Doc Rivers ha avuto qualche screzio con McGrady dopo la partenza di Miller
T-Mac e Rivers, che bambini!
Sicuramente tutti sanno quanto T-Mac e Mike Miller fossero (e siano ancora) amici… nulla da stupirsi allora quando si viene a sapere che Tracy ha preso molto male la partenza del compagno per Memphis, malumore che certo non ha inficiato le sue prestazioni (anzi… 52 e 46 nelle due partite successive), e che è stato forse in parte mitigato dalle ottime prove dei due nuovi acquisti, Gooden e Giricek, che, in coppia, forniscono un ottimo contributo a rimbalzo (17-18 rodman, o forse sarebbe meglio dire wallace), proprio ciò di cui più i Magic necessitavano, oltre che un buonissimo apporto offensivo.
Certo fa sorridere il fatto che il futuro (prossimo, ma non solo) di una franchigia come quella di Orlando possa dipendere da una serie di telefonate dal contenuto piuttosto… infantile: coach Rivers ha cercato di lenire la ferita morale (sto esagerando? Ditelo eh) del suo miglior giocatore motivandolo a giocare sempre al massimo per il bene della squadra, al che si è trovato davanti (o meglio, al telefono) un Tracy un po’ titubante (dagli occhi sembrerebbe che lo sia sempre), che si chiedeva se, adesso che il suo amico Mike se ne era andato, sarebbe stato davvero in grado di portare la squadra ai playoff.
A quel punto Doc ha detto “Tracy… tu ci porterai ai playoff !” ed ha buttato giù il telefono, per poi chiamare 10 minuti più tardi, dire la stessa cosa e buttare nuovamente giù!
Passato qualche minuto ed ecco una nuova telefonata…questa volta Tracy prende la cornetta ma non risponde, si ferma un attimo, poi, senza dare il tempo a Rivers di dire alcunchè, dice “Io porterò la squadra ai playoff !”… siamo messi bene…
P.S. non posso fare a meno di dirlo: quale migliore immagine del lato negativo dell’NBA se non quella dell’ultima pubblicità dell’Adidas con T-Mac ed i suoi amici Miller (molto) e Grant (molto… meno), entrambi non più facenti parte della squadra, essendo stati l’uno scambiato e l’altro tagliato?
Quell’indeciso di Lewis.
Secondo voi ci sarebbe stato qualcosa di strano se il mitico Cuban, quando quello “strano mammifero” di Keon Clark ha segnato il canestro della vittoria 126 a 124 a 0.4 secondi dalla sirena nella recente (stupenda) sfida tra Dallas e Sacramento, avesse inveito contro Rashard Lewis?
E se avesse fatto lo stesso quando il 4 Febbraio lo stesso Clark ha segnato il canestro vincente che ha dato il 110 –109 ai Kings?
No, e non solo perché da Cuban ormai siamo abituati a sentirne di ogni genere, ma anche perché, come forse qualcuno di voi saprà , quest’estate i Mavericks erano interessati ad acquisire un ala forte di livello, nel caso “Mister” Lewis, ripiegando eventualmente su Clark (a mio, modestissimo, parere, migliore del primo).
Ma Lewis ha impiegato più di due mesi a decidere se rimanere a Seattle e diventare l’uomo franchigia post-Payton (siamo sicuri? Sorry Mr. Lewis, here comes Mr. Allen), o diventare solo uno dei tanti a Dallas, che tra le altre cose poteva offrirgli molto meno.
Al momento in cui Rashard ha gentilmente detto “no, grazie” ai Mavs, Keon era già d’accordo con i Kings, con i quali ha firmato per un biennale da 9.5 milioncini.
Melius abundare quam deficere .
Perché “The Trade” ha sicuramente fatto spuntare un sorriso sulle labbra di coach Sloan? Semplice. Sembra infatti che Seattle avesse in mente come contropartita di Payton giocatori come Gilbert Arenas o Andre Miller, decidendo poi di “ripiegare” su Allen, che comunque era già sul piede di partenza.
Questo anche perché alcune voci di corridoio hanno dato Arenas già indirizzato verso Denver, mentre Miller verso i Jazz, a prendere la (pesante) eredità di Stockton…che comunque sembra intenzionato a giocare fino al 2053…
Chissà cosa devono pensare, ad esempio, i Knicks, da anni alla ricerca di un play decente, vedendo passare dallo Utah Stockton, il cui cambio e Jackson, ed il cui “erede” sembra essere Miller.
Come se non bastasse i Jazz sono una delle 5 squadre che, insieme agli Spurs, i Nuggets, i Bulls ed i Clippers, il prossimo anno potrebbe avere abbastanza spazio salariale da potersi permettere un signore di nome Jason Kidd, anche se San Antonio sembra essere la destinazione più probabile.
Un’altra destinazione sarebbe potuta essere Seattle, dati i rapporti intercorrenti tra Kidd ed il proprietario Howard Shultz, ma dopo la trade che ha portato Allen in città , i Sonics non hanno più spazio sotto il salary cap.
Seattle potrebbe invece cercare di ottenere Jason Terry – che comunque non è che giochi volentierissimo point guard – il quale, in una recente visita alla città , ha dichiarato “Amo Seattle più di ogni altra città . La mia casa adesso è Atlanta…ma non si sa mai…”.
In effetti, non è che Atlanta quest’anno abbia fatto cose tanto mirabolanti da poter sperare di convincerlo a rimanere.
Sembra inoltre che, qualora Payton non rifirmasse per Milwaukee e Kidd non andasse a San Antonio, sarebbe proprio il n.20 dei Bucks a raggiungere Timotheo, andando a formare un duo con decisamente pochi eguali (sì, ma il povero Parker ???).
Abbiamo cambiato idea…
Se i Magic fino a qualche tempo sembravano interessati ad acquistare un ala forte di livello, in grado di segnare molto, magari difendere e, qualora ce ne fosse stato bisogno, giocare anche nella posizione di centro, come ad esempio avrebbe potuto fare un Jermaine O’Neal, sembra che i piani siano oggi abbastanza cambiati.
In seguito alla trade che ha portato ad Orlando Gooden e Giricek in cambio di Miller, ma soprattutto dopo che Drew ha egregiamente dimostrato di essere un ottimo giocatore di post, un buon rimbalzista, ma certo non uno che, nella propria metà campo, semina il panico tra gli avversari, le mire del GM John Gabriel si sono spostate su un centro che fosse più una presenza difensiva che offensiva.
Per questo prima del 20 Febbraio hanno tentato di far arrivare in città Erick Dampier (7 rimbalzi e poco più di 2 stoppate in solo 24 minuti di utilizzo), o magari il cambio dello stesso Dampier, Adonal Foyle (6 rimbalzi e 2.4 stoppate in 21 minuti !).
Ma l’appuntamento è solo rimandato a quest’estate, quando i Magic faranno di tutto per ottenere almeno uno dei due, non solo per il bene della squadra, ma anche per far capire a T-Mac, che durante l’All Star Game non aveva fatto altro che chiedersi come sarebbe stato giocare con un centro “di peso”, come il suo amico Kobe, che il management vuole davvero costruirgli attorno una squadra competitiva.
In alternativa i Magic potrebbero cercare di firmare Dale Davis, free-agent il prossimo anno, o Keon Clark, che difficilmente andrà via dai Kings, a meno che l’idea di giocare titolare non lo stuzzichi di più di quella di avere un anello al dito (cosa che peraltro potrebbe già essere accaduta).
Fonti: Orlando Sentinel; Dallas Morning News; Salt Lake Tribune; Seattle Times; New York Daily News