Bobby Convey, centrocampista e giovane stella dei D.C. United, Washington
Un finlandese un po' invecchiato sbarcato nel caldo del deserto texano e un un calciatore austriaco di classe, ma sull'orlo della pensione, atterato sui verdi, ma caldi, campi di Los Angeles.
A meno di un mese dall'inizio della MLS 2004, la nona nella recente storia di questa lega, sembra purtroppo che sarà questo l'unico piatto "prelibato" per il pubblico americano e internazionale che si prepara al via per vedere chi riuscirà a battere i campioni uscenti, i San Jose Earthquakes.
Per fortuna c'è ancora tempo fino al 3 aprile. Infatti Don Garber e Ivan Gazidis potrebbero gettare improvvisamente sul piatto il contratto di qualche ottimo giocatore, ma sino ad ora non sembra che il loro lavoro abbia dato grossi frutti.
Ma cerchiamo di iniziare dai due nominati in precedenza. Simo Valakari è un centrocampista di 30 anni scovato nel Derby County (First Division inglese) dal coach dei Dallas Burn, Colin Clarke. Clarke spera che il finlandese possa essere l'uomo d'ordine a centrocampo che tanto l'anno scorso è mancato ai Burn.
Il problema principale per Valakari sarà probabilmente il caldo. Difficile immaginare un finlandese correre e giocare bene al Cotton Bowl in pieno agosto, con più di 40° all'ombra.
Andreas Herzog, 35 anni e una lunga carriera tra Rapid Vienna, Werder Brema e la Nazionale austriaca, è stato ripescato dalle soglie del ritiro dove si trovava (si stava allenando con una squadra di quarta divisione) dal coach dei Los Angeles Galaxy, Sigi Schmid. La speranza è che la classe sia ancora quella cristallina che ha contraddistinto l'austriaco negli ultimi 15 anni, e che il fisico possa ancora consentirgli di muoversi in campo e fare assist alla sua maniera. La stagione MLS non è poi così massacrante come quelle europee, quindi le possibilità ci sono tutte.
In ogni caso, il problema vero di quest'anno, al di là di certe ironie su Valakari e Herzog, giocatori ancora di livello, è che la MLS ha perso più buoni calciatori di quanti ne abbia acquistati. Per fortuna buone notizie sono nel frattempo arrivate dal fronte degli stadi, delle panchine e dagli uffici delle società .
Riassumendo.
Carlos Bocanegra e Brian McBride se ne sono andati al Fulham, Clint Mathis all'Hannover '96, mentre Zach Thornton è andato a proteggere la porta del Benfica. Brian West si è trasferito al Fredikstad, Norvegia, paese dove si sono diretti anche altri giovani USA come Occean all'Odd Greenland. Antonio Martinez invece è finito agli spagnoli del Cordoba.
Mauricio Cienfuegos e Marco Etcheverry, uno dei calciatori che più lustro ha dato alla MLS, si sono ritirati, e Chad Deering, giocatore dei Burn sin dalla loro fondazione, è stato lasciato libero a fine 2003.Infine Preki, Kansas City Wizards, MVP e capocannoniere 2003 ha subito un grave infortunio alla caviglia che lo terrà fuori quattro mesi.
Come si può vedere, la lista delle "perdite" è lunga e di livello alto.
Come si diceva in precedenza invece, le buone nuove riguardano gli stadi. Un nuovo stadio, il Frisco soccer & Entertainment Center, che si va aggiungere all'Home Depot Center di L.A. inaugurato lo scorso anno e all'impianto dei Crew a Columbus (Ohio), è già quasi pronto a Frisco, nei sobborghi di Dallas, grazie agli investimenti portati avanti da Lamar Hunt, costruttore miliardario appassionato di calcio che già aveva investito nella NASL, cosa che gli è valsa un posto nella National Soccer Hall of Fame.
Hunt, ben noto agli sportivi americani per aver ideato il Super Bowl, è convinto, non a torto, che la costruzione di stadi dedicati per il calcio sarà il volano per lo sviluppo di questo sport negli Stati Uniti d'America, come lo è stata per altri sport USA. Oltre a Frisco, i lavori stanno per partire a Bridgeview, sobborgo di Chicago, per i Fire, mentre i MetroStars hanno ottenuto il via alla costruzione del loro stadio a Harrison, New Jersey, e i Colorado Rapids hanno già individuato la sede adatta vicino Denver. A San Jose, l'AEG (Anschutz Entertainment Group), proprietario degli Earthquakes come dei Fire, vorrebbe abbondonare lo stretto Spartan Stadium per trasferirsi a Santa Clara, a breve distanza, e costruirne uno nuovo finanziato dalla comunità locale.
Nuovo stadio che ricordiamo essere condizione base perchè una nuova franchigia possa essere ammessa nella MLS, di qui le sempre maggiori voci relative a Cleveland di un ingresso nella MLS nel 2005. Paul Garofolo, Presidente dei Cleveland Force (MISL), ha infatti dichiarato pochi giorni fa che la questione stadio sarà risolta entro pochi mesi.
Questione allenatori.
Frank Yallop, l'allenatore dei San Jose Earthquakes se ne è andato ad allenare la Nazionale canadese, sostituito dal suo secondo Dominic Kinnear, ex giocatore della Nazionale USA.
Ray Hudson, dopo il pessimo campionato dei D.C. United, non avrà la possibilità di allenare il giovane "diventerà unfenomeno" Freddy Adu. Il duro compito toccherà all'ex nazionale polacco, ed ex giocatore di Monaco 1860 e Chicago Fire, Peter Nowak, ritiratosi dal calcio giocato da poco, e quindi ancora un'incognita in panchina, come del resto però lo era Roberto Mancini quando ha preso in carico la Fiorentina prima e la Lazio subito dopo.
Hudson nel frattempo rimane in attesa di chiamata, dal momento che le panchine di due coach della MLS sono già in pericolo prima dell'inzio del campionato: quella di Schmid dei Galaxy, e quella di Andrulis dei Crew.
Il terzo "nuovo" allenatore nella MLS è Colin Clarke di Dallas, ex nazionale dell'Irlanda del Nord, gia secondo di Mike Jeffries per tre anni, che però aveva preso in mano la panchina dei Burn già verso la fine della MLS Cup 2003, dopo il siluramento dello stesso Jeffries. Per lui il compito sarà duro. Ha infatti già dovuto mandar giù l'acquisto di Valakari e rinunciare all'ex stella dei Galaxy Ezra Hendrickson.
Se quella di Nowak nominato allenatore dei D.C. United è una nomina dalle prospettive interessanti, quella dell'ex padovano Alexi Lalas a presidente dei San Jose Earthquakes è quanto meno curiosa.
I Quakes, campioni 2003, hanno mantenuto pressochè intatta la rosa dello scorso anno, e rimangono in prima fila per la lotta alla MLS Cup 2004. Sarà interessante vedere come un uomo della sua esperienza riuscirà ad adattarsi al nuovo ruolo, e sarà da vedere come lo valuteranno i futri probabili proprietari, gli attuali padroni della squadra messicana del Club America.
A tal riguardo va detto che è un po' di tempo che si è smesso di parlare di questo possible passaggio di proprietà , come si sono fermate le voci relative allo sbarco dei Chivas USA in una città ancora da scegliersi fra Houston e San Diego. La questione vera è che il businessman messicano Jorge Vergara, attualmente solo investitore nella MLS, ha in cima alla lista delle sue preferenze un'altra città : Los Angeles. La MLS però vorrebbe dirottarlo altrove, anche se già esiste il precedente della NASL (North American Soccer League) di due franchigie con sede a Los Angeles: i Los Angeles Aztecs di Johan Cruyff e i California Surf di Carlos Alberto, anche se per breve tempo. Il bacino di utenza sarebbe più che abbondante e il ritorno assicurato, se gli investimenti saranno di livello adeguato.
Novità ci sono state anche nel front office dei Los Angeles Galaxy dove il Campione del Mondo a Italia '90 il tedesco Jurgen Klinsmann, ex grande di Inter e Stoccarda e da anni residente in California, è stato nominato direttore generale. Uomo di grande esperienza internazionale e dai mille contatti, rischia però che la sua attività di scouting possa essere seriamente limitata dalle scarse possibilità economiche offerte dalla MLS.
Un solo dato su questo. La rivista Soccer america ha recentemente pubblicato una ricerca sui salari dei calciatori della MLS nel 2003. Per oltre 80 l'ingaggio si aggirava intorno ai $35.000 l'anno. Ancora più incredibile è che nella lista c'è Carlos Ruiz, capocannoniere e MVP 2002 della lega. Dall'altra parte della scala c'era però l'inesplicabile cifra di $165.000 dati al misconociuto inglese Darryl Powell, difensore dei Colorado Rapids prelevato a metà stagione dal Derby County.
Per migliorare la situazione, una proposta molto interessante è stata avanzata dal Los Angeles Times: perchè non consentire alle squadre della MLS di organizzare delle amichevoli internazionali, chiaramente off season, consentendo loro di incassare e di andare aggiungere quei soldi nella voce salary cap? Forse così si riuscirebbe a rendere un po' più competitive sui mercati calcistici internazionali le compagini USA, già penalizzate dalla struttura della stagione (aprile-novembre) e dai limiti posti dalla FIFA alle "finestre" in cui possono acquistare calciatori provenienti da federazione estera.
And last but not least, il (quasi) quindicenne Freddy Adu, la novità dell'anno, che comunque pur essendo il giocatore più pagato della MLS non vi ha ancora giocato nemmeno un minuto, e del quale però parleremo in altra sede. Per adesso vogliamo lanciare dei nomi che potrebbero essere le nuove risorse per una Nazionale USA, un po' in calo dopo i Mondiali 2002, ma pronta a lanciarsi nelle qualificazioni per Germania 2006 che prenderano il via ad agosto. Alcuni di questi giocatori si sono già fatti notare nella Nazionale Under 23 che ha fallito la qualificazione alle Olimpiadi di Atene, sconfitta però dal Messico in una situazione ambientale molto particolare.
E mi riferisco a Bobby Convey dei D.C. United e Chad Marshall dei Columbus Crew. Da osservare sono poi Ned Grabavoy dei LA Galaxy, Ricardo Clark e Eddie Gaven dei MetroStars, Ed Johnson dei Burn, Nat Borchers dei Colorado Rapids. Da oltre atlantico è arrivato ai Galaxy il nigeriano Joseph Ngwenyu, ci sono Shalrie Joseph e Jose Cancela nei New England Revolution e l'ottimo Damani Ralph dei Chicago Fire.
A tutti questi vanno aggiunti i ventenni, ma veterani, della MLS Landon Donovan, DaMarcus Beasley e Jason Kreis, che si spera abbia superato i problemi fisici, oltre all'ottimo guatemalteco Carlos Ruiz dei Galaxy.
Considerando che l'obiettivo con cui è nata la MLS è sviluppare i talenti americani, le prospettive sembrano più che buone, dal momento che lo spazio per vecchi campioni bolliti è ormai ridotto al minimo.
Certo che però vedere in campo Steve McManaman, che bollito non è proprio, con la maglia rossonera dei MetroStars, male alla MLS proprio non farebbe…