Sergei Gonchar ha realizzato l'importantissimo 3 a 2 in Power Play in Gara 3
Sin dalle prime battute, il leitmotiv di Gara 3 è chiarissimo. Si sta giocando da un paio di minuti, all'ingaggio si affrontano la seconda linea dei Pittsburgh Penguins, quella di Evgeni Malkin, e la seconda dei Detroit Red Wings, quella di Valtteri Filppula. L'azione viene interrotta pochissimi secondi dopo. Mike Babcock lascia sul ghiaccio gli stessi uomini. Dan Bylsma, invece, opera una sostituzione e schiera il terzetto guidato da Sidney Crosby. Le ali rosse si impossessano del disco, lo lanciano nell'angolo e vanno a cambiare, lasciando il posto a Henrik Zetterberg, l'ombra di Crosby. Un balletto che si protrarrà per sessanta minuti. Uno spettacolo nello spettacolo.
Uno spettacolo che pochi minuti dopo l'episodio descritto sembra premiare i Red Wings. I pinguini sono passati da poco a condurre grazie a una precisa conclusione al volo di Maxime Talbot e Mike Babcock, che giocando fuori casa deve cambiare per primo, manda in pista la quarta linea. Dan Bylsma inverte la rotazione e risponde con la prima. Ville Leino è bravissimo a vincere l'ingaggio contro Sidney Crosby e a mantenere il possesso del disco mentre Justin Abdelkader e Kirk Maltby si fiondano in panchina a dare il cambio a Henrik Zetterberg e Johan Franzen. Qualche secondo dopo, ecco la rete del pareggio, del fuoriclasse svedese su assist proprio di Leino.
Sembra l'ennesima pugnalata ai Penguins, aggravata dal raddoppio cinque minuti dopo di Johan Franzen che duetta con Zetterberg in Power Play. I Penguins riescono a pareggiare prima dell'intervallo sfruttando un'indecisione di Chris Osgood su tiro secco ma centrale di Kristopher Letang, ma in generale Detroit riesce a imbavagliare tutte le puntate offensive degli avversari, che nei primi quaranta minuti riescono a scagliare la miseria di undici tiri. Sidney Crosby non riesce a liberarsi dalla gabbia che Mike Babcock gli ha costruito attorno e Evgeni Malkin si intestardisce a tentare azioni personali che non portano a nulla.
Quando ha inizio il terzo tempo, sembra questione di minuti prima che le ali rosse sferrino il colpo del KO. E invece la partita cambia. I Pittsburgh Penguins interpretano al meglio il gioco che i rivali avevano imposto loro fino a quel momento. Tengono lontani gli avversari da Marc-André Fleury mantenendo il possesso del disco, cambio dopo cambio.
A un minuto scarso dalla metà del terzo periodo, Jonathan Ericsson finisce sulla panchina dei penalizzati per un'ostruzione e Sergei Gonchar non si lascia sfuggire l'occasione per infilare Chris Osgood dalla linea blu sfruttando il traffico davanti all'estremo difensore di casa. I Penguins controllano alla perfezione gli ultimi dieci minuti della partita, in perfetto stile Red Wings, e mettono al sicuro il risultato con una rete di Maxime Talbot a porta sguarnita.
Cari appassionati di hockey su ghiaccio, abbiamo di nuovo una serie! I Pittsburgh Penguins non sono ancora riusciti a scatenare i loro due campionissimi (non ingannino i tre assist in Gara 3 di Evgeni Malkin, nel gioco a cinque contro cinque il numero 71 è andato a sbattere regolarmente contro un muro rosso) ma, come si diceva nel commento a Gara 2 in merito a quanto avrebbero dovuto fare, hanno scovato produzione offensiva alternativa, che finora era mancata.
Sul fronte opposto, la linea di Henrik Zetterberg ha svolto un lavoro immane e si è fatta trovare sempre sul ghiaccio quando Dan Bylsma ha schierato Sidney Crosby. Ciò ha tuttavia portato il centro scandinavo a giocare più di 24 minuti, oltre tutto seguendo un ritmo irregolare, ben più sfiancante. Saprà ripetersi a 48 ore di distanza?
Appuntamento a giovedì notte!