Gli anni cominciano a farsi sentire anche per King Karl…
Dopo 18 anni il Postino non è proprio passato, gli Utah Jazz non ha ricevuto nulla dalla posta. Per la prima volta nella sua lunga e straordinaria carriera Karl Malone, "The Mailman", ha chiuso una partita NBA con nessun punto a referto. Se si pensa che è il secondo ogni epoca per punti segnati dietro solo a Kareem Abdul-Jabbar, il dato fa quasi sensazione.
Nella sconfitta domenicale contro i Seattle Sonics, Malone ha sbagliato tutti e 7 i tiri tentati, non avendo a disposizione nemmeno un tiro libero (lui che ne ha tirati più di tutti nella storia NBA) e rimanendo in panchina praticamente tutto il secondo tempo, dopo che gli arbitri gli avevano fischiato il terzo fallo all'inizio del 3° periodo.
Certo se coach Sloan non gli avesse risparmiato tutto il secondo tempo e soprattutto se Malone avesse tentato più tiri e attaccato come il suo solito il canestro alla ricerca del fallo, forse, questo record negativo personale non si sarebbe mai materializzato.
Per un giocatore che nella sua carriera viaggia a 25,6 punti di media, non riuscire a trovare mai la via del canestro deve essere molto frustrante, ma Malone non ne ha fatto un dramma e ha dichiarato: "Qualche volta pensi che possa succedere nella tua carriera, ma non devi dargli molto credito e dimenticarlo in fretta.". D'altro canto dei 4 migliori realizzatori ogni epoca, solo Jordan non ha mai subito l'onta dello 0 nello score personale, due autentiche macchine da canestri come Kareem e Wilt Chamberlain fanno compagnia ora a Malone, rendendo meno amara la serata.
Una serata e una partita quella con Seattle che per Malone non ci sarebbe mai dovuta essere, se il 34 dei Jazz non fosse uno che non si tira mai indietro in nessuna battaglia, uno che ha saltato solo 3 partite (compresa l'ultima con Detroit di mercoledi) in 13 anni. The Mailman aveva una principio di influenza che lo aveva attanagliato nei giorni recenti alla gara, anche se non gli aveva impedito di realizzare 26 punti nella vittoria contro Golden State il giorno prima, prima della sfida con i Sonics aveva avuto problemi di stomaco e le sue gambe non giravano come al solito.
Il pensiero di non scendere in campo gli era venuto, ed era venuto anche a coach Sloan, ma la testardaggine del 39enne compagno di John Stockton è conosciuta e gli ha impedito di prendere una decisione che, a conti fatti, avrebbe mantenuto la sua carriera linda da questa macchia. Proprio per questo Sloan lo ha tenuto riposo nel secondo tempo della partita, proprio per preservarlo per il futuro, che a 39 anni inizia ad essere molto più sofferto rispetto ad un tempo.
Le 4 partite giocate in 5 giorni dai Jazz sono troppe per un giocatore all'apparenza indistruttibile, ma che alla sua età ha un bisogno fisiologico di staccare la spina, soprattuto se vuole mantenere la forma per tutta la regular season, e soprattutto perché in questo momento è forse l'unica vera arma offensiva di Utah.
La partenza di Donyell Marshall, lasciato andare con troppa facilità , ha aperto un buco a livello di punti e rimbalzi che Kirilenko non è riuscito ancora a colmare, Stevenson e Collins non stanno entusiasmando in attacco, anche se il centro ex Stanford si sta mettendo in luce difensivamente, lo stesso Stockton ha perso (naturalmente) molta pericolosità in attacco, dovuta al fatto che i suoi 40 anni si sentono a livello di gambe, contro gente che ha 10 anni di meno e un atletismo superiore. Così il vecchio Karl non può permettersi passi falsi e, forse proprio per questo, non ha voluto fermarsi nemmeno contro Seattle e nemmeno contro l'influenza. Come sempre nella sua carriera ci ha messo la faccia, in primo piano, ma stavolta gli è andata male.
Un giovane come Rashard Lewis, che ha visto Malone giocare fin da quando era bambino, non può credere alla notizia datagli del primo 0 in punti del Postino: "Ho vissuto tutta la sua carriera e non l'avevo mai visto scendere sotto i 10 punti, questa non era proprio la sua serata.", ma coach McMillan sapeva che per il duo Stockton-Malone un periodo così ravvicinato di partite poteva farsi sentire e mettere pressione fin dalle prime battute ai Jazz poteva regalare ai Sonics la vittoria.
Utah sta cercando di costruire un gruppo giovane che possa sopperire all'inevitabile e molto vicino addio della fantastica coppia che ha portato i Jazz nell'elìte NBA, ma purtroppo il processo sembra lento, anche se probabilmente in questa stagione Utah non raggiungerà i playoff, sarebbe la prima volta durante la carriera di Stockton e Malone, e molto probabilmente potrà usufruire di una scelta alta al prossimo draft che gli permetta di pescare un giocatore dalle potenzialità elevate per poter costruire un roster per lo meno competitivo.
In cuor suo, Malone sa che partite come questa (era dall'anno da matricola che non scendeva così in basso in fatto di punti segnati) potrebbero ripetersi, sicuramente non in questi termini ma vicini, sa che il calendario fitto di partite NBA non regala nulla e l'età si fa sentire eccome, per cui presumibilmente dovrà saltare qualche gara per rifiatare, sperando che i suoi compagni riescano a sostituirlo in qualche modo.
Comunque se le cose non dovessero girare bene, non si tirerà indietro, perché non lo ha mai fatto, è nella sua natura, ed è per questo che è diventato uno dei più forti giocatori di sempre, ed anche per questo che la serata coi Sonics rimarrà nella storia personale e dell'NBA, l'unica finora in cui "The Mailman" non ha consegnato posta per Utah.