'unico highlight della gara è stata una prepotente schiacciata di Rose in testa a Mutombo, azione che di fatti è stata indebitamente allargata del suo significato anche da Sportcenter.

E' vero, quella schiacciata su Deke ha dato il là  a un parziale Spurs poi risultato decisivo dopo che Ginobili lo ha messo in banca con una rubata e un canestro cadendo all'indietro nel finale, ma si ha come l'impressione che quest'unica giocata in una partita onestamente deludente sia l'estremo salvagente cui ci si può aggrappare in un mare di guai.

La letteratura non manca. Dice Deke: "Bravo Malik, ma prova a ripetere quello che hai fatto a me contro K-Mart". La sfida è lanciata.
Il ragazzo da Drexel, che ha ritrovato la propria famiglia proprio l'altra notte("Phila ti ama" gli ricorda il fratello) gli risponderà  sul campo. Come nel suo stile.

JEFFERSON AIRPLANE IS MISSING
Se provate a farvi un giro tra i pochi che stanno seguendo questa serie e vi portate con voi la domande del giorno (the burning question, come dicono loro) su chi sia il giocatore più deludente dei Nets, la riposta non può che essere l'ala piccola Richard Jefferson.

Con 9,6 punti di media, il 35% al tiro e 8 mattoni su 11 tentativi in gara 3 ha tutte le credenziali per esserlo. Se poi aggiungete che l'ex Arizona è potenzialmente un All Star, atletico, con buon tiro se in serata e con un fisico che può difendere sulle migliori guardie si ha una dimensione più completa del suo talento inespresso e di come sia ormai troppo lunatico per partire titolare per una serie di finale.

Il problema è però che Scott non ha un marcatore sicuro, non è lo Kidd, non è lo è Martin e quindi le sue speranze in Jefferson restano tali finora nonostante sia stato proprio lui a credere nel ragazzo per la sostituzione del mormone Van Horn.

Si mette male. In una lega che ha ormai una squadra che si chiama Bobcats, che diluisce ancor di più il talento, i Nets possono anche permettersi di rimanere senza un solido marcatore, qualche partita la vinceranno. Che tristezza però"

JORDAN IS BACK
Potrebbe tornare davvero, sembravano delle voci ma adesso sono molto fondate. Non parliamo di Michael, nessuna paura, ma di Eddie, assistente allenatore dei Nets e probabile nuovo head coach in qualche squadra sparsa qua e là . Col valzer di coach di quest'anno, le panchine libere non mancano, questo perlomeno è certo.

In prima fila ci sono i Sixers ma qualora i Wizards non arrivassero a Carlisle, ci tenteranno pure loro. Phila o Washington però, la dirigenza dei Nets non vuole turbare lo spogliatoio con dannose voci di mercato che come sapete, riguardano soprattutto il leader Kidd, free-agent dato in partenza proprio per San Antonio. Se ne parlerà  dopo le finali.

Ma una piccola deroga anche il pio Duncan ogni tanto se la concede. In una intervista al grande Peter Vecsey Kidd non è propriamente il nome che è risaltato per primo nei piani di mercato suoi e della franchigia, visto poi che lui qualche veto in quella squadra lo può sbandierare.

"Puntiamo a Jermaine O' Neal, per rafforzare il reparto lunghi dopo il ritiro del capitano". Ma ci sono ragioni affettive, non crediate che la NBA sia solo un business senza cuore. L'arrivo di Kidd farebbe inevitabilmente partire Parker, ovviamente.

Libro Cuore. Con chi crediate che Duncan parli l'anno prossimo di Zola e Baudelaire nei lunghi pomeriggi invernali? Con uno che due anni fa ha picchiato la moglie?

Vabbè, era solo uno scherzo, lasciate stare le mie vane parole. Però pensateci ; Duncan se lo terrà  stretto l'amichetto franco belga, stiamo parlando di uno dei pochi ragazzi che negli ultimi anni ha frequentato per quattro anni una università . Non è una stranezza da poco.

WANG VIA DI QUI'
Finalmente. Qualcuno si sta muovendo concretamente. Stiamo parlando degli sviluppi della dipartita dei Nets dalla 16W fino a riportarli lì dove sono nati, con Doctor J e i suoi voli oltre il limite dell'umano agire. Nel Long Island, ecco dove dovrebbero tornare a giocare i Nets.

Parola di Charles Wang, proprietario della franchigia della NHL degli Islanders. Promette : "C'è una buona possibilità  di acquistare la franchigia e di riportarla nel luogo natio". Per il vecchio problema del pubblico o perché ci si è fatti quattro calcoli? In fondo, se si torna a Long Island, sarà  la seconda squadra di New York" Ci siamo spiegati"

"No, no, perché lì hanno una base di tifosi su cui poter cominciare che è di buon auspicio" ribatte al NY Newsday. Ok, gli crediamo. L'importante è che faccia di tutto per scongiurare che in futuro un tifoso basket si debba impantanare di nuovo in una palude, che non succeda più.

IL PROBLEMA DEL GIORNO
I tiri liberi, amici. Byron Scott è infuriato con gli arbitri per la disparità  a favore dei texani (88 a 58 il vantaggio Spurs) Popovich invece, che i liberi se li vedi fischiare a grappoli, li vuole pure vedere realizzati.

Ricorda: "Quando ero assistente di Don Nelson ai Warriors qualcuno chiese al coach: "Perché i tuoi ragazzi tirano così bene i liberi?"

LA SOLUZIONE
Nellie: "Perché li tira Cris Mullin".
Facile, no? Peccato che l'agente della CIA abbia Duncan però"

Stasera gara 4 ancora nel New Jersey. Nessuno è riuscito a rimontare da 1-3, quindi meglio che vincano i Nets, per lo spettacolo no"

Un momento" No, un attimo, mi correggo"

Meglio che la finiamo qui va, preferirei morire che vedere una gara 7 NBA che ha meno interesse di una Gara 7 NHL" Le squadre del New Jersey non sono tutte uguali"

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