Carlos
L'imminenza del Mondiale di Germania, in cui gli USA parteciperanno con buone speranze di un risultato promettente, non deve però farci dimenticare che dall'altra parte dell'Atlantico c'è un campionato in corso; una regular season ancora in fase di sviluppo, che però sta dando delle indicazioni precise. A noi il compito di analizzarle e trarne le conclusioni.
E allora ci accorgiamo che non possiamo non parlare del fantastico momento degli Hoops, ossia FC Dallas; i texani hanno già giocato 10 gare (più di tutte le altre squadre), dalle quali hanno tratto la bellezza di 21 punti, grazie a 6 vittorie, 3 pareggi e 1 sconfitta. Il ruolino di marcia casalingo della squadra allenata da Colin Clarke è impressionante: 5 vittorie e 1 pareggio, con l'acuto del 4-0 (in 19 minuti) rifilato ai New England Revolution.
Ciò che colpisce maggiormente della squadra texana è la facilità di andare al tiro e comunque di creare sempre palloni giocabili per le proprie punte, che peraltro stanno facendo faville: Ruiz è al 2° posto della classifica marcatori (con 6 reti in 9 partite disputate, a cui vanno aggiunti 4 assist) e Cooper al 4° (5 gol in 10 partite).
La manovra di Dallas scorre con facilità , tutti sanno esattamente cosa fare e dove posizionarsi. Ma accanto alla vena realizzativa di Ruiz e Cooper (vena che, verosimilmente, potrebbe trovare momenti di "magra") è indispensabile citare l'apporto alla manovra da parte dei centrocampisti; Alvarez e Mulrooney non hanno giocato molto (rispettivamente 5 e 4 gare), ma si fanno valere in fase di interdizione e di spinta, tanto che le giocate migliori dei texani si sono viste nel momento in cui c'era uno di loro 2 in campo a fare da diga e a ribaltare il fronte offensivo.
Con grande personalità sta venendo fuori Ramà³n Nuà±ez, finora titolare inamovibile, altro motorino instancabile sulla fascia, che però può giocare anche al centro; dotato di una buona dose di fantasia, è sicuramente uno dei giocatori più imprevedibili degli Hoops. L'irlandese O'Brien, di proprietà della Juventus tra il '99 e il 2002 (ma ha giocato solo in Intertoto), in 9 gare giocate fin qui si sta rivelando invece un ottimo assist-man (3 finora) e in generale con lui in campo la squadra gira con raziocinio.
Se però in casa Dallas è un rullo compressore, in trasferta le cose si complicano leggermente: 1 vittoria, 1 sconfitta e 2 pareggi. Non significa che la squadra non ha equilibrio (come accadeva per esempio la scorsa stagione), ma è indice del fatto che nella MLS pesa ancora molto il fatto di giocare o meno sul proprio campo, un fattore che nei campionati europei è ormai morto e sepolto.
A Dallas, peraltro, mancano vere alternative in difesa; Rhine e Vanney sono buoni difensori, ma attorno a loro le prospettive si fanno un po' grigie: Goodson e Gbandi, nonostante non siano più dei rookie, non hanno fatto vedere miglioramenti apprezzabili in questi anni e Wagenfuhr e Moor sono dei sophomore che non stanno entusiasmando coach Clarke al punto da concedergli fiducia incondizionata. Quando il fiato e le gambe dei titolari cominceranno a farsi più corti allora gli Hoops soffriranno di qualche scompenso, anche perché è impensabile condurre una regular season a 600 all'ora senza pagarne lo scotto in un modo o nell'altro.
Ma la dirigenza vuole vincere il titolo MLS e sta facendo ogni mossa possibile per riuscirci: Dallas, d'altro canto, è sempre stata nell'élite della MLS; è una delle squadre presenti fin dall'inizio e nelle prime 7 stagioni ha sempre centrato i play-off (Finale della Western Conference nel '97 e nel '99). Poi, nel 2003 e nel 2004, sono stati mancati i play-off per questioni di scelte tecniche e logistiche (giocare nel piccolo Dragon Stadium, lontano da Dallas, ha pesato molto in termini di appoggio da parte del pubblico). Dall'anno scorso, però, gli Hoops giocano al Pizza Hut Park di Frisco e subito si sono visti i risultati: sono tornati ai play-off e la Finale di Conference è stata mancata ai calci di rigore (5-4 contro i Rapids).
Durante la off-season i cambiamenti sono stati molti (dal Draft sono stati presi ben 7 giocatori), ma l'unico che può davvero essere un fattore per Dallas negli anni a venire è Dax McCarty, il quale per ora non ha ancora giocato mezzo minuto e per quest'anno crediamo che non gli verrà dato spazio. Ciò significa che Dallas sta agendo con gli stessi giocatori dello scorso anno, che però hanno esperienza in più e un'età media relativamente bassa; ciò significa che a Dallas la volontà di vincere subito si accompagna in egual misura alla programmazione, per rimanere il più a lungo possibile competitivi.
Per quest'anno sembra che la strategia stia pagando; è vero che i conti si fanno alla fine della stagione (e che si profila un derby texano con gli Houston Dynamo per la supremazia della Western Conference), ma Dallas ha gli uomini e le soluzioni tecniche per arrivare in fondo. Si tratta però di dosare gli uomini e le energie, perché quello che secondo noi manca sono rincalzi che all'occorrenza non facciano troppo sentire la mancanza dei titolari"
Alla prossima!!