La doppietta di Guillermo Barros Schelotto non è bastata per la qualificazione
La missione del Columbus Crew ieri notte a Toluca era quella di realizzare un qualcosa mai riuscito prima a nessun team della MLS: vincere una partita ufficiale in territorio messicano, oltretutto con in palio le semifinali della CONCACAF Champions League. Purtroppo, la squadra dell'Ohio non ce l'ha fatta, pur andandoci vicina, venendo sconfitta 3-2 da Los Diablos Rojos, che vale la qualificazione al Toluca - dopo il 2-2 dell'andata - che in semifinale affronterà i connazionali del Pachuca.
Primo tempo abbastanza tranquillo, con Columbus costretta a fare il match ma inevitabilmente in difficoltà in trasferta, su un campo posizionato come altitudine addirittura più in alto della boliviana La Paz (che la FIFA vorrebe eliminare come città adatta alle eliminatorie mondiali) e con alle spalle una sola partita ufficiale questa stagione, mentre i messicani sono a metà del cammino. Dicevamo primo tempo tranquillo ma con i diavoli rossi capaci di prendere due pali, prima dopo 4 minuti con Brizuela traversa) e poio con l'attaccante cile Hector Mancilla, che da oltre 20 metri batte il portiere Will Hesmer, ma la palla incredibilmente rimbalzare nella parte inferiore della traversa, scende fino alla linea di porta e di nuovo rimbalza in campo senza entrare.
Man mano che il tempo passava però il Crew ha iniziato a prendere un certo possesso della partita. Bravi i giallo neri a mantenere la pressione in particolare a centrocampo, anticipando continuamente gli avversari. Purtroppo però Columbus raramente ha creato una minaccia credibile alla porta avversaria.
Ma la svolta arriva verso la fine del primo tempo. Pochi secondi dopo un attacco di Colombus sul lato destro, l'arbitro fischia per un fallo di mano in area di rigore. Rigore per Columbus. Tira l'argentino Guillermo Barros Schelotto, Talavares è battuto, e vantaggio 1-0 dei gialloneri.
Ma forse il gol è arrivato troppo presto, specie perché resistere a quei ritmi con un'aria così rarefatta (sarebbero serviti almeno 10 giorni di adattamento, e viene da chiedersi perché Columbus non sia volata subito in altura dopo l'andata) era improbabile.
E infatti appena due minuti dopo l'inizio del secondo tempo il sogno del Crew svanisce col fallo in area di Eddie Gaven, con l'arbitro che annulla un gol non dando il vantaggio. Rigore per i rossi e Mancilla non sbaglia dai 12 metri. Ma il Toluca continua a spingere, e col passare dei minuti alcuni giocatori del Crew - in primis Robbie Rogers – sono apparsi in seria difficoltà fisica.
Le cose sono peggiorate al 57'. Schelotto regala una palla a centrocampo, confusione in difesa di Frankie Hejduk, e Brian Carroll è costretto a bloccare Mancilla con le cattive al limite dell'area di rigore. Batte lo specialista Naelson (noto anche come Sinha) ed è 2-1. A quel punto Columbus è in ginocchio. Ma al 69' la luce si riaccende. Danny O'Rourke prende palla a sinistra, cross, Talavares smanaccia, palla a Steve Lenhart che spara sul palo, ma sul rimbalzo arriva Schelotto che dalla breve distanza pareggia e porta il Crew alla soglia dei supplemementari.
Ma neanche il tempo di rendersi conto del gol e il Toluca ripristina il vantaggio. Ancora Sinha su calcio di punizione batte Hesmer impietrito.
Columbus prova a ripartire alla ricerca del gol che varrebbe la qualificazione, ma all'80' l'arbitro mostra a Lenhart il cartellino rosso. Negli ultimi 15 minuti coach Robert Warzycha butta dentro tre giocatori offensivi – Emmanuel Ekpo, Emilio Renteria e Jason Garey, – ma la perdita di Lenhart e l'altura chiudono il match senza nuove emozioni.
La sconfitta - seppur onorevole – costa a Columbus la qualificazione, ma la bella notizia è l'ottima figura fatta dal Crew nel doppio confronto, tanto più se confrontata agli sconfortanti precedenti a sud del confine (0-6 col Morelia e 0-5 col Cruz Azul). Columbus si avvicina quindi alla regular season - se prenderà il via, visto il rischio-sciopero – con la consapevolezza di essere ancora la potenza capace di vincere la MLS Cup 2008 e il Supporters Shield 2009.