La stagione di Montoya

Juan Pablo Montoya accanto alla sua Dodge numero 42 del Chip Ganassi Racing

Il colombiano Juan Pablo Montoya si presentava al via della stagione NASCAR 2008 forte del titolo di Rookie Of The Year conquistato l'anno prima e della seconda vittoria consecutiva della 24 Ore di Daytona (valevole per la Rolex Sports Car Series).

Vittorie che, tra l'altro, lo confermano come uno dei piloti più poliedrici e dotati che ci siano nel panorama mondiale, visto che si vanno ad aggiungere alle vittorie nella 500 Miglia di Indianapolis, nel campionato CART, ai 7 gp di Formula 1 vinti. La stagione 2008 era attesa quindi un po' come quella della consacrazione. E' stato così?

Alla fine della stagione Montoya ha portato a casa 2 arrivi nella Top5 più un altro nella top10, con un secondo posto alla Aaron's 499 sul Talladega Superspeedway quale miglior risultato. Niente vittorie, niente pole position.

I numeri parlano quindi di una stagione forse al di sotto delle aspettative (nella stagione precedente aveva vinto due gare, una nella Sprint Cup una nella Busch Series).

In realtà , ci sono anche dei motivi per cui la stagione forse ha dato meno di quanto ci si aspettasse. Innanzitutto il team di Chip Ganassi è un top team nella Indycar, ma nella NASCAR non è così forte, tutt'altro.

Montoya quest'anno ha pagato soprattutto i tanti cambiamenti all'interno della sua squadra di meccanici, soprattutto con diversi capi-meccanico sostituiti, il che non ha contribuito alla stabilità  della sua organizzazione. In molti sono convinti che più che i demeriti del colombiano, sia stata l'inadeguatezza del suo team a tarpargli un po' le ali.

Comunque alla fine si sono potuti ravvisare degli ulteriori passi in avanti per quel che riguarda l'esperienza, specialmente sugli ovali dove nel 2007 aveva dimostrato di trovarsi ancora un po' in difficoltà , mentre sugli stradali la sua precedente esperienza con le ruote scoperte lo aiutava ad emergere già  dalla prima stagione abbastanza facilmente.

Ha inoltre cercato di limare qualche eccesso di esuberanza, anche se qualche episodio controverso lo ha comunque visto coinvolto (vedasi l'incidente in Texas con David Gilliland). A dire il vero, c'è da dire che un po' tutti i piloti NASCAR prima o poi vengono coinvolti in qualche "episodio", quindi alla fine niente di strano se ogni tanto ci scappa qualche "bottarella".

Quindi, dietro i numeri si può leggere una stagione tutto sommato positiva e che ha fatto intravedere dei segnali positivi per il futuro. Montoya ha mostrato dei miglioramenti, e magari un quattordicesimo posto a Martinsville può dire poco ai più, ma sta a dimostrare come il colombiano stia incrementando le proprie prestazioni e stia incominciando a familiarizzare con il modo di correre richiesto in NASCAR.

Specialmente sugli ovali corti (come appunto Martinsville) Montoya ha fatto vedere dei passi in avanti. E, a parte i buoni risultati sugli stradali, con l'andare avanti della stagione ha mostrato delle prestazioni in crescita anche su quei tracciati, come appunto gli ovali più corti, in cui l'apprendistato è molto più complicato e lungo, specialmente per un pilota proveniente dalle corse a ruote scoperte.

Ed alla fine, Montoya ha dimostrato un adattamento che ha anche sorpreso qualche addetto ai lavori, specialmente se confrontati con quelli (non molto entusiasmanti a dire la verità ) degli altri colleghi provenienti dalle ruote scoperte, come Hornish, Franchitti o Carpentier.

Qualche nube è però poi comparsa sul futuro del colombiano, visto i problemi finanziari che hanno complicato la vita al suo team, diretta conseguenza della crisi economica che ha investito l'economia americana e mondiale, ed in special modo il settore automobilistico. Specialmente la perdita del munifico sponsor Texaco, ha creato diversi grattacapi.

La soluzione di questi problemi è arrivata con l'annuncio della fusione tra il Chip Ganassi Racing ed il Dale Earnhardt Inc. per dare vita ad una nuova squadra, che si chiamerà  Earnhardt Ganassi Racing. Entrambi i team si trovavano in difficoltà  con il reperire il budget necessario ad affrontare in modo adeguato la stagione 2009, e così hanno trovato l'accordo per unire le forze.

Verranno schierate 4 vetture, due per Martin Truex Jr. and Aric Almirola, provenienti dal DEI, una ancora da assegnare (si parla di AJ Allmendinger o del rookie dell'anno 2008 Regan Smith), mentre sulla vettura numero 42 continuerà  a sedere Montoya.

I due team avevano due contratti con due costruttori differenti (DEI con Chevrolet, Ganassi con Dodge), ma alla fine il nuovo team continuerà  ad avvalersi dei servigi del gruppo General Motors. Per ora sono stati completati i budget soltanto per due vetture, ma si spera presta di chiudere il cerchio anche per le altre due. Insomma, due team in difficoltà  economica che hanno risolto i propri problemi fondendosi.

Per Montoya (una volta superati i problemi di sponsor) l'unione dei due team potrebbe rivelarsi una ottima possibilità  per incrementare ulteriormente le proprie prestazione. Con l'esperienza portata da un team quale quello fondato dal grande Dale Earnhardt, Montoya probabilmente potrà  mostrare tutte le sue potenzialità , tant'è che molti addetti ai lavori già  lo pronosticano come uno dei possibili outsider nella corsa alla qualificazione alla "Chase for the Sprint Cup".

Al contrario, altri pensano che l'unione tra questi due team potrebbe però rivelarsi deleteria, specialmente per il fatto che entrambe più che fondersi tra loro avrebbero fatto bene ad appoggiarsi a team più grossi e preparati. La realtà  è che finché non ricomincerà  la stagione e non saranno accesi i motori, non potremo sapere chi ha torto e chi ha ragione.

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