Osgood festeggiato dai compagni. Per lui secondo SO consecutivo, per Detroit seconda vittoria.
Viene quasi voglia di chiamare il telefono azzurro nel vedere i giovani Penguins al cospetto di una macchina da hockey come quella messa in pista dai Detroit Red Wings. Così come nella prima partita della serie, anche in Gara 2 la squadra di Michel Therrien assiste impotente alla supremazia degli avversari.
Se esiste la partita perfetta, ebbene, le ali rosse ci sono andate molto vicino. Sul fronte offensivo, un formidabile possesso del disco consente di superare regolarmente le barriere che i pinguini tentano inutilmente di erigere a centro pista. Su quello difensivo, l'incessante back-checking degli attaccanti e la disciplina tattica dei terzini costringono di nuovo gli avversari a tirare poco e da posizioni innocue.
Sidney Crosby predica nel deserto. Pur essendo imbavagliato dallo straordinario terzetto composto da Henrik Zetterberg, Pavel Datsyuk e Tomas Holmstrà¶m, il capitano dei Penguins cerca almeno di darsi da fare precipitandosi alle assi a cercare qualche briciola di disco. Lo stesso non si può certo dire di Evgeni Malkin. Da quando è stato maltrattato dai Philadelphia Flyers in Gara 2 della finale di Conference, il fuoriclasse russo ha inspiegabilmente smesso di giocare. Oltre a non cavare un ragno dal buco in fase offensiva, le sue giocate prive di mordente danno spesso il via libera ai contrattacchi avversari: dopo aver gentilmente concesso a Mikael Samuelsson di raddoppiare in Gara 1, ieri ha perso ingenuamente il disco che ha portato alla prima rete di Brad Stuart.
Le due rivali si presentano sul ghiaccio con diverse novità nella composizione delle linee. Tra i padroni di casa rientra come annunciato Johan Franzen, che va a riprendersi il suo posto accanto a Mikael Samuelsson e Valtteri Filppula. Lasciata invariata (e ci mancherebbe) la prima linea d'attacco, Mike Babcock schiera in terza Dallas Drake con Kris Draper e Daniel Cleary e in quarta Jiri Hudler con Darren Helm e Kirk Maltby. L'escluso è Darren McCarty.
Tra i pinguini, Georges Laraque lascia il posto a Gary Roberts, sguinzagliato in pista insieme a Jordan Staal e Tyler Kennedy. Nel tentativo di infondere nuove energie ai primi due terzetti, Michel Therrien lancia Ryan Malone (e non più Pascal Dupuis, degradato in quarta linea) con Sidney Crosby e Marian Hossa, e il centro Maxime Talbot all'ala di Evgeni Malkin, con Petr Sykora sull'altro fronte.
Ma è tutto inutile. Dopo undici minuti i Red Wings sono già avanti di due lunghezze e i Penguins non sono ancora riusciti a fare un tiro in porta. L'1 a 0 è targato Brad Stuart, con un tiro dalla blu deviato da Rob Scuderi, il raddoppio è opera di Tomas Holmstrà¶m, lesto a scaraventare in rete un disco che sguscia tra i gambali di Marc-André Fleury.
A partire dal secondo tempo, le ali rosse si accontentano di controllare il gioco, che diventa piuttosto noioso. I Penguins non riescono quasi mai a sfondare (solo uno scivolone di Andreas Lilja consente a Jordan Staal di presentarsi davanti a Chris Osgood), i Red Wings non sentono il bisogno di insistere all'attacco.
A squarciare la monotonia dell'incontro ci pensa la stupenda rete del 3 a 0, che riassume alla perfezione le attuali qualità di Detroit e le difficoltà di Pittsburgh. Petr Sykora si avventura nel terzo di difesa dei Red Wings per pressare Brad Stuart, in procinto di far ripartire l'azione. Il terzino in maglia rossa perde l'attimo per uscire dalla blu, ma non si fa prendere dal panico, torna sui suoi passi e difende alla perfezione il disco. A quel punto anche Evgeni Malkin si sgancia e va a cercare il raddoppio di marcatura. Brad Stuart, con una calma olimpica, si accorge dell'autostrada apertasi alle spalle dei due attaccanti avversari e lancia Valtteri Filppula, che infila Marc-André Fleury. Splendido.
La serie si sposta ora a Pittsburgh, dove i Penguins sono imbattuti nei Play Off e dove dovranno assolutamente vincere per non veder infrangersi il sogno chiamato Stanley Cup. In Pennsylvania, Michel Therrien avrà l'opportunità di cambiare per ultimo, "scegliendo" gli avversari contro cui lanciare Sidney Crosby e Evgeni Malkin. E la scossa deve proprio arrivare in primis dai due giovani campioni.
Come se non bastasse la superiorità di Detroit, Gara 2 ha inoltre messo in evidenza una preoccupante mancanza di disciplina da parte dei Penguins, che evidentemente soffrono il fatto di trovarsi per la prima volta a inseguire in una serie. Evitare falli del tutto inutili come quelli a gioco fermo di Ryan Malone su Henrik Zetterberg e soprattutto di Ryan Whitney su Johan Franzen è assolutamente imperativo.
Appuntamento alle 2 del mattino di giovedì per Gara 3 alla Mellon Arena di Pittsburgh!