Anche Duncan deve complimentarsi con un Tony Parker davvero stellare.
Sono le ore 20 locali, arriviamo nel New Jersey a mezz`ora dalla palla a due, l'impatto con la Continental e' tale da far pensare veramente al sesto uomo in campo. Un boato assordante ripete in continuazione, "Let's go Nets", e tutto sembra pronto per la festa di New Jersey. A guastarla arriveranno un francese, senza timore per il capofamiglia locale, e un argentino, che qui gia' paragonano a Maradona.
Si` e` vero, il calcio non sanno neanche cosa sia, ma un gesto del Diego piu` famoso del mondo, e` ben conosciuto. Il pugno mancino che stese l'Inghilterra, divento`in tutto il mondo "the hand of God" e oggi la stampa locale rileva il secondo indizio sulla cittadinanza argentina della mano sinistra di Dio, il 20 in nero-argento.
Non possiamo dargli torto. Manu fa` venire voglia di abbracciarlo per la spirito che porta sul parquet. Siamo sempre in piedi ad applaudirlo, un campione che, anche se non italiano, possiamo amare come se lo fosse. Non gli fischiano un fallo a favore neanche se lo frustano, ma lui (stoico)non fa` una piega. Pur non essendo l'mvp della gara, vogliamo partire da lui nel nostro commento perche` sono sue le due giocate decisive. Palla rubata e pennellata mancina dai 5 metri, mano benedetta. Come per qualcun altro, con il 10 sulle spalle, "Manu" di Dio.
La partita ha avuto un andamento atipico. Dopo un inizio pimpante I Nets hanno fatto prendere ritmo e fiducia agli Spurs, un po` contratti nei primi minuti. La squadra di Popovich ha dimostrato carattere quando il momento era difficile, non andando troppo sotto nel punteggio e limitando la foga dei Nets con una transizione difensiva perfetta.
Gli Spurs sono sempre bilanciati, consci di avere due torri a rimbalzo offensivo che rischiano di scoprire la squadra. Gli altri devono coprire il contropiede avversario. Bowen, Parker, Jackson sono attenti in questo loro compito. Chi anticipa sull'apertura a Kidd, chi recupera verso il proprio canestro, chi blocca il lancio lungo.
E` ovvio che I Nets trovino comunque punti in campo aperto. Meno pero` di quelli che vorrebbero e di cui avrebbero necessita` per far fruttare a tabellone la maggiore mole di gioco espressa nella prima frazione.
Due, tre giocate Spurs, un po` fuori ritmo, ma andate a buon fine(canestro di Speedy Claxton dai 7 metri con l`uomo addosso), sembrano invertire l`inerzia della gara. Ma in realta` e` nella propria meta` campo che Popovich trova l`arma vincente, concedendo solo 9 punti, a Martin e compagni, in tutta la seconda frazione di gioco. Un quarto che e` musica per i cultori del gioco difensivo, ma ovviamente limita il punteggio e lo spettacolo complessivo.
Che l`NBA sia sempre piu` lido "mondiale" lo dimostra il secondo tempo di Tony Parker. E` lui (nazionalita` francese) a tenere a galla gli Spurs nel momento piu` delicato, infilando due triple fondamentali, e vincendo nuovamente il duello diretto con Jason Kidd.
Il match e` equilibrato nel punteggio complessivo, ma vive di parziali dell'una e dell'altra squadra. Gli Spurs si trovano prima a rincorrere, poi a gestire. Viceversa I Nets. Entrambe le formazioni non sembrano ideate per la gestione dei vantaggi. Sicuramente non lo e` san Antonio, che rischia (per l'ennesima volta) di sprecare un considerevole vantaggio (73-62 dopo una bomba di Parker) facendosi rimontare nel finale.
Poi negli ultimi minuti, come detto, tutti in piedi ad applaudire Emanuel Ginobili.
LA CHIAVE DELLA PARTITA
La transizione difensiva degli Spurs e` l'ago della bilancia della serie. Il contropiede e` tamonato egregiamente.
Sicuramente I Nets hanno bisogno che Kidd vinca la sfida contro Parker, non tanto alivello di punti a referto, quanto di leaderschip in campo. L'impressione e` che Kidd subisca un po` troppo il francese, soprattutto nei momenti chiave dell'incontro. Ieri nel terzo quarto, Jasone ha concesso troppa liberta` di movimento a Parker, passamdo spesso dietro il blocco del pick and roll e pagando caro il tiro del suo avversario.
Altra chiave di lettura, una volta spento il contropiede, e` il tiro da fuori dei Nets. Con Duncan e Robinson i "volatili diabetici" in zona pitturata aumentano di minuto in minuto. E`impressionante vedere da vicino quanto la loro presenza in area cambi le scelte avversarie. I Nets devono trovare continuita` sul perimetro, ieri in parte ci sono riusciti , ma non a sufficienza.
IL MIGLIORE
Tony Parker. Classe 1982 il play francese si sta dimostrando prontissimo per l`appuntamento piu` importante della sua carriera. Lo scontro con Kidd, per il momento, e` a suo favore. Ieri non ha forzato penetrazioni sui giochi a due, ha preferito conclusioni perimetrali,oil ribaltamento tenendo vivo il palleggio. I risultati gli hanno dato ragione. Chude la gara con 26 punti, molti dei quaili segnati nei momenti cruciali, dove Tony sembra esaltarsi ed esprimere al meglio tutto il suo potenziale.
IL PEGGIORE
Tolto Kenyon Martin, autore di una signora prova, e` stato il reparto lunghi dei Nets il tallone d'achille di New Jersey. Mutombo e Jason Collins, hanno subito la presenza in area di Duncan e Robinson. Dikenbe in particolare, non e` riuscito a far partire il suo ditone tergicristallo, in attacco si e` limitato a ribaltare la palla e oltretutto si e`beccato in faccia il poster della serata. Firmato Malik Rose, robe dei matti.
In casa Spurs, un po` sotto le righe Bruce Bowen. Manca il suo apporto in fase offensiva, ma in difesa va venire gli occhi lucidi dall'emozione (3 minuti su Jefferson da manuale)
LA SORPRESA
Anche se vera sorpresa non si puo` parlare, credo che una menzione in questa "rubrica" la meriti Speedy Claxton. Giocatore abbastanza simile a Parker, non sempre sotto I riflettori del grande pubblico (e visti I compagni si puo` comprenderne la ragione). In gara 3 il suo contributo e` stato decisivo. Nel secondo quarto ha dato punti importanti, in un momento in cui si segnava poco, trovando canestri difficili, spesso al termine dei 24".
LA DELUSIONE
Visto sopattutto gara1, la delusione e` stata Rodney Rogers. Il suo tiro dalla distanza non ha mai impensierito gli Spurs, e di conseguenza non e` riuscito a chiamare fuori dall'area il suo diretto marcatore, caratteristica preziosissima, soprattutto in una serie contro Duncan e Robinson.
Certamente la responsabilita` di una sconfitta dei Nets non puo` pendere su Rogers, giocatore importante, ma uscente dalla panchina. Tuttavia le sue caratteristiche potrebbero risulare decisive, cio` non e` accaduto ieri, ma ci aspettiamo un impatto differente nelle prossime gare.
MERCOLEDI` GARA 4
Mercoledi` sera andra` in scena gara 4, sempre alla Continental Airlines Arena. Il planning delle finali e` il consueto delle sfide al meglio delle sette gare tra franchigie di conference diversa, 2-3-2. Sicuramente la serie vedra` le 3 partite in programma in casa Nets, giocarsi, e per noi che siamo qui e` manna al cielo.
Tatticamente Byron Scott dovra` preparare I suoi ad essere piu` incisivi nell`attaccare a difesa schierata. Soprattutto ad essere pronti alle 'spruzzate" di zona che Popovich propone (quasi sempre con Ginobli in punta sulla 3-2). Gli Spurs usano un adeguamento classico, mandano la palla sul fondo mutando la zona fronte dispari ad una 2-3 molto elastica. Il centrale della prima linea difensiva si adegua schiacciandosi in area, spesso andando a raddoppiare il post basso di riferimento. Sara` necessario per Byron Scott trovare delle contromisure adeguate a questi moduli.
Avendo una difesa granitica sotto I tabelloni, San Antonio puo` permettersi di essere particolarmente aggressive sulla palla. Cio` vuol dire che gli esterni Nets non possono "passare" l'uno contro uno, o il tiro dal perimetro, New Jersey ha bisogno di prendere ritmo e fiducia con I suoi esterni e di correre, correre e correre.
K-Mart sta giocando una serie spettacolare. Anche ieri e` stato ampiamente tra I migliori, ma averlo come prima scelta offensiva, quando nella propria meta` cura Duncan, rischia di limitarlo nel quarto periodo, per falli e per stanchezza.
San Antonio per contro deve cercare di gestire meglio I punti di vantaggio che spesso acculula. Forse la strategia migliore e` quella di giocare come se non li avesse, ma pare non sia cosi` facile. La sua rotazione dalla panchina e` nettamente superiore rispetto a quella dei suoi avversari, e cio` deve essere fatto pagare nel refrto finale.
Siamo pronti per gara4, questa volta il traffico della Grande Mela non ci impedira` di essere nell'Arena con ampio anticipo, per non perdere neanche un minuto di questo spettacolo incredibile. Lo show non solo di basket, messo in piedi nella Continental, ci ha ricordato quanto siamo ancora lontani dalla cultura sportiva statunitense, e senza fare nessuna dietrologia c'e` da imparare, non poco.