L'attaccante Steve Zakuani, prima scelta dei Seattle Sounders nel 2009
La stagione 2010 della Major League Soccer prenderà ufficialmente il via con
l'MLS SuperDraft 2010 che si terrà a Philadelphia, PA, il prossimo 14 gennaio.
Draft che arriverà immediatamente dopo il classico appuntamento della MLS
Combine (Ft. Lauderdale, FL, 8-12 gennaio), manifestazione che metterà in mostra
- sì, come ad una fiera - 62 top prospect della NCAA Division I. Nel 2009, 42
dei giocatori poi scelti al draft hanno prima partecipato alla Combine, e 10 di
loro sono stati scelti al primo giro.
Il college draft sin dall'inizio della MLS ha fornito giocatori di buon livello
(per gli USA) a basso costo, utili in particolare nel completare la rosa. Alcune
volte ne è uscito fuori anche qualche buon giocatore. Ma da un po' lo scenario
del calcio USA è cambiato, e di conseguenza è cambiata anche la funzione del
draft.
Cosa è cambiato? Innanzi tutto non esiste più il campionato riserve. Cancellato
dalla MLS per risparmiare soldi (!), la conseguenza è stata la chiusura per i
giovani provenienti dal college di una importante possibilità di giocare con
continuità in un ambiente professionistico. Senza il campionato riserve non c'è
invece alcuno spazio di crescita professionale per calciatori magari non ancora
pronti mentalmente e tecnicamente, e che magari hanno solo bisogno di un periodo
di adattamento. Oggi invece questa possibilità non c'è più. E molti ragazzi
marciscono per mesi tra tribuna, panchina e campo l'allenamento senza accumulare
nemmeno un po' d'esperienza utile alla loro formazione.
Un qualcosa del genere era già successo alcuni anni fa, quando la MLS decise di
chiudere l'allora Project-40 che prevedeva la possibilità per i rookies di
giocare in un team della vecchia A-League (Oggi USL 1st Division) legato alla
MLS. Fu cancellato anche l'accordo con la PDL (premier Development League), che
costituiva una qualcosa di simile a quanto avviene tra i team della MLB e quelli
del baseball di minor league baseball. La reserve league puntava a migliorare il
sistema, consentendo ai giocatori di rimanere a disposizione dei rispettivi club
MLS. Ma la chiusura è arrivata in un lampo, nel 2008, dopo sole 4 stagioni. E i
problemi si sono presto visti.
Nel nostro mondo globalizzato l'informazione è ovunque, e i club stranieri -
specie quelli scandinavi e britannici – sanno ormai perfettamente che in America
è possibile rimediare qualche ragazzotto di belle speranze a costo zero,
costituendo un'opzione impensabile fino a pochi anni fa. E così, tanti bravi
ragazzi appena usciti dal college - quindi istruiti - con voglia di giocare da
pro, consci del loro valore sul mercato, hanno iniziato ad essere attratti dalle
sirene europee. Si aggiunga poi la complessità delle regole della MLS, la scarsa
libertà di scelta, i salari da fame, ed ecco come diventi inevitabile la voglia
di cercare un'alternativa alla MLS.
Certo, è nota la difficoltà per un ragazzo di 22 anni con zero esperienza pro di
sfondare, e per questo sono sempre più gli under class a optare di
lasciare il college per tentare nella MLS o all'estero. ma senza il campionato
riserve, per un rookie è necessario entrare nella MLS già pronto, con l'adeguata
maturità , la capacità di lavorare a livello professionistico (nonostante al
college una stagione duri solo 4 mesi) , un livello tecnico e una forte dose di
competitività spesso impensabili per ragazzi in arrivo da quel tipo di
esperienza. È un peccato che molti ragazzi in uscita dal Draft si perdano poi
per strada solo perché nessuno dà loro il tempo e la possibilità di formarsi
come calciatori e professionisti.
Dicevamo del taglio dei costi. Fu questa la ragione per la quale poco più di un
anno fa la Reserve Division fu chiusa. La MLS semplicemente non ne traeva un
ritorno adeguato dal punto di vista economico. Le spese per i voli, la cronica
mancanza di giocatori per i match (Ruud Gullit una volta ha raccontato di come
si dovette convocare all'ultimo minuto un ex giocatore che ora lavora per la
biglietteria dei Galaxy), il costo per i coach e per l'amministrazione. E così
oggi non c'è più occasione e tempo per formare gente come l'attaccante Chris
Rolfe (che da 29° scelta è diventato MLS All Star con Chicago e ora è
volato all'Alborg, in Danimarca), il poliedrico Jeff Larentowicz chiamato
addirittura nel Supplemental Draft ed oggi coi Revs e in Nazionale), l'avanti
Herculez Gomez (ex LA e Colorado, appena passato ai messicani del Puebla)
o John Wolyniec, attaccante fondamentale nella c$orsa dei NY Red Bulls
fino alla finale di MLS Cup 2008. Per non parlare di uno come Jozy
Altidore (secondo giro nel 2006), partito giovanissimo nelle riserve di NY e
poi venduto dalla MLS al Villareal per oltre 8 milioni di dollari, e oggi in
Premier League all'Hull City. Se Altidore non avesse avuto la possibilità di
farsi vedere nel campionato riserve, avrebbe mai trovato spazio in prima
squadra?
Certamente giocatori del tipo Landon Donovan (peraltro mai passato dal
Draft) e Taylor Twellman, cioè il top della MLS non avranno mai problemi.
In realtà però oltre ai problemi sono arrivate le opportunità , grazie anche alla
sempre maggiore attenzione degli scout europei per il mercato americano. E hanno
ragione. Basti pensare - solo per fare un esempio - ai Revolution del 2009, dove
ancora una volta Steve Nicol è riuscito a tirar su qualche ragazzo giunto
dal nulla, ovviando così ad alcuni errori compiuti nella scelta di qualche
centroamericano dimostratosi più scarso del previsto. Sono stati infatti due
ottime scelte fatte al draft quali Kevin Alston (al primo giro, oggi in
ritiro con la Nazionale USA) e Darrius Barnes (terzo giro e nazionale
anche lui) a tenere in piedi la difesa una difesa del New England che molto
probabilmente sarebbe stata destinata a fare la fine di quella dei New York Red
Bulls. Alston sulla destra e Barnes al centro hanno retto alla grande per tutta
la stagione in una squadra in cui gli unici veri punti fissi erano Shalrie
Joseph (uscito dal secondo round nel Draft 2002) e Steve Ralston
(primo giro al Draft 2002 e preso dai Revs nell'allocation draft post chiusura
di Tampa Bay), affiancati da un gruppetto di mediocri, a parte forse Wells
Thompson, 5° scelta assoluta al draft 2007, formatosi a Wake Forest, e
dimostratosi spesso letale nel ruolo di laterale destro.
Altre storie di successo uscite dal Draft sono quelle di Maurice Edu
(prima scelta assoluta al Draft 2007 del Toronto FC), uscito dalla University of
Maryland e oggi ai Rangers Glasgow. La prima scelta di Seattle nel 2009,
l'inglese Steve Zakuani, si è presentato nel suo primo anno con 4 gol e 4
assist in 24 partite di regular season, attirando già l'interesse di alcuni club
stranieri. A Los Angeles ormai da un po' i Galaxy si abbeverano alla sorgente
della University of Maryland, allenata da Sasho Cirovski. E oggi a
reggere la difesa del team di Bruce Arena sono Sean Franklin (quarta
scelta assoluta nel 2008 e Rookie of the Year), A.J. DeLaGarza (scelto al
secondo giro) e Omar Gonzalez (terza scelta assoluta), nominato 2009
Rookie of the year.
Solo alcuni esempi, che però nei prossimi Draft potrebbero diventare sempre più
rari, a causa delle scarse possibilità - tecniche ed economiche - offerte dalla
MLS, che spingono sempre più molti giovani verso lidi lontani (si pensi ad
esempio a Marcus Tracy, possibile prima scelta lo scorso anno, che ha
invece preferito la Danimarca e oggi è in Nazionale, o allo stesso Charlie
Davies, passato dal Boston College agli svedesi del Hammarby e poi al
Sochaux, anche lui nazionale fisso prima del terribile incidente di qualche
tempo fa). Certo la MLS sembra abbia compreso in parte il problema, e la notizia
che quella di quest'anno sarà la più vasta Generation Adidas (giocatori messi
sotto contratto dalla MLS con "assicurazione" sul futuro e il cui stipendio non
conta sul salary cap) di sempre è sicuramente confortante. Ma il problema
delle seconde linee, fondamentali in una prospettiva di rose sempre più ampie
(si spera) per squadre con sempre più impegni, rimane insoluto. Al momento poi
non si vede in prospettiva una possibilità di accordo con la Division II del
soccer USA (che ha qualche problema). E purtroppo è tutto il movimento
calcistico USA a soffrirne, visto che molti atleti optano per altri sport dove
c'è maggior possibilità di sbocco e di guadagno.