I Latinos della MLS per l'ASG 2010: Olave (RSL), Gonzà¡lez (Galaxy), Ferreira (Dallas), Pappa (Fire), Barros Schelotto (Columbus), àngel (Red Bulls), Morales (RSL), Moreno (D.C.) e Conde (Fire)
Per il piacere degli appassionati di calcio in America e non solo, continuano gli incontri con in campo squadre MLS e alcuni dei top team europei, in una serie che come nella la Summer Feast of Soccer del 2009, vede gli enormi stadi della NFL riempirsi all'inverosimile, a dimostrazione di una passione per il calcio impensabile fino a 20 anni fa.
Si gioca infatti stasera nel tutto esaurito del Reliant Stadium di Houston (TX), l'All Star Game 2010 tra le stelle MLS e gli inglesi del Manchester United. Gli appassionati di sport USA, dal basket al baseball passando per il football (un po' meno), da sempre impazziscono per l'All Star Game. Ma il calcio innanzitutto non è uno "sport USA" per antonomasia, cioè non è nato oltreoceano, e i puristi del calcio di fronte ad un tale evento da sempre alzano il sopracciglio. Basti pensare all'esperimento ripreso e abbandonato a fine anni '80 della Nazionale di Lega. Ma tant'è, siamo negli USA, e la MLS sin dal suo debutto ha aperto le porte all'All Star Game annuale, che dal 1996 ad oggi si è svolto nei modi più diversi.
Quando la MLS prese il via, nel 1996, il format scelto fu inevitabilmente quello classic di East contro West, che consentiva di mettere in campo il meglio della lega in un match privo assolutamente di schemi difensivi. Ed ecco risultati come il 5-4 per l'East del 1997, il 6-4 per la West nel 1999 o il 6-6 del 2001, per non parlare poi del 9-4 per l'East nel 2000. Ridicolo. In mezzo il tentativo del 1998, con il confronto tra i migliori americani che militavano nella MLS e le stelle straniere, apparso assai squilibrato e terminato 6-1 in favore degli americani.
Da allora la MLS ha deciso di puntare sul fatto che il calcio, a differenza degli altri sport USA, ha respiro internazionale e che quindi in giro per il mondo c'era ottimo materiale su cui lavorare attraverso l'organizzazione di amichevoli di alto livello. Assai più facile che vedere le stelle della NBA contro il resto del mondo (ma chissà che un giorno") o quelle della NFL contro le stelle (?) della Canadian League.
Il primo All Star Game con ospite straniero è del 2003, con ospiti i messicani del CD Guadalajara, sconfitti 3-1 nel tutto esaurito dell'Home Depot Center. Un successo per gli organizzatori. Dopo un breve passo indietro al formato East/West nel 2005, la MLS ha messo nel mirino la Premier League, il cui campionato è il più seguito dai tifosi americani. Primo ospite il Fulham dei ragazzi di casa Carlos Bocanegra e Brian McBride, battuto 4-1, e nel 2006 addirittura il Chelsea di Claudio Mourinho, superato per 1-0 con gol di Dwayne de Rosario nell'appena inaugurato Toyota Park. Da dimenticare nel mezzo, nell'agosto 2005, la trasferta a Madrid e la sconfitta per 5-0 subita dalle MLS All Stars, invitate per la XXVII edizione del Trofeo Santiago Bernabéu contro il Real Madrid. Nel 2006 infine, ancora una vittoria, stavolta per 2-0, sul Celtic Glasgow, grazie ai gol dei colombiani Juan Pablo Angel e Juan Toja. Nel 2008 infine, è toccato al West Ham (vittoria 3-2 per le All Stars), con Beckham in campo per la prima volta in un All Star Game e tutte le televisioni presenti per seguirlo. L'ultimo avversario, nel 2009, è stato l'Everton, uscito vittorioso dal match solo ai rigori (1-1 i tempi regolamentari), con errore fatale per stelle MLS dello svedese Fredrik Ljungberg. La scelta di giocare contro team stranieri si è quindi dimostrata la migliore sia per i giocatori, motivati dalla grande vetrina e dall'orgoglio di rappresentare un campionato spesso sottovalutato. Attenzione però, perché comunque sempre di un'amichevole parliamo.
Numerose le defezioni quest'anno, a causa del solito incasinamento del calendario MLS (vedi la CONCACAF Champions League in questi giorni, con i Los Angeles Galaxy umiliati ieri in casa Puerto Rico e i Seattle Sounders in campo quasi in contemporanea controil Metapà n). La rosa, che sarà guidata stasera, come l'anno scorso, dal coach dei Los Angeles Galaxy Bruce Arena vede i seguenti nomi.
Portieri: Donovan Ricketts (Los Angeles), Nick Rimando (Real Salt Lake).
Difensori: Omar Gonzalez (Los Angeles), Chad Marshall (Columbus), Jamison Olave (Real Salt Lake), Kevin Alston (New England), Heath Pearce (Dallas), Wilman Conde (Chicago),
Centrocampisti: Dwayne De Rosario (Toronto), Javier Morales (Real Salt Lake), Marco Pappa (Chicago), Guillermo Barros Schelotto (Columbus), David Ferreira (Dallas), Brad Davis (Houston), Shalrie Joseph (New England), Jeff Larentowicz (Colorado), Bobby Convey (San Jose).
Attaccanti: Landon Donovan (Los Angeles), Edson Buddle (Los Angeles), Sebastien Le Toux (Philadelphia), Juan Pablo Angel (New York), Jaime Moreno (D.C. United), Brian Ching (Houston).
Niente David Beckham ovviamente, che rientrerà solo nel 2011, e niente spazio per gli ultimi arrivati come il francese Thierry Henry e lo svizzero Blaise Nkufo.
La MLS ha poi resono noti i nomi di altre 7 All Star che però non giocheranno ma riceveranno un premio in denaro ai sensi del recente MLS Collective Bargaining, e sono: Jimmy Nielsen (P-Kansas City), Kasey Keller (P-Seattle), Joel Lindpere (C-New York), Robbie Rogers (C-Columbus), Freddie Ljungberg (C-Seattle), e gli attaccanti Fredy Montero (Seattle) e Conor Casey (Colorado).
Nonostante le MLS All-Stars arrivino al match con alle spalle solo qualche allenamento insieme per trovare la chimica giusta, quando in campo c'è un gruppo con Landon Donovan e Juan Pablo Angel davanti, assistiti a centrocampo da Guillermo Barros Schelotto, Dwayne De Rosario, Shalrie Joseph, Sebastian Le Toux (per lui rivincita col MUFC dopo pochi giorni dal match perso a Phila) e l'ex Reading Bobby Convey, qualche bella cosa si dovrebbe vedere, con sicuramente la voglia di mettersi in mostra per il mercato europeo in un match trasmesso in mezzo mondo.
Le MLS All Stars si troveranno però di fronte un avversario durissimo, un Manchester United ancora alla ricerca della forma migliore, con molti assenti reduci dai Mondiali e con alle spalle le poche partite del tour americano dopo alcuni giorni di lavoro atletico a Chicago. Nella prima uscita al Rogers Centre di Toronto (39.139) ha superato il Celtic per 3-1 (Berbatov, Welbeck, Cheverley, e Samaras per gli scozzesi) e il 21 luglio davanti ad un cospicuo pubblico (44.213) ha superato sempre di misura i Philadelphia Union al Lincoln Financial Field, con una rete del giovane francese Gabriel Obertan poco dopo una decisiva parata del portiere Tomasz Kuszczak.
Preoccupante invece la sconfitta del Manchester United contro i Kansas City Wizards. Tanto più preoccupante considerando che sì lo United era privo dei reduci dai Mondiali Wayne Rooney, Nemanja Vidic e Patrice Evra, ma in campo c'era gente quale Ryan Giggs, Paul Scholes, Berbatov e la giovane (22 anni) stella messicana Javier “Chicarito” Hernandez, e con KC addirittura in 10 sin dal 41' del primo tempo (espulso Jimmy Conrad per fallo da ultimo uomo su Berbatov che è valso anche il momentaneo pari dei Red Devils).
Alex Ferguson ha incolpato della sconfitta l'inesperienza del gruppo, la fatica del tour e il tremendo caldo umido di Philadelphia di pochi giorni prima. Sicuramente però l'allenatore scozzese non acetterà dai suoi un'ulteriore prestazione negativa stanotte a Houston, anche perchè con l'esordio in Premier League previsto per il 16 agosto contro Newcastle è tempo che i Red Devils inizino a mostrare un po' di gioco.
Si gioca alle 2.30 del mattino italiane. Per i nottambuli diretta dalle 2.25 su SKY Supercalcio, altrimenti replica giovedì alle 20.30 su SKY Sport 1.