La caduta degli Dei

Cos'hanno in comune il Real Madrid, i Cleveland Cavaliers e i Pittsburgh Penguins?

Una stagione con zero titoli (o tituli se preferite) in primis, cosa che può suonare anche normale in una stagione, ma a differenza di altre squadre "comuni" (e vincenti!) questi tre team di pianeti sportivi diversi hanno tra le proprie fila tre predestinati, tre Dei dello sport mondiale, tre personaggi che non possono conoscere sconfitta, Cristiano Ronaldo, LeBron James e Sidney Crosby.

Il mondo del calcio aspettava il trionfo dei nuovi galattici del Real, Ronaldo aveva perfino deciso di cambiare casacca pur di sentirsi ancora più soprannaturale degli altri, con 94 milioni di euro a spiegare come si costruisce un trasferimento dal Manchester, lui che si considera il migliore del mondo.

Infortuni e sfortune ne hanno impedito qualsiasi trionfo, e non sono bastate 32 reti su 33 presenze stagionali, cosi caccia al trionfo rimandato alla prossima stagione col nuovo Generale Mou a guidare la Formula Uno del calcio.

LeBron James è il Re Mida della Nba, ogni cosa che tocca si trasforma in oro e ogni cosa che vuole la ottiene.

Non tutto però, poiché anche quest'anno sono previste ferie nel periodo delle finali Nba, lui che ha speso più energie mentali a cercare una nuova sistemazione per l'anno prossimo e smentire flirt attribuiti alla mamma.

Risultato: per James è negativa una stagione che ha chiuso con 29,7 punti a partita, statistiche "normali"per chi normale non lo è.

Sidney Crosby non ha niente da invidiare agli altri due predestinati Ronaldo e James, lui era campione in carica e più giovane capitano a sollevare una Stanley Cup, cosi dice la sua storia, ma il 2009/10 stagione che doveva regalare il bis si è rivelata una delusione, almeno per quanto riguarda i playoff.

Da buon capitano-condottiero ci si aspettava nella postseason di Nhl la conferma di un giocatore che nella stagione regolare ha guidato la classifica cannonieri con 51 gol e segnato la rete che ha dato al Canada la medaglia d'oro alle Olimpiadi invernali di Vancouver.

Come neve al sole Pittsburgh ha sciolto tutta la sua forza nelle gare che contano, forse appagati o semplicemente svogliati gli uomini di Bylsma in questa stagione mancavano del fuoco negli occhi fenomenale nella conquista della scorsa Stanley Cup.

A Pittsburgh col Crosby visto in campionato in tanti davano il bis alla portata dei Pinguini, dopo l'eliminazione della bestia nera Washington anche gli scettici hanno iniziato a credere nella quarta coppa.

Tutti delusi, la gara decisiva con Montreal persa malamente ha messo in discussione tutti, l'indecisione di Fleury, la lentezza di Gonchar, l'inutilità  di Cooke e addirittura la ricerca del vero Malkin, nella sua peggior stagione.

I rumors del day-after con i Canadiens davano per certa la rivoluzione, tutti sulla graticola, tranne uno.

No Sidney non si tocca, Lui è il Dio della Nhl, il più pagato e il più bravo di tutti, ma è anche il più silenzioso e il meno carismatico dei suoi, vero è che ha solo 23 anni ma si inizia a pensare che a Pittsburgh serva una figura alla Mark Messier, uno che per una vittoria lottava sino all'ultima goccia di talento, quel talento che lo rende unico per leadership.

Ecco, Crosby dovrebbe mettere da parte quella faccia da bravo ragazzo e iniziare a essere cattivo, determinato e di nuovo vincente.

Che siano mancate le spalle agli Dei dello sport è un'attenuante, a Ronaldo è mancato Kakà , a James è mancato Shaq e a Crosby è mancato Evgeni Malkin, ma chi è Dio nel suo sport non può non trionfare perché troppo solo, in fondo Maradona, Jordan e Gretzky vincevano da soli?

No, ma quasi, però parliamo di pianeti esageratamente lontani da questo.

Sid è in buona compagnia

Se Crosby chiude la stagione senza titolo non se la passa meglio Alexander Ovechkin, vittima anch'egli dei Montreal Canadiens rivelazione dei playoff. Una stagione che non l'ha visto centrare il trionfo nelle classifiche individuali solo perché ha giocato 10 partite meno di Crosby lasciava presagire un trionfo della squadra della capitale, in fondo era semplicemente la squadra migliore, Ovechkin sapeva di guidare il Dream Team della Nhl invece chiude la stagione con un pugno di mosche.

Che dire di San Jose?
Con Dany Heatley sognare la Stanley Cup era d'obbligo, giocarsi la finalissima con Chiacago pure, invece son tornati a casa con uno sweep tremendo, senza mettere mai paura ai giovani Blackhawks pronti per una grande finalissima contro i Flyers.

Abdicano anche i Detroit Red Wings, ormai alla fine di un ciclo non hanno mai sognato la Stanley Cup ma nell'ultimo mese di regular season hanno lasciato il segno con un accelerazione che li ha portati a quota 100 punti per il decimo anno consecutivo, piccola soddisfazione per i tifosi delle Ali Rosse.

Ultimo pensiero ancora per i tifosi di Pittsburgh Penguins, se ad inizio anno avessero chiesto qual è la finale incubo che un Pinguino non vorrebbe mai vedere la risposta sarebbe stata una sola: Philadelphia contro Chicago.

Da una parte gli odiati cugini della Pennsylvania, dall'altra Marian Hossa, a cui non verrà  mai perdonato il passaggio ai Red Wings nella passata stagione che tanto somiglia a quella di un certo Zlatan Ibrahimovic quest'anno. (Lasci la tua squadra perché non vincerà  mai la coppa e vedi la coppa nelle mani della tua ex squadra, vuoi vedere che in fondo in fondo calcio e hockey sono la stessa cosa?)

Chi ama la Nhl invece è pronto a gustarsi nuovi campioni, nessun Dio sul ghiaccio ma tanta classe, se vincerà  l'infermeria di Philadelphia o i Blackhawks di "Paperino"Hossa (alla terza finale consecutiva con due sconfitte)la Nhl potrà  scrivere un nuovo, bellissimo, capitolo di campioni sul ghiaccio, sino alla prossima caduta degli Dei.

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