Michael Doleac sta disputando una buona stagione nella Big Apple…
Continua la permanenza dei New York Knicks nel limbo compreso tra playoffs e lotteria, ma sempre di più tra una presa in giro e l'altra.
Partiamo dalle facili ironie.
Un noto bimensile italiano ha dato dei pagliacci ai giocatori bluarancio, consigliandoli di non farsi vedere nei dintorni del Madison Square Garden quando l'impianto è teatro di show circensi: potrebbero essere scambiati per i clown.
Poi è il turno di Bill Walton, noto ex giocatore ed oggi commentatore "di colore" ha dichiarato: "cos'hanno in comune Fredric Weis e Nene Hilario? Che ambedue sono stati scelti dai Knicks al posto di due giocatori migliori, Ron Artest ed Amare Stoudemire".
Certo, col senno di poi sono tutti bravi a parlare, ma onestamente ci sentiamo di condannare solo la scelta del francese Weis (mai un minuto di NBA giocato) al posto del guerriero Artest, ma non la scelta di Hilario per arrivare ad Antonio McDyess, tanto più che nessuno poteva pensare ad uno Stoudemire così d'impatto forse neppure sul lungo periodo, figuriamoci al primo anno.
New York, 13-21, ha sorpreso un po' tutti andando a vincere a Houston e Philadelphia, battendo sul terreno amico San Antonio ed infliggendo un +20 alla malcapitata Toronto. Le sconfitte invece sono arrivate nella maggior parte dei casi per pochi punti di scarto (Indiana, Orlando e Milwaukee in trasferta, Portland e Washington in casa), oltre a debacle più nette (a Dallas e con Miami).
Più di un tifoso si è detto scontento quando la squadra vince e questo la dice lunga sia sulla fiducia in chiave playoffs, sia su cosa vuole veramente il supporter medio di Spree e compagni: la lotteria.
Siccome poche righe più in alto è uscito il nome di Artest, evidenziamo un succoso retroscena sul giocatore di Indiana. Il 3 gennaio New York si impone 98-96 su Pacers. Latrell Sprewell domina la gara con 25 punti, 7 assists e 5 rimbalzi. Indovinate chi era il suo marcatore? Proprio Artest che, oltre ad essere uno dei migliori difensori della Lega, è anche newyorkese doc.
Il buon Ron pensa bene di scagliare sul parquet un monitor di servizio a fine gara, cosa che gli costa una salatissima multa e una squalifica per tre gare.
Note finalmente positive arrivano da Michael Doleac: l'ex-Orlando pare aver risolto gli acciacchi muscolari della prima parte di stagione ed è stato uno dei protagonisti chiave nella vittoria contro gli Spurs, grazie alla sua superba difesa su Tim Duncan nell'azione del possibile canestro-vittoria degli Spurs sulla sirena (96-95 il risultato finale).
Ma come al solito in questo spazio dobbiamo tessere le lodi a Spreewell. Sempre più multidimensionale, ha portato a quasi 5 gli assist smazzati per sera ed è stato per cinque volte il miglior realizzatore dei suoi nei match disputati dal nostro ultimo report.
Fantastica la sua prova a Philadelphia: 31 punti, 7/13 da tre e 8 assists. Ma in quella serata ha brillato pure Allan Houston, autore anch'egli di 31 punti. Houston resta il top scorer della franchigia (quasi 22 punti di media).
Com'era prevedibile, perde sempre più minuti Lee Nailon.
Il rientro di Spree ha naturalmente ridotto il suo impiego, accentuato tra l'altro dal fatto che Latrell resta in campo più di ogni altro giocatore (38 minuti). Il resto del roster si è mosso in quest'ultimo lasso di tempo senza particolari sussulti rispetto alle precedenti puntate.
Il fronte mercato si è infine arricchito di un'altra indiscrezione, e cioè l'interessamento dei Knicks verso il solito uomo d'area, da prendere via trade, usando come pedina di scambio l'eccezione medica da 4.5 milioni di dollari: Andrew DeClerq.
L'accordo era vicinissimo prima del 3 dicembre (giorno ultimo per usare la medical excepion), ma pare che sia stato il proprietario James Dolan ad invalidare lo scambio per non aumentare un monte salari già ben oltre al collasso.
Cosa abbia spinto la dirigenza a cercare un giocatore praticamente uguale a Doleac (con meno tiro ma un po' più rimbalzista) non ci è particolarmente chiaro, ma ormai è normale come ogni cosa che interessi le alte sfere diettivo-dirigenziali della franchigia della Big Apple.
Per fortuna, l'intervento di Dolan è stato provvidenziale, anche se dettato più da un interesse meramente economico che non da considerazioni cestistiche. Infatti, già con questi 12 giocatori, il miliardario owner si troverà a pagare più di 40 milioni di dollari in tasse per effetto della futura luxury-tax che entrerà in vigore dalla prossima stagione (il tetto salariale è di 53 mila dollari, ma attualmente gli stipendi dei Knicks ammontano a 93 mila e la tassa è di un dollaro per ogni" dollaro che superi i 53 mila).
Dolan, spaventato dalla cifra, ha imposto al General Manager Scott Layden di non far lievitare ulteriormente questa somma e, se proprio vuole qualcuno, di ottenerlo con una trade tra giocatori, che ovviamente deve avvenire a parità di stipendi.
Ma a discapito di tutto quello detto e fatto dall'estate scorsa ad oggi, o più precisamente da quello sfortunato rimbalzo catturato ma finito male di metà autunno, McDyess ha sorprendentemente dichiarato che forse sarà pronto per marzo. Fantamedicina, fantachirurgia o semplicemente fantabasket?