Duncan e compagni più vicini all'anello.
Pare proprio che le gerarchie siano state ristabilite: San Antonio ha colto una fondamentale W nel New Jersey contro i Nets, i quali, adesso, per evitare che i texani vadano sul match point, dovranno per forza tirare fuori dal cilindro una prestazione di primissimo piano o, in alternativa, sperare in una prova opaca da parte di Duncan e compagni.
Questi Spurs sono davvero disposti a tutto pur di conquistare il titolo se perfino coach Popovich, normalmente restio ad usare la zona, ha utilizzato questo tipo di marcatura per lunghi tratti nella partita di domenica.
“Sono privo di orgoglio” – il commento dell’allenatore dei nero-argento – ma se pensate che la zona sia stata fondamentale per la vittoria, non avete visto la gara.”.
Dunque, pur ammettendo di aver sconsacrato la propria concezione di pallacanestro, Pop non riesce forse ad essere sincero sino in fondo ma rimane comunque il fatto che le sue intuizioni sono state vincenti e hanno portato la squadra a due gare dalla gloria, dallo champagne, dai sigari ecc.ecc.
“Per Pop è come ammettere una debolezza” – la dichiarazione di Mike Brown, uno degli assistenti della panchina di San Antonio circa la strategia utilizzata dal coach degli “speroni”.
Riguardo al livello ed alla qualità del gioco espresso dai due contendenti, le polemiche sono cresciute da ogni dove, come funghi ad inizio settembre. Malik Rose ha candidamente affermato che Gara 3 ha riportato le lancette del basket a stelle e strisce indietro di 15 anni (in realtà , ha fatto notare qualche commentatore, negli anni 80’ il livello non è che fosse poi malaccio).
I critici più attenti alle mille sfaccettature del nostro sport preferito ritengono che la frase del giocatore potrebbe essere interpretata in un altro modo, sottolineando come il trend attuale (e quello futuro) sia sempre più plasmato dalla mentalità difensivista degli allenatori, a causa anche della mancanza di talento rispetto al passato e alla maggiore importanza attribuita invece alle abilità atletiche dei singoli protagonisti.
Entrambe le parti sono parse impaurite agli occhi degli spettatori, timorose l’una dell’altra, sia della difesa a zona che di quella a uomo.
“Eravamo 33-30 all’intervallo. Questa non è Dallas-Sacramento. Entrambi andiamo orgogliosi della difesa e sappiamo che, probabilmente, chi sarà più bravo a difendere vincerà la serie” – le parole di Kidd sull’argomento.
“Nel 1999 avevamo un buon team ma facevamo fatica a segnare. Adesso invece siamo in grado di segnare da 3, giocare in velocità , a tutto campo. Quindi non dovremmo disputare partite come quelle di domenica” – la dichiarazione dell’Ammiraglio, a spronare i compagni in vista di mercoledì.
In fin dei conti tutti questi discorsi perdono d’importanza di fronte alla possibilità per i texani di portarsi sul 3-1, uno scenario che farebbe precipitare i Nets in un buca, con scarse o addirittura inesistenti possibilità di reazione, mentre per i campioni della Western Conference, sarebbe la situazione ideale, l’opportunità di chiudere il discorso lontano dalle mura amiche, sapendo però che i propri calorosi (e scaramantici) supporters li accoglierebbero con tutti gli onori del caso.
In poche parole, è una “must win situation” per i ragazzi di coach Scott, fuori i secondi e… chi si ferma è perduto!
Stay tuned!