Ricky Davis, genio e sregolatezza per i Cavs…
Un'annata storta? Un'estate non utilizzata al meglio per affrontare una difficile e insidiosa season? Un pubblico, quello della Gand Arena, non adeguatamente coinvolto e vicino alla squadra?
No, no, no. Nulla di tutto ciò, i presupposti coi quali la squadra dell'Ohio aveva iniziato la stagione erano tutt'altro che negativi e sconfortanti: a settembre sembrava che questa fosse la stagione della svolta dopo che dal draft erano arrivati il bomber da Memphis DaJuan Wagner e la polivalente ala Carlos Boozer, e dopo lo scambio che aveva portato Darius Miles ai Cavs per Andre Miller.
Il gruppo di talentuosi giovani come Ricky Davis, Chris Mihm e Jumaine Jones avrebbe dovuto completare la rotazione del roster, con il tanto atteso reinserimento del lituano Zydrunas Ilgauskas.
A capo della squadra l'effervescente coach Lucas, appoggiato saldamente dalla dirigenza-Paxson durante l'estate salvo poi ritrovarsi esonerato dopo il 9-34 di inizio stagione e sostituito dal malcapitato Keith Smart, assunto come traghettatore per l'ultima parte della stagione.
Le cause di questa ennesima disfatta sono probabilmente da attribuire alla giovanissima età -media del roster, nel quale solo Michael Stewart arriva a contare più di 4 stagioni tra i pro, ma anche al fatto che diversi giocatori non hanno reso secondo le aspettative.
Tra questi sicuramente Darius Miles, mai integrato perfettamente negli ingranaggi della squadra; da lui, alla terza stagione Nba, la dirigenza si aspettava un salto di qualità e un'annata da protagonista e invece il fenomeno da East S.Louis HS si è espresso a livelli decisamente più bassi.
Discorso diverso invece per Ricky Davis, una delle rivelazione dell'anno e candidato per il premio come “Most Improved player”, giocatore più migliorato, che viaggia ora sui 21.2 a sera, e per “Z”, uno dei migliori lunghi ad Est ed unico rappresentante dei Cavs all'All Star Game.
L'unica pecca da attribuire alla dirigenza dei Cavs è forse quella di non aver inserito all'interno del gruppo un vero e proprio leader, che era venuto a mancare con la cessione estiva di Lamond Murray, capace di dar spirito e morale allo spogliatoio nei momenti buii di una stagione.
A questo punto Cleveland, 14-58 nel momento in cui scriviamo, punterà sicuramente alla lotteria lasciando terminare la stagione allo sfascio e andando cosi a pescare molto probabilmente la prima scelta che potrebbe essere il nuovo “fenomeno” Lebron James.
Ad una prima analisi la situazione che andrebbe a prospettarsi per lui non sarebbe delle migliori in quanto Lebron andrebbe a inserirsi in un contesto sicuramente giovane e spettacolare ma con il rischio a questo punto di andare a creare una squadra acerba per un campionato Nba: un quintetto con Wagner, James, Miles e Ilgauskas non sarebbe male anche se ci sarebbe da risolvere il nodo legato al playmaker titolare, ma il problema sarebbe sempre legato all'età .
A questo punto si aspettano mosse sul fronte scambi estivi, con l'arrivo magari di qualche giocatore che possa portare esperienza e fare da chioccia alla nidiata di giovani. Al momento la dirigenza dei Cavs, oltre a un'occhio al mercato dei free-agent, starebbe vagliando la possibilità di qualche trade, che possa magari coinvolgere il sopracitato Miles, che con l'arrivo di James potrebbe non trovare spazio nella prossima stagione.
Comunque vadano le cose solo il draft ci saprà dire se e come splenderà la stella di Lebron nel cielo dell'Ohio…