Steve Ralston, recordman di presenze e assist della MLS
È rimasto il solo Jaime Moreno a DC, che però arrivò a metà stagione. A fine campionato 2009 erano invece in tre, visto che c'erano anche Jesse Marsch, ritiratosi e ora assistant di Bob Bradley in Nazionale, e Steve Ralston (altri due presenti dal 1996 Ante Razov, non ufficialmente ritiratosi ma infortunato da mesi e senza contratto, e Zach Thornton, hanno saltato un anno in carriera). Parliamo degli Original, quei giocatori presenti nella MLS sin dalla prima stagione, nel 1996.
Proprio Ralston è la perdita maggiore. Reduce da un brutto infortunio (legamenti, lo scorso 26 settembre contro Seattle), la bandiera dei New England Revolution a 35 anni ha deciso di rifiutare l'offerta di rinnovo dei Revs per tornare a casa, in quell di St. Louis, accettando di contribuire al lancio del soccer nella culla del calcio americano, al via quest'anno nella USSF Div. II con l'AC St. Louis di Jeff Cooper, guidato in panchina da Claude Anelka.
Dicevamo la perdita maggiore perché Ralston non è uno qualsiasi. È infatti il recordman di presenze in MLS, ben 378 con 76 gol, negli assist (135, davanti ai 115 di Carlos Valderrama), match giocati dall'inizio (372) e minuti (33.143). Una carriera spesa quasi tutta all'ala destra, per poi finire nelle ultime due stagioni quale playmaker a centrocampo, la stessa posizione in cui aveva iniziato al college. In campo in tutte e 4 le finali di MLS Cup perse dei Revs (2002, 2005, 2006 e 2007), Ralston era sbarcato a New England nel dispersal draft del 2002 dopo sei anni con il Tampa Bay Mutiny, chiusi alla fine della stagione 2001. Con la Nazionale USA il feeling non è stato proprio lo stesso, essendo sceso in campo solo 35 con soli 4 gol segnati, incluso però uno importantissimo contro il Messico nel 2005, che è valso per gli USA la partecipazione ai Mondiali 2006.
Già prima di arrivare ai Revs nel 2002, Steve Ralston era considerate uno dei migliori giocatori della Major League Soccer. Da laterale destro accanto a Carlos Valerrama formava una coppia fenomenale nel rifornire l'attacco di palle gol. Ne sa qualcosa Roy Lassiter (uno passato, brevemente, anche per il Genoa), che nel 1996 andò a segno ben 27 volte, tutt'ora record di segnature in una sola stagione. Ralston quell'anno vinse il premio di Rookie of the Year, e andando a mettere insieme 35 gol e 57 assist nei 6 anni in Florida.
Nel 2002 arriva al New England insieme all'altro figlio di St. Louis Taylor Twellman, e da subito I due formano una coppia super. Col suo ottimo dribbling e i suoi cross Ralston consente a Twellman di diventare uno dei migliori attaccanti della lega, allo stesso tempo affermandosi quale uno dei leader del campionato, mettendo a segno ben 19 assist nel primo anno a Boston, 11 dei quali messi dentro da Twellman. Con lui - e con Twellman e Clint Dempsey, grazie alla sapiente guida di Steve Nicol – i Revs si trasformano da uno dei peggior team della MLS ad essere la squadra più continua ai massimi livelli, seppur alla fine solo una US Open Cup (nel 2007) rimanga nella bacheca dei Revs.
Il suo talento lo porta in Nazionale già nel 1997, chiamato dall'allora CT Steve Sampson, ma il suo anno migliore è il 2005, quando gioca 15 partite trascinando gli USA ai Mondiali 2006 dove però Bruce Arena non lo chiama, facendogli perdere così l'ultima occasione di farsi vedere a livello internazionale. Grande la delusione per Ralston, non compensata certo dalla chiamata per la CONCACAF Gold Cup vinta nel 2007.
Con lui la MLS, e ancor di più New England, perde un leader insostituibile, e il fatto che a differenza di Marsch abbia preferito andare a giocare nella NASL (di cui fa parte AC St. Louis) dovrebbe far riflettere una lega che a volte sembra incapace di premiare i non moltissimi talenti che produce. Certo rimane l'incognita del recupero da un infortunio importante ad un'età avanzata, ma in ogni caso St. Louis si è assicurata una guida per l'oggi e per il futuro, visto che oltre a scendere in campo Ralston siederà accanto ad Anelka quale assistant coach, e assai probabilmente presto ne prenderà il posto. Per magari guidare St. Louis nella MLS il giorno che il patron Jeff Cooper sarà in grado di mettere insieme un pool di investitori adeguato, visto che il commissioner Don Garber ha detto che per la città del Missouri la porta è sempre aperta.