La USA Bicentennial Cup

Pelé e Bobby Moore con la maglia della selezione USA alla Bicentennial Cup del 1976

Quando Pélé venne presentato alla famosa conferenza tenutasi al Club 21 di Manhattan davanti a 300 giornalisti americani ed internazionali nel Giugno del 1975, il soccer Usa e soprattutto la NASL arrivarono ad un punto di svolta. Da mediocre lega calcistica seguita da poche migliaia di spettatori, senza un contratto televisivo dopo il fallimento di “Just for Kicks” tramesso nel biennio 67-68 dalla CBS con la speranza,poi vanificata dai rating anemici di creare nell'americano medio un qualche interesse per il soccer, con squadre che ogni anno lottavano per non scomparire, la NASL si ritrovò all'improvviso nell'occhio del ciclone mediatico a livello non soltanto nazionale ma addirittura mondiale.

L'inaspettato entusiasmo per la finale della Coppa del Mondo '66 aveva fatto nascere due leghe che avrebbero poi creato la NASL nel 1968, ma dopo la prima stagione conclusasi con il fallimento di quasi tutte le squadre, era rimasta la percezione che il soccer negli Usa, nonostante la sopravvivenza della NASL, che era comunque passata dalle cinque squadre superstiti rimaste a disputare la stagione 1969 alle venti franchigie della stagione 1975, sarebbe sempre rimasto il fratello povero degli sport americani con giocatori semiprofessionisti mentre nel basket, nel baseball e nell'hockey gli atleti prendevano già  paghe da favola ed erano considerati idoli nazionali, senza contratti di sponsorizzazioni presenti già  allora nel panorama pro sport a stelle e strisce a differenza di NBA, NHL, MLB ed NFL e con medie spettatori che salvo rari casi si attestavano dai 4000 ai 7000 paganti tristemente dispersi in quei cavernosi stadi del football o del baseball, immagine che solo ora con la costruzione dei Soccer Specific Stadia pensati ed in parte realizzati dal compianto Lamar Hunt (peraltro già  presente allora come operatore/investitore dei Dallas Tornado) il soccer si è in buona parte lasciata alle spalle.

Tutto questo con l'arrivo di Pélé sembrava improvvisamente cambiato, e negli occhi del commissioner della NASL, il gallese Phil Woosnam ma anche degli altri addetti ai lavori, la possibilità  che il soccer avrebbe potuto competere entro pochi anni con gli affermati sport americani si era fatta concreta. L'arrivo di Pélé aveva portato folle mai viste salvo rari exploit peraltro ottenuti quasi sempre grazie ad amichevoli di e con squadre internazionali che venivano a disputare il precampionato negli Usa attratte dal tintinnio dei dollari. L'amichevole contro i Dallas Tornado, partita d'esordio della superstar brasiliana aveva portato 21278 spettatori al Downing Stadium di New York, a Philadelphia, con gli Atoms oramai tristemente allo sbando ed appena 6848 spettatori di media al seguito, ben 20000 persone accorsero allo stadio solo per vedere Pélé in abiti borghesi (non giocò perchè infortunato -ndr) mentre a Boston, siccome erano stati stampati più biglietti della reale disponibilità  dello stadio, si scatenò una gigantesca rissa fuori dai cancelli.

Purtroppo nessuno allora capì che la gente si precipitava allo stadio esclusivamente per vedere Pélè, non perchè interessati realmente al loro soccer team locale, e molti degli investitori pensavano che aggiungendo uno o più marquee player gli spettatori sarebbero aumentati in modo consistente tale da riempire quegli stadi, spesso non avendo le spalle coperte da una multinazionale come la Warner Bros nel caso dei Cosmos e sopravvalutando il mercato etnico, atteggiamento che circa dieci anni dopo avrebbe portato alla fine della lega e ad un altro anno zero per il soccer…

Nello stesso anno, su esempio dei Cosmos, i Boston Minutemen per far concorrenza alla squadra newyorkese avevano portato Eusebio, e i Seattle Sounders il gallese Mike England, mentre nel 1976 approdarono alla corte dello Zio Sam altri big del calcio internazionale, alcuni con ancora molto da dire, altri che invece avevano oramai già  dato il meglio di loro e cercavano solo un cospicuo ingaggio per terminare la loro carriera. Tra questi vengono ricordati Giorgio Chinaglia, campione d'Italia 1974 con la sua Lazio, un George Best ancora trentenne, il peruviano Ramon Mifflin, la stella del Queen's Park Rangers Rodney Marsh, il faro del centrocampo del Liverpool Dave Clemens e due oramai decotti eroi di Inghilterra '66, vale a dire Geoff Hurst e Bobby Moore. Questa pioggia di stelle cadenti aveva fatto crescere la media spettatori del 38%, ed aveva focalizzato sulla NASL l'attenzione dei media internazionali ma anche americani.

Segno dei tempi pochi anni più tardi sarà  la pietra miliare dello sport Usa Sports Illustrated, che dopo aver dedicato una copertina a Pélé nel 1975, nel 1979 farà  lo stesso con Giorgio Chinaglia. In questo clima di euforia generale la USSF cerca di organizzare un evento di caratura internazionale in modo da creare ulteriore interesse intorno al soccer Usa catalizzando ancora una volta l'attenzione di stampa e televisioni, al pari dell'arrivo di Pélé avvenuto solo un anno prima. L'idea è quella di organizzare un torneo con nazionali titolate in modo che possa sembrare una sorta di Coppa del Mondo.

Approfittando del bicentenario della dichiarazione di indipendenza degli Usa dalla madrepatria inglese, la USSF organizza la USA Bicentennial Cup, cercando di coinvolgere nella competizione le nazionali più titolate europee e sudamericane. Dall'America Latina risponde alla chiamata il Brasile, già  vincitore di tre titoli mondiali, e dall'Europa arrivano Italia e Inghilterra, che hanno mancato la qualificazione agli Europei del '76 (L'Inghilterra, allenata da Don Reevie, è in piena crisi, avendo mancato sia la qualificazione ai mondiali del '74, che gli Europei del '76 e non si qualificherà  nemmeno per i mondiali del '78) per cui sperano di recuperare un po' di lustro e di provare nuove soluzioni in questo torneo.

Risolto il problema dell'organizzazione rimane quello della squadra Usa. La nazionale non è competitiva e le povere prestazioni dell'anno precedente lo hanno ampiamente dimostrato. La nazionale Usa ha perso 10-0 contro l'Italia, 7-0 e 4-0 contro la Polonia in amichevole, 8-0 e 4-2 contro il Messico durante le qualificazioni per le Olimpiadi di Montreal '76 e 6-0 contro l'Argentina nel Mexico City Torneament '75, per tacere di un'altra sconfitta contro le assai modeste Bermuda durante le qualificazioni olimpiche per 3-2.

La federazione non può permettersi di presentare una squadra con giocatori senza esperienza internazionale e soprattutto senza alcuna possibilità  di spuntarla contro quelle nazionali titolate guarnite di fuoriclasse, e decide di creare una selezione composta dalle star internazionali della NASL coadiuvate da quei pochi giocatori americani di livello presenti allora, più qualche naturalizzato, e la squadra viene chiamata Team America Le star internazionali sono rappresentate da Pélé, Bobby Moore, Dave Clemens, Giorgio Chinaglia ed il peruviano Ramon Mifflin, lo sparuto contingente americano è formato dai portieri Arnie Mausser e Bob Rigby,Bobby Smith e Peter Chandler, mentre i naturalizzati americani sono Werner Roth, Julie Veee, Steve David, John Kowalski, Alex Skotarek ed Hank Liotard.

La panchina viene affidata all'inglese Ken Furphy. In origine la formazione avrebbe dovuto contenere anche Rodney Marsh e George Best, ma al rifiuto di Furphy di assecondare le loro pretese di partite titolari in tutte e tre le partite del torneo, i due abbandonano la squadra. La partita inaugurale si gioca il 23 Maggio 1976 al Los Angeles Coliseum tra Brasile ed Inghilterra, davanti a 33000 spettatori. Il risultato finale è di 1-0 per il Brasile con goal di Roberto segnato ad un minuto dalla fine. Lo stesso giorno all'RFK Stadium di Washington il Team America esordisce contro la nazionale italiana davanti a 33455 spettatori. Nonostante le aspettative di molti e le star internazionali schierate, la partita non ha storia e il risultato finale arride agli azzurri per ben 4-0. Il 28 Maggio il Team America è di scena contro il Brasile a Seattle, dove nonostante una migliore prestazione rispetto alla partita con l'Italia perde ancora una volta, questa volta per 2-0. Non sono pervenuti ai giorni nostri né i nomi dei marcatori né l'affluenza del pubblico.

Allo Yankee Stadium di New York invece si affrontano Inghilterra ed Italia. Davanti a 40650 spettatori, il picco più alto del torneo, dopo un primo tempo nel quale gli azzurri conducono per 2-0 gli inglesi rimontano lo svantaggio e vincono per 3-2.

L'ultima apparizione del Team America si tiene il 31 Maggio al JFK Stadium di Philadelphia. In uno stadio praticamente vuoto (solo 16239 spettatori in una struttura che ne può contenere 102000) l'Inghilterra, in un inedito completo giallo chiaro, si impone sulla selezione mista Usa-NASL per 3-1, con l'unico goal americano del torneo segnato da Stewart Scullion. Il torneo verrà  vinto dal Brasile che davanti ai 36096 spettatori presenti allo Yale Bowl di New Haven sconfigge la nazionale italiana per 4-1 dopo un primo tempo passato in parità , come ai Mondiali del 1970.

Nonostante il pessimo andamento del Team America, la competizione viene considerata un successo, sia per l'ampio risalto al torneo da televisioni e giornali internazionali ma anche americani, sia per la buona affluenza del pubblico in un paese dove comunque il soccer non è uno sport nazionale. Si calcola che la Us Bicentennial Cup sia stata seguita da ben 500 giornalisti, con un ottimo ritorno di immagine sia per la NASL che per la crescente popolarità  del soccer in generale. La competizione mise in mostra da subito sia la capacità  organizzativa degli americani – essendo il primo vero evento calcistico di una certa portata mai organizzato negli Usa a livello di nazionali – ma anche lo stato del soccer a stelle e strisce di allora, alcune buone potenzialità  ma ancora molto da fare, come gli anni a venire dimostreranno.

Un dato curioso per la statistica è che mentre Italia e Brasile consideravano ufficiali le partite giocate contro il Team America, la Football Association, forse per il noto snobismo britannico unito forse ad una punta di ripicca (si celebrava comunque l'indipendenza di una loro ex colonia), non considerò tali i match, giustificando la decisione con il fatto che il Team America non era la nazionale Usa bensì una formazione mista di giocatori americani e stranieri. La storia sembra aver dato ragione agli inglesi con la delibera della FIFA varata nel 2001 nella quale viene messo in chiaro che solo le partite disputate tra stati membri della FIFA possono essere considerate ufficiali, escludendo esibizioni tra nazionali e squadre di club ma anche partite tra nazionali e selezioni tipo Resto del Mondo et similia. A parte questo dato curioso la Coppa del Bicentenario è comunque considerata, dal punto di vista organizzativo, il primo vero successo negli annali del soccer, molti anni prima delle Olimpiadi di Los Angeles '84 e della Coppa del Mondo Usa '94.

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