Brutto momento per Yao e compagni"
Houston @ San Antonio 82-87
Houston @ Dallas 86-107
Houston @ Detroit 74-98
L'All Star Game 2003, il tradizionale appuntamento di febbraio con i migliori giocatori della Lega, evento che da sempre garantisce un livello di spettacolarità senza eguali, grazie alle magie dei campioni in campo, è sempre più vicino e, per Steve Francis e Yao Ming sarà un evento da ricordare dato che entrambi faranno parte del quintetto titolare della selezione della Western Conference; vista la settimana appena trascorsa, è uno dei pochi motivi per i quali i due possono sorridere; dopo quattro vittorie consecutive si pensava che la squadra avesse definitivamente trovato la propria dimensione, con un equilibrio tecnico-tattico in grado di garantire quella continuità la quale, nei mesi passati, era sempre mancata, portando così a vittorie entusiasmanti ma anche a sconfitte inopinate.
Purtroppo per i razzi i buoni propositi non si sono (per ora) concretizzati e la squadra ha chiuso l'ultimo ciclo di partite con tre sconfitte difficili da digerire.
Dopo i fuochi artificiali della vittoria in OT sui Lakers i Rockets erano attesi da tre partite difficili, in particolare le sfide con San Antonio e Dallas, le altre due squadre del Texas, rappresentavano un test impegnativo, da cui trarre indicazioni importanti per il futuro della stagione; se la sconfitta con gli "speroni" è stata di misura, degna di nota peraltro la rimonta dei "panchinari" nell'ultimo quarto con Francis e Yao in panchina, il ko contro la corazzata di coach Nelson fa invece capire come la distanza tra queste due squadre sia, per il momento, incolmabile.
Yao Ming, limitato da Raef LaFrentz, utilizzato al posto del "birillone" Shawn Bradley per contrastare la Grande Muraglia, sembra aver perso quella lucidità e quella freschezza che avevano caratterizzato il suo brillante avvio di stagione ma ritengo sia solamente un problema di stanchezza, dunque facilmente risolvibile, anche perché è volontà di Tomjanovich quella di concedere un break al rookie venuto dall'Oriente.
Contro Dallas hanno inoltre fatto scalpore le 26 palle perse di Houston, delle quali i Mavs hanno ampiamente approfittato, chiudendo la gara con un solido 107-86.
Contro i Pistons invece la luce in cabina di regia si è spenta definitivamente e il 98-74 finale ha rappresentato il degno finale per una sette giorni da dimenticare in fretta.
E' davvero una squadra strana Houston: i giocatori di talento abbondano, basti pensare a Francis, Ming e Mobley, i primi due futuri protagonisti alla "Gare delle Stelle", senza dimenticare Cato, Norris e Posey ( quest'ultimo giunto alla corte di Rudy Tomjanovich a stagione in corso).
Eppure, a guardare gli ultimi risultati, sembra che il gruppo si disunito, non a causa di malumori interni allo spogliatoio, ma perché i giocatori sono ancora alla ricerca di un chimica di squadra, una componente necessaria affinché il fiume di talento possa finalmente scorrere senza ostacoli.
Fino ad ora i texani hanno dimostrato di essere la classica "incompiuta", accoppiando vittorie contro avversari di rango superiore a dure lezioni di gioco, tattica e concentrazione, inflitte da squadre meno dotate dal punto di vista tecnico ma capaci lo stesso di infliggere pesanti sconfitte.
Fare previsioni risulta alquanto difficile ma i prossimi impegni in trasferta contro Chicago e Memphis (già vittoriosa 108-104 lo scorso dicembre in OT) rappresentano per Houston due "must win games", due "make or break situations", per non perdere ulteriore contatto con chi sta davanti in classifica e, soprattutto, credibilità nei confronti di stampa e tifosi.
Il modo migliore per arrivare con il morale alle stelle alle sfide successive con Dallas, Minnesota e Sacramento sarebbe quello di vincere in modo netto i due incontri di cui sopra, dando finalmente l'impressione di essere un gruppo compatto e non un insieme di campioni che spesso e volentieri si smarrisce, perdendo serenità e determinazione.
Come ha sottolineato Maurice Taylor, per andare avanti nella postseason bisogna essere in grado di vincere tre o quattro gare di fila e attualmente la squadra da questo punto di vista fatica parecchio.
"E' pazzesco - si è sfogato Taylor - non sono mai stato in una squadra come questa, capace di passare da un estremo all'altro. Davvero pazzesco. Non so spiegarlo. Puoi soltanto sperare che le cose vadano meglio, che ci sia una maggiore determinazione perché per come stiamo giocando non faremo mai una striscia di vittorie".
E' tempo dunque di rimboccarsi le maniche perché il treno dell'NBA è in continuo movimento e non sono ammesse troppe fermate; sarà un lungo viaggio che dovrà assolutamente concludersi alla stazione dei playoff, con la speranza che da ora in poi il meteorologo Tomjanovich riesca a trasmettere ai giocatori la giusta consapevolezza nei propri mezzi, in modo da evitare ulteriori fastidiosi rovesci.
Stay tuned!